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ANGUILLARA: IL PRG GIACE IN REGIONE, LA CITTADINA CADE IN DEGRADO.

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Redazione

 

Riceviamo e pubblichiamo da Franco Bernardini

 

Dalla sua adozione, attraverso una serie di osservazioni e controdeduzioni, sono ormai passati un paio d’anni e il PRG giace in Regione in attesa di approvazione definitiva.

Un PRG, a mio parere, assurdo e sconclusionato che non prevede ne servizi, ne un adeguamento della viabilità ed ignora gli scarichi fognari. L’unica cosa prevista è il sostanziale raddoppio della popolazione.

Già oggi sono evidenti le difficoltà per le giovani coppie di avere un nido per i bambini, anche le scuole elementari e medie sono in sofferenza, la posta è un continuo ingorgo di persone imbestialite che prendono il numeretto alle otto per essere servite a mezzogiorno, i luoghi di ritrovo per i giovani sono o l’assolata e malinconica piazza del Molo oppure alcuni pub, l’alternativa è Roma o Bracciano.

Per non parlare della mancanza di un cinema, di un teatro, di una sala multifunzionale, di giardini pubblici, degni di questo nome, dove portare i bambini.

Insomma una caotica e disgregata periferia urbana di una qualsiasi città italiana.

Io non credo che chi ha scelto Anguillara immaginasse di ritrovarsi a vivere, dopo pochi anni, in un luogo fortemente degradato e ormai compromesso nella sua unicità.

L’unico patrimonio che abbiamo, l’ambiente, le bellezze naturalistiche e archeologiche, lo stiamo svendendo ai costruttori.

Solo uno sprovveduto soffocherebbe la “gallina dalla uova d’oro sotto il cemento.

Ricordo che la compagine al potere ci informava, in campagna elettorale, che avrebbe rivisto il nuovo PRG riducendolo del 30 percento. Dopo sei mesi di questa iniziativa non ne abbiamo saputo più nulla.

Qualcuno tra noi l’aveva già preventivato.

Ci siamo divertiti a confrontare le tavole del PRG con le mappe di Google, è stata una sorpresa continua, scoprire che moltissime abitazioni esistenti sulle tavole non c’erano.

Cosa vuol dire? Semplicemente che la cubatura dichiarata, quindi già esistente, è molto meno della realtà, praticamente una foto d’epoca scattata negli anni ’70.

Ovviamente la Regione Lazio si troverà a decidere il sostanziale raddoppio dei volumi totali di cemento calcolandolo sul dichiarato. Ma il dichiarato appare errato e sottostimato di un bel 40 percento.

Un’ultima riflessione dettata dal buon senso che gli amministratori promotori del PRG purtroppo, sempre a mio avviso, non hanno considerato.

Se proprio si deve prevedere un PRG, considerando che l’amministrazione sembrerebbe sull’orlo del dissesto finanziario e pare che annaspi per pagare i debiti, previsti e non, e si fa commissariare per le inadempienze pregresse, allora perché non sfruttare l’occasione, utile per far cassa? Perché in fase di previsione delle lottizzazioni non si sono inseriti appezzamenti comunali ma si è lasciato ai privati l’arricchimento grazie alla trasformazione dei loro terreni da agricoli a edificabili?

Una domanda legittima!

Ritengo che, come solito, la politica abbia abdicato al suo ruolo primari: tutelare gli interessi dei cittadini. Tutti i cittadini. A beneficiare di questo PRG che ritengo mediocre e miope, invece, saranno pochissimi, mentre la maggioranza dei cittadini non potrà che ricavarne danno: nel valore immobiliare delle proprietà, nella vivibilità del paese, nella qualità dei servizi, nei costi che la collettività dovrà affrontare per raddrizzare le storture previste nel piano stesso.

Rimane il fatto che del nuovo PRG se ne sono perse le tracce, o almeno così sembra, magari sarò smentito da qualche Assessore che sta lavorando direttamente in Regione, per aggiustare ciò che non gli garba!

Ho solo un’unica amara consolazione e considerazione: i figli dei politici responsabili del degrado saranno nella stessa barca dei miei, magari con qualche soldo in più, ma sempre nel fango fino alle ginocchia.

Sempreché, dopo il saccheggio, non decidiamo di andare a vivere altrove per ricominciare l’opera portata tanto bene a termine qui.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
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il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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