Roma
ANGUILLARA – DEBITI FUORI BILANCIO E UN SINGOLARE COMUNICATO STAMPA DEL SINDACO
Tempo di lettura 7 minutiIl Consiglio comunale sollecita la Corte dei Conti a fare chiarezza sui debiti fuori bilancio. E scrive pure al Prefetto
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13 anni faon
Emanuel Galea
Il Consiglio comunale di Anguillara fa sapere, attraverso una nota del 6 aprile scorso, di aver sollecitato la Corte dei Conti e il Prefetto di Roma attraverso una lettera in cui si chiede di intraprendere ogni tipo di azione volta a individuare le responsabilità amministrative che hanno portato alla creazione di ingenti debiti fuori bilancio che hanno messo il Comune a rischio di dissesto finanziario. Nella nota viene evidenziato il fatto che a tutt’oggi l’Amministrazione deve ancora pagare la somma di euro 780mila 368,48 per debiti fuori bilancio mentre ha già pagato la somma di euro 1milione 381mila 669,99 sempre per debiti fuori bilancio transatti. A conclusione della nota si legge: “Riteniamo che si debba fare chiarezza su questa vicenda che vede distratte ingenti risorse che invece potevano essere utilizzate per investimenti e per servizi ai cittadini. L'Amministrazione reputa che l'unico soggetto abilitato ad un'indagine di inchiesta seria ed esaustiva competente ad evidenziare eventuali responsabilità sia la magistratura contabile. Per questi motivi, al fine di tutelare gli interessi dei cittadini, abbiamo formalizzato le suddette richieste alla Corte dei Conti.” Un qualsiasi comune mortale dopo aver letto la nota comunale si sarà chiesto cosa potrà fare mai la Corte dei Conti che non può fare la stessa Amministrazione, avendo, come si legge nello stesso comunicato, ogni elemento utile all’esame di ciascuna posizione. Chi meglio di questa può individuare leggerezze, omissioni oppure eventuali irregolarità? Un secondo quesito che il lettore si sarà chiesto è quali possano essere stati i sospetti che hanno portato l’Amministrazione a chiedere l’intervento del Prefetto di Roma per fare chiarezza. I debiti fuori bilancio non sono certo un segreto di stato. Di questi sono al corrente i revisori che hanno certificato i bilanci insieme agli amministratori. E la memoria dei residenti torna ad una dichiarazione dell’allora Commissario Prefettizio Serenella Bellucci in merito alle entrate di Anguillara che sono appena sufficienti per pagare le rate dei mutui. Dichiarazione, questa, rilasciata dopo aver appreso la notizia della sentenza di condanna della Suprema Corte di Cassazione verso il comune a pagare oltre un milione di euro, stesso milione di euro che ancora gira come una mina vagante tra i corridoi del Comune. Da non dimenticare, anche, le raccomandazioni del Collegio dei Revisori, che ha ammonito gli amministratori riguardo il sovente ricorso alle anticipazioni di cassa al limite del consentito per equilibrare i conti. Nella dichiarazione del Commissario Prefettizio e nel monito del Collegio dei Revisori è da ricercare la lettura dello sfacelo delle finanze della cittadina lacustre. Lo sfacelo finanziario ha un nome e cognome , ha una data di nascita e soprattutto ha una firma che lo condanna. I responsabili non possono oggi nascondersi dietro un dito e nessuno di questi può tirarsi fuori dalle molteplici responsabilità di enorme gravità. In questo momento di crisi, ogni atto irresponsabile che viene alla luce , oltre che screditare la classe politica, ferisce il popolo e, giustizia vuole, che i responsabili vengano fuori per farsi guardare negli occhi dai cittadini, pertanto chi ha gli elementi utili per l’esame di ciascuna posizione debitoria, come si legge nella nota rilasciata dal Consiglio comunale, li metta a disposizione di una commissione che, a secondo gli esiti, deciderà il da farsi. Senza addentrarsi nella preistoria di Anguillara, basta percorrere le attività degli ultimi due anni della vita consiliare per capire meglio le origini, le anomalie e le cause del fenomeno. Il debito fuori bilancio non conosce colore, non è ne destra e ne di sinistra. E sgomberato il campo da ideologie e da passioni politiche il debito fuori bilancio, per lo meno per quanto riguarda Anguillara, nasce unicamente dall’impreparazione degli amministratori e magari da consigli poco saggi da parte dei collaboratori di quest’ultimi. Agli occhi del comune mortale sembrerebbe infatti che le varie situazioni non siano state ben ponderate prima di prendere decisioni definitive. La strada delle delibere 2011 e 2012 è lastricata da numerosi atti temerari ad esiti ignoti. Si ha l’impressione di una scarsa dialettica di fronte a richieste avanzate dai cittadini che molto spesso sono favorevolmente giudicate dal diritto. Anziché affidarsi ad un unico studio legale per avere tutti i vantaggi che può offrire tale soluzione, l’Ente amministrativo ha optato per dividere le varie vertenze nei confronti del Comune, fra decine di studi legali, ottenendo quindi un maggior aggravio di spese e di tempi. Dando un’occhiata alle delibere si ha una strana impressione del rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadinanza. La prima cosa che salta all’occhio è che non si trova alcuna traccia di contrattazione bonaria. E l’impressione che si ha è quella che davanti alle richieste dei cittadini che reclamano dei diritti o che li dichiarino lesi, l’Ente non intenda perdere tempo in trattative, deliberando immediatamente il conferimento dell’incarico di risolvere il contenzioso a uno dei molteplici avvocati iscritti nell’albo del Comune. Così un debito , diciamo a titolo esemplificativo, di 2mila e 400 euro può lievitare a 3mila e 890 euro circa, con un aumento del 62 percento. Considerando che la maggior parte delle cause il Comune le perde quasi sempre, il risultato finale è che all’Ente oltre al debito tocca accollarsi anche le spese dell’avvocato e delle spese procedurali. Bisognerebbe invece, a parer di molti, analizzare caso per caso, studiando quale diritto reclama il cittadino o quale torto denuncia aver subito da parte del Comune. Possibile non ci siano spazi per le trattative bonarie, intorno a un tavolo? Ad Anguillara la gente si conosce tutta e pertanto ci si potrebbe ragionare civilmente ed in via amicale per cercare di arrivare a un accordo bonario, riconoscendo il diritto a chi spetta e negandolo a chi no, ottenendo quindi una drastica diminuzione delle pratiche legali che fanno lievitare ulteriormente i debiti comunali . Perché questo non si fa? Per mancanza di volontà? Per incapacità di mediare? Perché si crede più sbrigativo passare la pratica al legale? Chi conosce i bilanci di Anguillara sa che non lasciano margini per manovre azzardate. Giustissimo quindi quello che dichiarò il Commissario Bellucci. Le entrate bastano appena per pagare i mutui. I debiti fuori bilancio sono una mina vagante. La nota dell’Amministrazione quindi non è altro che una ammissione di gravi difficoltà attuali. Come si fa ad evitare un debito fuori bilancio? Viene spontaneo rispondere: con il buon senso. Innanzitutto il debito fuori bilancio è da considerarsi un rischio e come tale dovrebbe trovare un suo spazio nel fondo rischi. A monte di questo ragionamento il debito fuori bilancio è da evitare. Un Comune che si rispetti dovrebbe avere innanzitutto un dialogo con i suoi cittadini, anziché una chiusura totale a ogni forma di dialogo, monopolizzando l’attività del Consiglio con delibere per conferire incarichi ai numerosi avvocati. A testimonianza di quanto appena detto, in fondo all’articolo, riportiamo una campionatura, degli ultimi dieci mesi, di delibere relative a liti, incarichi e ricorsi. Tutte azioni che producono debiti fuori bilancio. Una cosa è chiarissima, al comune mortale, che chi paga è sempre la collettività, come nel caso della dott.ssa M.I., ex segretario comunale indagata per l’ipotesi di reato di cui all’art. 328 c.p. (Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione). La collettività già si accolla 2mila e 500 euro per spese legali, augurandosi che venga completamente scagionata, altrimenti in caso contrario la cittadinanza dovrà fare fronte ad altri esborsi.
E’ condivisibile, quindi, l’iniziativa dell’Amministrazione di coinvolgere la Corte dei Conti , si auspica però che maggioranza ed opposizione intendano assumere autonomamente iniziative per fare luce sulle responsabilità della formazione e crescita di questi debiti fuori bilancio. Un atto dovuto ai cittadini che si trovano costretti a pagare debiti formatesi per responsabilità di altri. La popolazione vuole conoscere natura ed entità di ogni singolo debito. Sono atti di mala amministrazione che riversano il loro effetto vessatorio sui cittadini. Per questo motivo, e non solo, è dovere degli amministratori fare piena chiarezza a 360 gradi. Conoscere gli errori di ieri per non ripeterli domani.
DELIBERE DEGLI ULTIMI 10 MESI CHE PRODUCONO DEBITI FUORI BILANCIO
G.C. 103 del 29.06.2011
Notifica Tribunale Ordinario di Civitavecchia il 27.05.2011 ricorso Soc. Miri Pavimentazione s.r.l
. Euro 1.500 + Iva per Spese Giudizio (iniziali)
G.C. 105 del 29.06.2011
Notifica del Tribunale ordinario di Civatavecchia il il 11.06.2011 ricorso Soc. La Mandola s.r.l.
Euro 1.500 + Iva per spese giudizio (iniziali)
G.C. 110 del 14.07.2011
Commissione Tributaria Provinciale di Roma il 10.05.2011 ricorso Soc.Luca Pubblicità s.n.c. avverso accertamento imposta comunale sulla pubblicità.
G.C. 140 del 15.09.2011
Tribunale Civile di Roma Sez. Lavoro il 11.07.2011 ricorso sig. Enrico Meloni
Euro 1.500 spese giudizio (iniziali)
G.C.144 del 22.09.2011
Tar Lazio ricorso del 07.07.2011 presentato da Gasperini Daniela, Romano Maria Rosaria,Giovanni Castori,Andrea Mesiano
Euro 1.500 spese giudizio (iniziali)
G.C. 145 del 22.09.2011
Transazione pagamento “post mortem” discarica Cupinoro – sollecito da parte della Bracciano Ambiente Spa delle fatture di pagamento euro 413.715,10 che hanno generato un debito fuori bilancio di euro 164.995,75 che doveva essere liquidato entro il 31.12.2011 ,non pagate allora per difficoltà di cassa
G.C. 133 del 26.08.2011
Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio del 05.07.2011 ricorso della Coop. Nepente Euro 100 impegnate oltre Iva ed oneri
G.C. 150 del 29.09.2011
Ordinanza Tar Lazio del 04.07.2011 ricorso promosso dall’assoc. Codacons ed altri
Euro 1.000 impegnati per spese Giudizio (iniziali)
G.C. 3 del 19.01.2012
Dott.ssa M.I. ex segretario Comunale indagata per ipotesi di reato di cui all’art.328 c.p.
Spesa avv. 2.500,00
Art. 328. (Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione.)
Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.
Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa.
G.C.. 5 del 19.01.2012
Tribunale di Civitavecchia Sez. Lavoro del 18.05.2011 ricorso ex art. 414 ss c.p.c. dalla Sig.ra Langhitano Adriana Impegno di spese N.N.
G.C. 7 del 19.01.2011
Tar Lazio del 18.01.2012 ricorso promosso da Dama S.r.l. – Edilnova s.r.l. – Edil Quattro & C. s.n.c.
Impegno di spese N.N.
G.C.8 del 19.01.2012
Tar Lazio del 30.12.2011 promosso da Consorzio di Cooperitive Edilizie Laziali Co.C.E.L.
Impegno di spesa N.N.
G.C. 12 del 26.01.2012
Tribunale Ordinario di Civitavecchia Sezione Staccata di Bracciano del 14.12.2011
Atto di pignoramento presso terzi promosso dalla Signora Lancellotti Maria Pia
Impegno di spesa N.N.
G.C. 21 del 23.02.2012
Tar Lazio del 15.02.2012 ricorso promosso dai sigg.ri Alasia Ledi, Alasia Irene, Latore Romina.
Impegno di spesa N.N.
Determina Dirigenziale n. 317 del 30.03.2012
Ingiunzione di pagamento sanzioni amministrative Regione Lazio
Sentenza del Tribunale Civile di Civitavecchia sez. distaccata di Bracciano relativa al sinistro occorso ai sigg.ri Tolu.
Il giudizio civile del 12.02.2005 si è concluso con una sentenza di condanna.
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