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Roma

Anguillara, comitato di quartiere 9: quella riunione per pochi intimi

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Tempo di lettura 3 minutiScarsa la partecipazione, notevoli le polemiche

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di Simonetta D'Onofrio

 

Se i comitati di quartiere sono l’espressione della democrazia partecipata, la riunione avvenuta qualche sera fa nella casa comunale di Colle Sabazio, organizzata dal Comitato di Quartiere 9, con l’annunciata presenza del sindaco, è stata la sconfitta di tale progetto, vista la scarsa partecipazione della popolazione, una ventina di persone in tutto, delle quali la metà hanno espresso posizioni fortemente critiche sull’operato dello stesso. La scarna conta dei presenti non può non essere considerata un flop. Convocazione pubblica di tutti gli abitanti del Quartiere n°9, effettuata da un direttivo evidentemente poco convincente, considerato che anche la metà dei componenti dello stesso erano in altre faccende affaccendati. 

All’ultimo momento la sindaca è stata sostituita dall’assessore Piccioni, il quale sembra non aver soddisfatto le richieste di alcune persone, che hanno instaurato un confronto dialettico abbastanza aspro, maldigerito dall’amministratore, tanto da essere costretto più volte ad alzare la voce e a battere i pugni sul tavolo per rafforzare le proprie tesi. “Io chiedevo il motivo per cui l’acqua esce marrone dai rubinetti, e lui urlava ma non forniva mai risposte”, ci ha confidato uno dei presenti al termine dell’assemblea.

A peggiorare il risultato finale, c’è stato un clima da stadio, mal gestito da una presidente che non ha dimostrato di essere in grado di saper condurre il confronto. Alcuni presenti chiedevano al referente dell’amministrazione di capire come fosse stato possibile utilizzare la stessa struttura pubblica da una “fantomatica” associazione (da nessun parte si hanno contezza del codice fiscale, del nome delle figure direttive, della sede legale) per cene a pagamento, tornei di briscola, burraco e anche come sala bingo, e di capire quali siano i legami tra la stessa associazione e il Comitato di Quartiere, poiché in molte di queste iniziative i due nomi sono apparsi affiancati.

Una polemica, quella sulla destinazione del centro, che potrebbe vedere la parola fine con l’intenzione, annunciata dall’assessore, di destinare la struttura per le situazioni di difficoltà presenti nel territorio comunale. Bisogna però a questo punto sapere quali saranno i criteri d’individuazione dei soggetti preposti a operare nel locale, chi potrà usufruire dei servizi, se potranno convivere più soggetti con progetti diversi. Su questi punti sarà probabilmente il caso che il sindaco e l’assessore ai Servizi Sociali organizzino un incontro pubblico ad hoc.

Anche la discussione che si è sviluppata durante l’assemblea ha dimostrato come, sul piano della divisione dei quartieri, siano stati fatti, negli anni scorsi, errori madornali. Alcuni anziani presenti nel locale non riuscivano a comprendere la presenza, lì a Colle Sabazio, delle persone di Ponton dell’Elce. La costruzione del “Quartiere nove” è un’operazione di fusione a freddo, non riuscita, di due realtà diverse tra loro. Il quartiere nove non è un’identificazione topografica. È un mostro transgenico partorito dalla fantasia dell’ex delegato ai quartieri, Secondo Ricci, che ha fagocitato senza digerire i quartieri preesistenti, che non riescono a riconoscersi nella nuova realtà.

Durante l’incontro, alcuni cittadini hanno contestato anche le modalità di svolgimento delle elezioni del direttivo, condotte a ridosso delle consultazioni amministrative, con candidati che erano presenti sia nelle liste comunali che in quelle del comitato. “Il problema maggiore è che hanno fatto votare per il direttivo in coincidenza con il referendum consultivo sulle cave. Molte persone sono venute qui per le cave, e poi si sono ritrovate anche una scheda con un nome da barrare. Se non ci fossero state le cave non avrebbero mai raggiunto il numero perché le elezioni fossero valide”, si sfoga un cittadino.
Il nervosismo degli organizzatori è apparso evidente durante alcuni screzi, provocati principalmente da una persona presente in sala, che ha iniziato a cercare di zittire chiunque criticasse, rivolgendosi direttamente a chi prendeva la parola anche con toni minacciosi.
A giorni è stata convocata una nuova assemblea del quartiere. Ci troviamo davanti a una ripetizione di assemblee quasi bulimica. Speriamo che le ripetute convocazioni non siano un aumento di quantità per compensare l’assenza di qualità.