ANGUILLARA: CITTA’ DELLE SIGNORIE…


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di Emanuel Galea
Anguillara (RM)
– Ad Anguillara le “signorie” nascono nel momento in cui sorgono le crisi interne dell'amministrazione comunale. E se non ben gestite rischiano di compromettere e di far saltare tutti gli equilibri della stessa amministrazione Comunale.

Le signorie rappresentavano l'evoluzione istituzionale di molti comuni urbani dell'Italia centro-settentrionale dalla fine del XIII secolo. Esse si svilupparono a partire dal conferimento di cariche podestarili o popolari ai capi delle famiglie preminenti, con poteri eccezionali e durata spesso vitalizia. In tal modo si rispondeva all'esigenza di un governo stabile e forte che ponesse termine all'endemica instabilità istituzionale ed ai violenti conflitti politici e sociali, soprattutto tra magnati e popolari. Semplificando, si può riassumere dicendo, che le signorie furono istituite per risanare una situazione di stallo nei Comuni. Il lato negativo fu rappresentato dal fatto che il potere fu consegnato ad una mano sola, quella del ricco, del potente del momento.

Lungi da chi scrive voler paragonare la situazione attuale in cui verte oggi la città di Anguillara Sabazia con quella della Milano, Venezia o Firenze del 1200 d.C.  Ciò nonostante un germoglio di “signoria” non si può dire che sia assente nella cittadina lacustre, e perciò occorre evidenziarlo a chi di dovere confidando in un pronto intervento che rinormalizzi lo stato delle cose.

 

Un marciapiede pubblico ad uso esclusivamente privato: Se non la si vuole definire “signoria” la si può allora chiamare prepotenza. Ci è stato segnalato da una residente di Anguillara un episodio che ha suscitato l'indignazione della signora e per questo abbiamo deciso di renderlo pubblico ì. Venendo da via San Francesco e spingendo una carrozzina, questa signora voleva procedere in direzione di via Romana, ma qui si è trovata di fronte a serie difficoltà. Il marciapiede, davanti ad un esercizio di vapoforno era tutto occupato da macchine parcheggiate e girando, come si vede dalle foto immortalate da L'Osservatore d'Italia, proprio in curva il marciapiede è occupato da vaschette di piante con tutta probabilità di proprietà dello stesso esercizio commerciale. Ci si chiede: quel marciapiede è proprietà privata? Se non lo è, i vigili che devono vigilare, perché non intervengono?

 

Il piazzale adiacente il cimitero si scopre essere proprietà privata: Fino a pochi giorni fa, la stragrande maggioranza della popolazione di Anguillara era convinta che il piazzale adiacente il cimitero fosse un parcheggio pubblico. Ebbene, il piazzale è ormai recintato da qualche giorno in quanto non si tratta di un parcheggio pubblico bensì di proprietà privata ed il leggittimo proprietario ha deciso di riappropriarsene. Tutto vero, sulla recinzione sono stati apposti dei cartellini con scritto “proprietà privata”. Alcuni residenti si chiedono "possibile che il proprietario si ricorda dopo 40 anni di riappropriarsi dell'area?" Altre persone hanno commentato "che c’è di male. Il terreno è il suo e quindi si ricorda quando vuole. Se questa faccenda fosse stata fra due privati, uno di loro avrebbe potuto invocare l’usucapione. Nel nostro caso le parti sono: il Comune di Anguillara Sabazia e il privato. Ci si chiede: E' applicabile l’usucapione da parte del Comune? Se si, è intenzione dell'amministrazione comunale avvalersi di questa facoltà a beneficio della comunità?
 
L'esercente che crede di poter disporre di tutto lo spazio in piazza: Un altro piccolo episodio, relativo le "signorie" ci viene raccontato da un residente che ci consegna persino la documentazione fotografica. Per agevolare la propria clientela, il gestore del bar, ha provveduto, come si vede dalla foto, a far affiggere i soliti cartellini “parcheggio riservato ai soli clienti”. Sarebbe stato tutto normale se non fosse per il fatto che lo spazio davanti al gazebo fa parte di piazza dello Zodiaco e non figura nessuna segnalazione dell'amministrazione comunale che riserverebbe la suddetta  zona a parcheggio privato. Ci si augura che quei cartelli non vogliano rappresentare uno scherzo, perché se di questo si trattasse, i vigili che devono vigilare, cosa vigilano?

 

Dopo il pontile di Anguillara, un cancello interrompe l’incanto di una passeggiata: Se su quei cartelli davanti al gazebo in piazza dello Zodiaco possono nascere dei dubbi che si tartti di uno scherzo, di cattivo gusto, su quel cancello, chiuso col catenaccio a doppia mandata, in fondo a via del Molo, i dubbi non possono sussistere. Passando oltre il pontile e proseguendo in via del Molo, si può scoprire una delle passeggiate più incantevoli e più rilassanti che si possa desiderare. Lo scenario, man mano che si prosegue nella passeggiata, cambia colore, aspetto. Da sinistra le acque limpide del lago e a destra la rupe che come un palmo di mano aperto, sembra reggere la Collegiata. Alberi e piante strusciano addosso la rupe e le scale che serpeggiano fin lassù, sembrerebbero voler raggiungere il cielo. Dolce è la passeggiata e diventa più incantevole dirigendosi verso l’interno. Ad un certo punto si apre un piazzale. Un semicerchio a scale che avrebbe dovuto rappresentare cosa? Un anfiteatro? Peccato, oggi anche questo testimonia il degrado urbanistico, una vera e propria bruttura piazzata in quell’ oasi. La passeggiata e l’incanto finiscono lì, perché proprio lì, inizia la “proprietà privata”. Un cancello arrugginito, chiuso col catenaccio inibisce un'intera cittadinanza ad avere il piacere di proseguire oltre. Non si può. La Signoria ha detto no! Da lì si poteva continuare, arrivando fino alla darsena del villaggio dei pescatori, altra l'oasi. Non si può. Il proprietario ha chiuso il cancello!

 

Un portale antico, un tempo l’ingresso di una tenuta: Le proprietà private che spuntano dalla nebbia dei tempi ormai stanno diventando dei fenomeni interessanti. Del Portale antico in via Di Domenico si è parlato un paio di anni fa, anche se in quell'occasione la questione venne discussa sul Web. E non fu ben chiarito se quel terreno dietro quel portale appartenesse a privati oppure al Comune o, ad altri soggetti. Sta di fatto che quel Portale, anche se non risale ai tempi degli antichi romani, rappresenta una parte della storia della cittadina, al pari della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare. Eppure sta lì, crolla a poco a poco in presenza dell’abbandono e dell’incuria di chi dovrebbe averne cura. Ma poi, sarà proprio vero che quel terreno è di proprietà privata?

 

L'ecomostro – scempio e monumento al degrado: Quel palazzo bruciato, che da anni padroneggia la vista e deturpa il panorama, colpo nell’occhio al visitatore che arriva ad Anguillara o del visitatore che da piazza del Molo guarda verso quella direzione. Quel mostro dovrebbe far arrossire qualsiasi amministrazione. Nessuno s’illuda. La verità è sempre quella di Don Abbondio: 'Il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare'. Se i Comuni perdono le proprie forze, creano una condizione di confusione sociale, perdono autorità ed equilibrio. La cura del decoro di una cittadina spetta all’Ente pubblico e non può essere sacrificato a favore dell’interesse privato.

 

Conclusione: Diventa sempre più difficile, ad Anguillara, distinguere la proprietà privata da quella pubblica. Per avere certezze si deve impiegare molto tempo ed avvalersi di personale tecnico con la voglia di consultare archivi e studiare piantine e mappe varie. Non è interesse di chi scrive fare questo tipo di indagine. A chi scrive fanno fede i cartelli esposti che dichiarano che quella proprietà e l’altra pure sono private. Punto e basta! Chi scrive ha il dovere di dare voce alla gente che fa domande. La domanda, appunto insistente che viene fatta è questa: Queste proprietà private, metri e metri di terreni, in questi ultimi decenni sono stati assoggettati ai vari prelievi Ici, Imu, Tarsu, Tares, Tasi e bla… bla… e  bla… al pari degli altri cittadini, comuni mortali? Questo è il dilemma, diceva Amleto. Chi è che risponde? E’ bello riappropriarsi della legittima proprietà. E’ pure legittimo che l’Ente pubblico reclami la sua parte e che il vigile… si ricordi di vigilare.