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ANGUILLARA: BUFERA SULLA DELEGA DEL COMUNE PER IL CONSORZIO DI NAVIGAZIONE. DIMISSIONI CON POLEMICA

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Tempo di lettura 2 minuti Il consigliere per conto del Comune di Anguillara manda una lettera di dimissioni per il silenzio dell'amministrazione

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di Simonetta D'Onofrio

La nomina come rappresentante in un organismo pubblico non deve servire per “riempire una casella”, non è una occupazione da inserire in un curriculum, ma deve essere effettuata per affidare un compito di controllo e di proposta a persone valide che hanno voglia di operare e soprattutto che vengono messe in condizione di farlo.

È uno sfogo amaro quello di Luigi Buonocore, professionista che vive ad Anguillara, che due anni fa è stato nominato come rappresentante del Comune di Anguillara nel Consorzio di navigazione del Lago di Bracciano. Una situazione che ha definito nella lettera di dimissioni scrivendo: “L'espletamento del compito di rappresentare il Comune  avrebbe contemplato il coinvolgimento dello scrivente, quanto meno a titolo informativo e consultivo, da parte della Amministrazione Comunale riguardo la materia. Cosa spesso paventata e da me sollecitata, ma a tutt'oggi mai realizzata, disattendendo ogni mia più entusiastica aspettativa”.

Abbiamo cercato di farci spiegare meglio la situazione dal sig. Buonocore.

 

Può esplicitarci meglio le ragioni per cui ha deciso di lasciare il consorzio? Lei parla di un non coinvolgimento, in che senso?

Da quando sono stato chiamato a far parte del consorzio, circa due anni fa, non ci fu neanche una lettera di nomina. Non volevo certo una cerimonia, ma almeno un foglio di nomina. Sono stato invitato a fare un consiglio di amministrazione quando c’era il Commissario nominato dalla Provincia. Però hanno fatto i convegni, e non ho saputo nulla. Con l’Area Metropolitana, a inizio anno, abbiamo saputo, leggendolo da Facebook, però, che il consorzio era salvo, perché l’Area Metropolitana si era riunita e aveva stabilito che il consorzio doveva continuare ad esistere. Ma noi non sapevamo nulla. Mi ha contattato qualche giornalista, e io non sapevo neanche cosa dire. Anche quando è stato eletto Rolando Luciani come presidente, lo vengo a sapere da Facebook, non è possibile però.

 

Quindi è la mancanza di comunicazione con l’ente che ti ha nominato?

Certo. Pensa che ultimamente hanno fatto la riunione per l’emergenza delle acque del lago, neanche una telefonata per farmi sapere della cosa, o anche successiva per dirmi quello che avevano deciso. Mettono la tua faccia davanti ma non ti fanno sapere neanche ciò che decidono.

 

Oltre allo scoramento, perché hai voluto evidenziare questa tua scelta?

Volevo far capire che questi incarichi non servono solo per fare numero, o per dare un contentino. Sono incarichi che non prevedono un gettone di presenza, vengono fatti solo per volontariato, un impegno spassionato, proprio per questo, almeno non mettermi in difficoltà.

 

La vicenda evidenziata dal sig. Buonocore ci insegna una cosa. Non si può parlare di vocazione turistica, di volontà di programmare un futuro, se non si “fanno lavorare” gli strumenti che permettono un valore aggiunto al nostro territorio. Il consorzio di navigazione, che ha la gestione del battello Sabazia I, può creare turismo, ma se lasciato agli spicci delle divisioni tra i sindaci del territorio, diventa un inutile orpello che serve solo per far fare “bella figura” in alcune feste dall’utilità alquanto discutibile.

Il motto “insieme si può”, se non viene coniugato nemmeno con le persone che sono nominate dalla giunta, quale significato residuo mantiene?

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Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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