ANGUILLARA, AMIANTO NELL'EX DISTRIBUTORE: NONOSTANTE L'ORDINANZA IL PERICOLO INCOMBE

di Simonetta D'Onofrio

Anguillara (RM) – Un’area di servizio, quella su via Casale Sant’Angelo, nei pressi di Ponton dell’Elce, che non è mai riuscita a decollare. Più volte nel corso degli anni ha cambiato gestione, ma raramente è riuscita a offrire un servizio adeguato, nonostante tempo fa insistevano nel suo complesso anche un bar e un’edicola. Da diverso tempo, però, il distributore è ormai irrevocabilmente, potremmo aggiungere, chiuso. L’edicola e il bar non esistono più, e il prefabbricato di servizio alle pompe di benzina, si trova in un forte stato di degrado in particolare per la presenza della copertura realizzata in eternit, che rilascia fibre d’amianto, pericolose per la salute.

È ormai noto a chiunque che l’amianto, è stato riconosciuto come un cancerogeno certo per l'essere umano. Infatti le fibre contenute nel materiale hanno la caratteristica di dividersi longitudinalmente, per cui mantiene questo suo aspetto fino alla dimensione di alcuni centesimi di micron (un micron è un millesimo di millimetro). Fin dal 1992, con la legge 25 il legislatore ha vietato tutti i prodotti contenenti l’amianto, non emette radiazioni ma è molto pericoloso se inalato, infatti può entrare in profondità negli alveoli polmonari. Le fibre disperse in aria possono essere inalate dall'uomo e sono ritenute dagli esperti pericolosissime, le malattie che ne conseguono sono pertanto associate all'apparato respiratorio, principalmente il mesotelioma pleurico, con conseguenze irreversibili.

Ci si chiede, come sia possibile che in un centro abitato del comune di Anguillara Sabazia non siano salvaguardati tutti gli aspetti relativi alla tutela dell’ambiente, della salute pubblica dei cittadini residenti. Come sia possibile che ancora non sia stato fatto nulla per lo smaltimento dei rifiuti, del controllo delle attività di bonifica dell’amianto presente negli edifici e negli impianti incriminati.

Una situazione di abbandono veramente desolante, che ben rappresenta la condizione di una periferia di una città, Anguillara, che se non brilla per le attività nel centro cittadino, quando si passa la braccianese, dimostra tutto lo squallore che la caratterizza. Come si può accettare che dinanzi ad una situazione simile, l’ente preposto per la tutela dei cittadini, si limiti alla richiesta di intervento da parte del privato, senza pretenderne la rapidità d’azione? In situazioni come queste, sarebbe opportuno che il soggetto pubblico, in caso di mancato intervento da parte del proprietario del sito, operi al suo posto, imponendo in seguito le spese al privato. L’ambiente chi lo dovrebbe tutelare? Chi dovrebbe controllare?

Un pericolo evidente, reale, per cui la semplice ordinanza comunale di rimozione, emessa nel mese di settembre, non sembra essere sufficiente per la tutela dei cittadini. Questa situazione ha fatto sì che diverse persone hanno chiesto alla redazione di questo giornale di segnalare questa “bomba ecologica”. Ci dicono come sia possibile che davanti a tutto ciò, dopo due mesi, il comitato di quartiere non si adoperi per sollecitare a gran voce questo caso. Tra le istanze pubblicate dal comitato di quartiere, sulla questione non c’è scritto nulla, nella sua pagina Facebook, invece di una richiesta di intervento, di un sollecito, di un qualsiasi “segnale di vita”, per chiedere l’immediata soluzione del problema, viene pubblicata l’ordinanza comunale, peraltro scaduta da alcune settimane, quasi a giustificare il non intervento.

“Allora – si lamentano alcuni cittadini – a cosa serve un comitato così? Se dovevamo eleggere qualcuno per fare da pappagallo mediatico, potevamo risparmiarci questa farsa. Ora che si avvicinano le elezioni comunali, cosa dovremmo aspettarci, le lodi sperticate verso questo o quell’altro assessore, invece delle dovute critiche?”.