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Roma

ANGUILLARA, AMIANTO NELL'EX DISTRIBUTORE: NONOSTANTE L'ORDINANZA IL PERICOLO INCOMBE

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Tempo di lettura 2 minuti "Tra le istanze pubblicate dal comitato di quartiere, sulla questione non c’è scritto nulla"

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di Simonetta D'Onofrio

Anguillara (RM) – Un’area di servizio, quella su via Casale Sant’Angelo, nei pressi di Ponton dell’Elce, che non è mai riuscita a decollare. Più volte nel corso degli anni ha cambiato gestione, ma raramente è riuscita a offrire un servizio adeguato, nonostante tempo fa insistevano nel suo complesso anche un bar e un’edicola. Da diverso tempo, però, il distributore è ormai irrevocabilmente, potremmo aggiungere, chiuso. L’edicola e il bar non esistono più, e il prefabbricato di servizio alle pompe di benzina, si trova in un forte stato di degrado in particolare per la presenza della copertura realizzata in eternit, che rilascia fibre d’amianto, pericolose per la salute.

È ormai noto a chiunque che l’amianto, è stato riconosciuto come un cancerogeno certo per l'essere umano. Infatti le fibre contenute nel materiale hanno la caratteristica di dividersi longitudinalmente, per cui mantiene questo suo aspetto fino alla dimensione di alcuni centesimi di micron (un micron è un millesimo di millimetro). Fin dal 1992, con la legge 25 il legislatore ha vietato tutti i prodotti contenenti l’amianto, non emette radiazioni ma è molto pericoloso se inalato, infatti può entrare in profondità negli alveoli polmonari. Le fibre disperse in aria possono essere inalate dall'uomo e sono ritenute dagli esperti pericolosissime, le malattie che ne conseguono sono pertanto associate all'apparato respiratorio, principalmente il mesotelioma pleurico, con conseguenze irreversibili.

Ci si chiede, come sia possibile che in un centro abitato del comune di Anguillara Sabazia non siano salvaguardati tutti gli aspetti relativi alla tutela dell’ambiente, della salute pubblica dei cittadini residenti. Come sia possibile che ancora non sia stato fatto nulla per lo smaltimento dei rifiuti, del controllo delle attività di bonifica dell’amianto presente negli edifici e negli impianti incriminati.

Una situazione di abbandono veramente desolante, che ben rappresenta la condizione di una periferia di una città, Anguillara, che se non brilla per le attività nel centro cittadino, quando si passa la braccianese, dimostra tutto lo squallore che la caratterizza. Come si può accettare che dinanzi ad una situazione simile, l’ente preposto per la tutela dei cittadini, si limiti alla richiesta di intervento da parte del privato, senza pretenderne la rapidità d’azione? In situazioni come queste, sarebbe opportuno che il soggetto pubblico, in caso di mancato intervento da parte del proprietario del sito, operi al suo posto, imponendo in seguito le spese al privato. L’ambiente chi lo dovrebbe tutelare? Chi dovrebbe controllare?

Un pericolo evidente, reale, per cui la semplice ordinanza comunale di rimozione, emessa nel mese di settembre, non sembra essere sufficiente per la tutela dei cittadini. Questa situazione ha fatto sì che diverse persone hanno chiesto alla redazione di questo giornale di segnalare questa “bomba ecologica”. Ci dicono come sia possibile che davanti a tutto ciò, dopo due mesi, il comitato di quartiere non si adoperi per sollecitare a gran voce questo caso. Tra le istanze pubblicate dal comitato di quartiere, sulla questione non c’è scritto nulla, nella sua pagina Facebook, invece di una richiesta di intervento, di un sollecito, di un qualsiasi “segnale di vita”, per chiedere l’immediata soluzione del problema, viene pubblicata l’ordinanza comunale, peraltro scaduta da alcune settimane, quasi a giustificare il non intervento.

“Allora – si lamentano alcuni cittadini – a cosa serve un comitato così? Se dovevamo eleggere qualcuno per fare da pappagallo mediatico, potevamo risparmiarci questa farsa. Ora che si avvicinano le elezioni comunali, cosa dovremmo aspettarci, le lodi sperticate verso questo o quell’altro assessore, invece delle dovute critiche?”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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