ANGUILLARA: AL VIA LO SCARICO DI RESPONSABILITA' PER LE BOLLETTE TARI SBAGLIATE

di Silvio Rossi

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Anche quando l’evidenza mostra palesemente i limiti di una macchina burocratica inefficiente, non avere la capacità di ammettere le proprie responsabilità è quanto di meno professionale si possa concepire. Non saper dire “ho sbagliato” è una pecca cento volte maggiore dell’errore commesso. Accade quindi che, nella città di Anguillara Sabazia, con qualche migliaio di utenze TARI, vengano spediti nelle case dei cittadini e nelle attività commerciali le lettere relative alle prime due rate del 2015, pari alla metà di quanto riscosso lo scorso anni, con un errore, presente in tutti i moduli F24 necessari per l’espletamento delle operazioni di pagamento, relativo al codice ente.

Nei moduli predisposti spediti come allegato alla comunicazione comunale, il codice ente, invece di essere “A297”, che nella tabella dell’Agenzia delle Entrate significa appunto la cittadina lacustre, è stampato “I256”, che corrisponde a un altro comune, Sant’Ambrogio sul Garigliano, in provincia di Frosinone. Solo dopo la consegna di migliaia di lettere, e dopo che alcuni cittadini, più solerti di altri, hanno provveduto al pagamento della tassa, si è scoperto l’errore, con un dietrofront da parte del comune, che ha provveduto a rispedire gli avvisi di pagamento con i moduli corretti, posticipare la data del pagamento di un mese, e comunicare quanto avvenuto sul sito comunale.

Ma proprio la comunicazione dell’errore ha dimostrato con chiara evidenza l’inadeguatezza di una macchina amministrativa carente in tutti gli aspetti. Se si escludono alcune risposte, fornite come commento a post sui social network di richiesta dei cittadini, dell’assessore all’ambiente, che non era il soggetto titolato a dover fornire tali spiegazioni, ricadendo queste nella responsabilità, oltre che del sindaco, nelle mani del consigliere delegato al bilancio, non c’è stata una informazione chiara nei confronti dei cittadini.
Non sono stati affissi manifesti né è stato adottato un piano comunicativo che potesse raggiungere tutte le famiglie, un primo comunicato sul sito comunale, riporta “Si invitano pertanto i contribuenti a non pagare l'acconto ricevuto”, avviso che, in assenza della comunicazione di un rinvio formale, ha fatto preoccupare non poco chi temeva, in caso di ritardo, la possibilità di una mora. La comunicazione che il termine era stato prorogato è stata pubblicata solo il 18 maggio, due giorni dopo che la scadenza originaria era stata superata.

In tutto questo gioco di errori e comunicazioni di rettifica, ci sono un paio di elementi che, indipendentemente dall’errore, non sono giudicati accettabili dai cittadini. In primo, il Comune ha affermato che “l’errore non è da imputare alla propria responsabilità”. Questa affermazione non è veritiera. Quando un ente commissiona un lavoro a una società, il collaudo del lavoro stesso è di competenza dell’ente. La ditta che ha sbagliato a stampare i moduli avrà anche sbagliato, ma il comune avrebbe dovuto accertare l’errore prima di inviare gli avvisi a casa dei cittadini, le eventuali responsabilità tra ente e società non riguardano i cittadini, che si affidano al comune e non alla società che stampa i bollettini. Rinviare la “colpa” a un soggetto che non ha un contatto diretto con gli utenti finali è scorretto.
Anche la comunicazione del solerte assessore, che ha cercato di “mettere la toppa” non dice la verità, perché il codice stampato sugli F24 è del comune di Sant’Ambrogio sul Garigliano, mentre nelle giustificazioni veniva indicato “Codice Ente errato ovvero con un Codice Ente appartenente al Comune di Frosinone”. Come si fa a credere che l’errore è della società che ha stampato i moduli, se anche nella comunicazione di rettifica si sbaglia il comune cui sono stati inviati i pagamenti errati?
In ultimo, come si può continuare a dare credito a chi non sa dire, davanti a un errore “ho sbagliato, è colpa mia” ?