Roma
ANCORA SUI MINORI
Tempo di lettura 3 minutiNessun Tribunale può fare giustizia nella sfera affettiva
Tempo di lettura 3 minutiNessun Tribunale può fare giustizia nella sfera affettiva
Published
12 anni faon
Gerardo Spira
Gentile Direttrice, ho letto sul Vostro quotidiano del 5 marzo [ TUTELA DEI MINORI: QUANDO ASSOCIAZIONI E INFORMAZIONE VENGONO MESSE SOTTO ACCUSA ] l'accaduto lamentato dalla vice direttrice Roberta Sabaud dell'associazione "donne per la sicurezza Onlus" e ho apprezzato il suo commento.
Quando le cose non vanno bene in questo Paese, avvertiamo il pericoloso rigurgito di pressioni per tentare di fermare la diffusione di notizie che mettono a nudo disfunzioni,abusi e soprusi. Il problema non è l'informazione, che svolge il suo libero compito, ma il dramma di situazioni che ha ormai coinvolto tutti,famiglie,istituzioni, forze dell'ordine e magistratura e nessuno prende l'iniziativa di porre fine a tanto disastro,tracciando, pur con le leggi esistenti un filo unico e invalicabile a tutela dei minori. I servizi disaccordi e la giurisprudenza contrastante alimetano dissapori e conflitti senza pensare che i bambini compresi quelli di chi decide sono tutti uguali nell'amore e nel dolore. Si parla tanto di minori e tutti aprono il cuore proteso a difenderli e a tutelarli,ma nessuno ha compreso che i conflitti non si possono dirimere o superare con un fredda sentenza,che risulterà comunque avvelenata dalle incongruenze, contraddizioni , dissapori, odi e vendette.Sul vostro quotidiano del 20 settembre 2012 scrissi che nessun Tribunale può fare giustizia nella sfera affettiva.Sono sempre più convinto che le questioni dei minori vanno affrontate con le ragioni del cuore. Il danno ai minori lo stanno procurando tutti coloro che in forza di potestà e di attribuzioni esprimono pareri e decisioni. A noi è capitata una vicenda ,triste per gli aspetti e clamorosa per i risultati che ci porta a dovere indossare la corazza di acciaio per difendere la dignità di un bambino che da oltre cinque anni sta gridando il suo dolore a tutti e nessuno se ne preoccupa,o meglio qualcuno lo fa, ma a senso unico.
A proposito di minori,qualche giorno addietro,per la vicenda occorsa, ho espresso alcune mie considerazioni che allego e che sono in corso di pubblicazione. Speriamo che a qualcuno non venga in mente di toglierle dalla bacheca aperta sul mondo.
La problematica della vita di coppia e di famiglia ha ormai sconvolto l'intera società,per aver disperso lungo il cammino civile, pezzi importanti che ne tenevano saldamente uniti principi e valori. Duramente ne pagano le conseguenze i minori, perchè non protetti e adeguatamente salvaguardati dalle istituzioni che entrano nell'arena con l'intenzione di mettere pace,ma col risultato di alimentare i litigi dimenticando che solo i minori, disperatamente aggrappati all'uno o all'altro genitore, diventano le uniche vittime, mai più recuperabili. Di chi la responsabilità! Unicamente della Società che ha delegato un compito ed una funzione così importanti alle istituzioni, le quali non fanno altro che applicare giustamente o ingiustamente le regole dettate dalla stessa. Per dirimere i conflitti le istituzioni mettono in piedi strutture gestite da persone più o meno capaci, dirette e guidate dall'Autorità giudiziaria,la quale , mette fine alla lite,con una decisione che incide sensibilmente nella sfera patrimoniale ed in quella affettiva dei litiganti.A questo punto il minore è già divenuto soggetto senza alcuna identità, mortificato nella dignità, distrutto nei sentimenti e soprattutto cancellato dal libro dei sogni. Di fondamentale importanza è la funzione dei servizi,delegati ad organizzare ed istruire percorsi adeguati per il recupero di una condizione di esclusiva tutela del minore, trovando modalità di collante per la costituzione di un rapporto civile orientati solo al benessere del minore.Questa fase costituisce il corollario di base della decisione del Giudice. Quindi se il percorso è stato tracciato e seguito nella logica dei procedimenti corretti e con strumenti e attrezzature a norma di legge, lo stesso potrà considerarsi condizione di solidità giuridica,del conseguente procedimento e decisione del giudice, se invece lo stesso presenta incidenti e vizi, non corretti o sistemati, la fase giudicante si presenterà improduttiva di effetti giuridicamente validi. Scaturisce dunque la necessità che il Giudicante, nell'interesse superiore del minore e per sua garanzia,dia atto nella decisione che la precedente fase sia stata controllata in punto di legittimità e possa essere di garanzia, giurisdizionale del provvedimento da emanare. Qui sta il problema. Nella generalità dei provvedimenti giudiziari non è dato atto delle predette garanzie,per cui il conflitto di coppia si trasferisce sugli atti e documenti,con impegno delle strutture coinvolte, dispendio di risorse economiche e finanziarie e conseguente impoverimento delle parti, che con una giustizia meglio organizzata e più garantista, potrebbero adempiere agli obblighi di mantenimento. Vale il detto che tra i due litiganti il terzo gode, mentre quest'ultimo ha la responsabilità di quanto accade. Ritengo che il responsabile finale della decisione,nel nostro caso l'Autorità giudiziaria debba deliberare chiari e precisi codici e schede di percorso e di comportamento,senza trascurare ambienti ,modalità di incontri esami ed accertamenti di tutte le parti interessate, le garanzie di protezione legale, verbalizzazione di tutto il percorso,rispetto del principio di compatibilità ed esclusione del conflitto di interesse etc etc. La vicenda occorsa a mio figlio a Roma mi ha coinvolto per necessità professionale. Mi sono trovato pertanto , specializzato in diritto amministrativo, catapultato in un mondo in cui le deficienze del diritto,permettono arbitrii e abusi burocratici, senza alcun controllo da parte dell'Autorità giudiziaria che li raccoglie e inserisce nei provvedimenti finali,
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