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ANCORA LA PIAGA DEI FURTI IN CASA
DI ROBERTO RAGONE
Prese di mira abitazioni e ville fuori del paese di Ronciglione, in provincia di Viterbo. Insomma, quella che era una piaga quasi soltanto estiva, agevolata dal tenere aperte porte e finestre per avere un po’ di sollievo dal calore del solleone, continua ancora alle porte dell’inverno. Purtroppo un tipo di crimine che è massimamente pericoloso per il privato cittadino che non dispone di mezzi adeguati per organizzare una difesa passiva della propria abitazione, è sempre sottovalutato da parte di chi invece dovrebbe farsene carico, ed è stato delegato in sede di governo, appunto, alla sicurezza dei padroni di casa. Non parliamo dei furti miliardari che non si fanno con piede di porco e cacciavite, ma di quelle incursioni diurne e notturne che spogliano chi ancora deve lottare con la fine del mese, del furto vigliacco di quelle risorse indispensabili alla sopravvivenza. Piccoli tesori di oggetti d’oro raccolti in una vita, ricordi di prime comunioni o di matrimoni, doni fatti in occasione di una ricorrenza particolare, tutto viene a far parte del bottino di malviventi che, in spregio alla società civile, vivono una vita di sopraffazioni e di violenze. Salvo poi, sulla soglia del carcere, ad incontrare i soliti buonisti a prescindere che, fra indulti e amnistie, riducono la pena a qualcosa di ridicolo, tanto da rimetterli prestamente in carreggiata, dopo un breve periodo di riposo. In questo agevolati dai tanti negozi ‘Compro oro’, in realtà, salvo pochi onesti, veri e propri ricettatori autorizzati, che hanno di fatto incrementato con la loro presenza le incursioni di rapina. Ma come sempre il pesce puzza dalla testa. Tagli orizzontali e indiscriminati alle forze dell’ordine, che impediscono un organico adeguato al controllo del territorio; mezzi obsoleti e insufficienti; addestramento inesistente, turn over ridotto al 30%; leggi che tutelano i delinquenti piuttosto che i difensori dei nostri diritti: insomma, tutto concorre a fare in modo che quello che una volta era il Bel Paese, non sia più tale. Il tutto incorniciato in carceri a dir poco ‘allegre’, come dimostra la recente evasione da Rebibbia di tre pericolosi albanesi: non è per razzismo, o xenofobia, ma la cronaca ci ha insegnato che questa gente che viene da oltrecortina non ha alcun rispetto per la vita umana. Anziani soffocati da un bavaglio troppo stretto, o morti di paura, o ancora massacrati di botte pur avendo ceduto ad ogni richiesta dei banditi… A Ronciglione la banda che opera è presumibilmente composta da quattro o cinque elementi, esperti nel violare porte e finestre, un modus operandi che li fa targare est europeo. Raggiunto telefonicamente, il cap. Tammelleo, comandante della Compagnia Carabinieri che ha sede a Ronciglione, ci ha rassicurati sull’impegno suo e dei suoi uomini. Certo, come già sapevamo, il territorio da controllare è molto vasto, arriva fino a Monte Romano, e i tempi d’intervento ne risentono. Ci ha anche rassicurati sull’efficienza dei mezzi a loro disposizione. “Si è detto che addirittura non avevamo la benzina, bene questo non è vero, i carabinieri non sono mai rimasti senza benzina. Le auto sono efficienti, e soltanto qualche volta abbiamo dovuto mndare fuori anche il piantone.” Furti e intrusioni si sono verificati anche in altri comprensori residenziali, come Colle Lydia, Colle Diana, Fontevivola. “Il territorio che dobbiamo controllare è molto vasto “ ci ha detto il cap. Tammelleo “e loro sanno che non possiamo fargli niente, se non impedire i furti. In realtà hanno imparato a scendere dalla macchina in corsa, macchine rubate che poi vengono abbandonate mentre i ladri fuggono per i noccioleti. Comunque” prosegue il capitano “siamo riusciti ultimamente, anche con la collaborazione dei cittadini, ad impedire l’80% dei furti. Facciamo posti di blocco, pattugliamenti notturni, io stesso stanotte alle 3,30 ero presso il cancello di Villaggio 91.” Ringraziamo il capitano per la sua disponibilità, ma soprattutto per l’impegno che dimostra nel contrasto al crimine, anche da lui definito “molto pericoloso”, anche se fortunatamente fino ad ora non ci sono stati episodi di sangue. Nel frattempo gli abitanti di Poggio Cavaliere hanno organizzato una rete con What’s App, in modo da poter efficacemente e rapidamente dare l’allarme, in caso di bisogno, anche alle forze dell’ordine.
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