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Editoriali

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ANCORA GUAI GIUDIZIARI PER VINCENZO DE LUCA, GOVERNATORE DELLA CAMPANIA


 


 


DI ROBERTO RAGONE

 
 
Un’ANSA del 28 ottobre 2016 riferisce del rinvio a giudizio del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Infatti il GUP del tribunale di Salerno, Pietro Indimineo, ha rinviato a giudizio l’ex sindaco di Salerno e altre 26 persone, tra cui i componenti della giunta comunale di Salerno nell’anno 2010, oltre a imprenditori e tecnici comunali. L’agenzia riferisce che l’accusa per De Luca è di falso in atto pubblico nell’ambito dell’inchiesta riguardante la costruzione di Piazza della Libertà a Salerno. I fatti risalgono al 2011, quando  il governatore era ancora sindaco della città campana. In proposito, De Luca ha detto di non voler rilasciare alcuna dichiarazione. Il prossimo 13 marzo il governatore comparirà davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale di Salerno. L’inchiesta nei suoi confronti e in quelli di altre 26 persone è nata dalla costruzione di Piazza della Libertà, che ha richiesto una variante, rispetto al primitivo stanziamento, di ben otto milioni di euro, a favore della società ESA costruzioni. Una piazza che affaccia direttamente sul mare e che, quando sarà completata, a detta di De Luca, sarà una delle più grandi d’Europa. La variante sarebbe stata necessaria, a detta di De Luca, a causa di un imprevisto geologico, una falda acquifera risultata più alta del previsto, e che impediva di portare avanti i lavori nella spiaggia di Santa Teresa. Secondo Guglielmo Valenti e Antonio Cantarella, magistrati della Procura di Salerno, invece, la variante sarebbe stata necessaria per ovviare ad un errore di progettazione, il cui costo si vuole ora far ricadere sulla collettività, piuttosto che sull’impresa. Ci aspettiamo una prescrizione per trascorsi termini. Ma De Luca non è nuovo a disavventure del genere: pare infatti che le attiri come un parafulmine. Dal settimanale Panorama rileviamo: lo scorso 29 settembre De Luca è stato assolto dalla seconda sezione penale del Tribunale di Salerno “perché il fatto non sussiste” nell’ambito delle accuse legate al Sea Park, il parco marino mai realizzato, per la cui vicenda era stato inserito nell’elenco degli “impresentabili” dalla Commissione Antimafia. In realtà nel 2012 sono andati prescritti i reati di corruzione, truffa aggravata, falso e truffa. Per i restanti reati di associazione a delinquere e concussione, il governatore ha rinunciato alla prescrizione, al fine di ottenere una piena assoluzione. Nel gennaio del 2015, per aver illegittimamente nominato alla carica di project manager l’ingegnere del Comune di Salerno Alberto Di Lorenzo, De Luca viene condannato per abuso d’ufficio alla pena di un anno di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici, assolto poi a febbraio 2016 perché “il fatto non sussiste”. Per questa condanna De Luca fu sospeso in base alla legge Severino; sospensione poi revocata quando fu eletto governatore. Nel dicembre del 2013 De Luca viene assolto perchè “il fatto non sussiste” dall’accusa di truffa ai danni dello Stato e falso in relazione alla delocalizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali. Anche in questo caso aveva rinunciato alla sopraggiunta prescrizione. Il 15 maggio 2013 De Luca è stato condannato dal Tribunale di Napoli per diffamazione aggravata nei confronti del giornalista Marco Travaglio, a seguito di dichiarazioni fatte nell’ambito di una manifestazione organizzata dal PD per le elezioni regionali. Ancora nel 2013, da sindaco di Salerno e viceministro delle Infrastrutture del PD, viene indagato per abuso d’ufficio, falso ideologico e lottizzazione abusiva, in merito al complesso urbanistico Crescent, un piano che consentiva l’acquisizione di aree demaniali, insieme a sette consiglieri comunali, a fronte di un esposto di comitati cittadini che ne denunciarono il rischio idrogeologico. Nel 2012 De Luca fu iscritto nel registro degli indagati insieme al figlio e all’imprenditore Mario De Mese, per una faccenda relativa alle spese affrontate per il il comizio più importante della campagna elettorale delle regionali. Giuseppe Amato, erede del pastificio Antonio Amato, aveva raccontato di aver pagato alcune fatture relative al montaggio del palco in Piazza Plebiscito, a Napoli, in cambio di una variante urbanistica per un immobile del pastificio a Salerno. Anche da questa faccenda il nostro uscì completamente scagionato. Nel 2010 De Luca è condannato a pagare 23.000 euro per gli stipendi d’oro versati ad alcuni dirigenti comunali di Salerno. Per danno erariale, di circa 185.000 euro, vengono condannati con lui anche l’ex sindaco Mario De Biase e alcuni amministratori e burocrati. Ancora nel 2010 De Luca viene prosciolto dalle accuse di associazione a delinquere e truffa nell’ambito dell’inchiesta per la costruzione di una centrale elettrica da 800 megawatt sul suolo della Ideal Standard a cui si era opposto. Nel 2001 Vincenzo De Luca si trova coinvolto nell’inchiesta sullo sversamento illecito di rifiuti nella discarica di Ostaglio. Nel 2010 ha accettato la prescrizione del reato. (Fonte Panorama). Da un’ANSA del 12 giugno 2015 rileviamo poi che anche la compagna di Vincenzo De Luca, Maddalena Cantisani, dirigente del Servizio Trasformazioni Edilizie del Comune di Salerno, è stata rinviata a giudizio per abuso d’ufficio. Insomma, tutto in famiglia. De Luca è il personaggio per cui Matteo Renzi ha rischiato oltre ogni ragionevole dubbio per averlo nella sua squadra. Certamente ciò che lo ha spinto è stata la percentuale di voti ricevuti da lui in più occasioni, oltre il 70%, quasi una maggioranza bulgara, ciò che dimostra un radicamento sul territorio decisamente robusto. Ma, si sa, la Campania è terra di miracoli e di speranze miracolose, come dimostra il cardinale Sepe, – già sospettato in passato di usura, – ogni anno, in occasione della ‘liquefazione’ del sangue di S. Gennaro. Una regione che ai miracoli ci crede, come ci crede chiunque non abbia più a che santo votarsi per sbarcare il lunario. In questo caso con ogni probabilità il santo è Vincenzo De Luca: altrimenti non si spiegherebbero le grandi percentuali di votanti a suo favore. Achille Lauro dava una scarpa prima del voto, e la seconda a voto concluso. Questa è la Campania, terra di conquista per chi voglia affermarsi facendosi paladino dei bisognosi. Purtroppo non possiamo concludere queste nostre righe con una riflessione positiva. I commenti da caserma, o peggio, di De Luca nei confronti dei Cinquestelle sono decisamente ributtanti. Ogni parola che viene pronunciata rimane nella memoria dei giornali e del web, e gli apprezzamenti di don Vincenzo sono rimasti nell’aria. Definire la Raggi, sindaco di Roma, ‘bambolina imbambolata’, oltre ad essere un commento stupido e di cattivo gusto, è un commento sessista e discriminatorio: come mai Laura Boldrini non l’ha colto, e non l’ha censurato? Forse che la presidenta della Camera ascolta solo in una direzione? Oppure don Vincenzo pensa di essere spiritoso? Ma la politica non è il palcoscenico di Zelig. Definire poi i tre Di Battista, Di Maio e Fico, rispettivamente, ‘gallo cedrone’, ‘chierichetto’ e ‘fico moscio’, va al di là di ogni limite di correttezza che si presume debba improntare l’attività di un uomo politico. Certi commenti di bassa lega denotano l’uomo, la sua educazione e la sua estrazione sociale, e ricordano tanto quelli che si facevano alle medie quando s’aveva di fronte un’insegnante di sesso femminile. Ma poi noi siamo cresciuti, evidentemente De Luca no, è rimasto alle elementari. Sotto un altro punto di vista De Luca è uomo d’alto mare, e tutte le controversie giudiziarie non gli tolgono il sonno, anche se tante assoluzioni, dopo indagini che costano denaro ai contribuenti, suscitano qualche interrogativo. Farebbe bene, però, a  presentarsi meglio al di fuori del suo feudo, astenendosi da certi apprezzamenti. Ne guadagnerebbe la sua immagine pubblica, già abbastanza compromessa da tante convocazioni in giudizio. La volgarità e la scurrilità piacciono forse ai suoi elettori, ma lo confinano in una posizione che non potrà che essere il definitivo traguardo della sua carriera politica. E questo noi tutti ci auguriamo.


 

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Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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