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di Angelo Barraco
Roma – La Guardia di Finanza, nel corso dell’operazione “Dama nera 2”, ha eseguito 19 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Roma, nei confronti di 19 dirigenti e funzionari della società Anas Spa. Tra i soggetti coinvolti ci sono imprenditori, un avvocato e un politico. Il personaggio politico coinvolto in questa vicenda è Marco Martinelli, parlamentare di Forza Italia a cui è stato notificato un avviso di garanzia dalla Guardia di Finanza. Nel provvedimento del gip di Roma in cui sono stati disposti gli arresti si legge: “Un marciume diffuso all'interno di uno degli enti pubblici più in vista nel settore economico degli appalti”, accentuato dai soggetti implicati nell’aumentare gli interessi, facilitando quindi il pagamento di riserve e facendo vincere l’appalto ad una società amica. Sono state compiute circa 50 perquisizioni e sono state poste sotto sequestro circa 800mila euro. Ma quali sono le accuse che pendono sul parlamentare Martinelli? Per garantire ad un imprenditore la nomina di un appalto in Sicilia, avrebbe garantito la nomina di un presidente di gara “poco ostile”. L’imprenditore in seguito avrebbe vinto la gara. L’avvocato di Roma, adesso arrestato, avrebbe dato una mazzetta da 10 mila euro per incentivare l’erogazione di pagamenti e per sbloccare un contenzioso tra l’Anas e un’impresa. Nel corso degli accertamenti compiuti dalla Polizia Tributaria della Guardia di Finanza è emerso che sarebbero diversi gli appalti Anas falsificati. Ciò che è emerso dalle indagini è che gli appalti irregolari sarebbero: nella Sicignano-Potenza, la Ss 117 Centrale Sicula (aggiudicati nel , la Ss 96 Barese, la Ss 268 del Vesuvio (aggiudicate entrambe nel 2012), anche la nuova sede Anas a Campobasso, aggiudicata nel 2011. Questa è la secondo tranche dell’inchiesta, la prima parte ha avuto inizio ad ottobre. Il numero complessivo di 36 soggetti che si sono hanno compiuto, a vario titolo, atti di corruzione, auto riciclaggio, favoreggiamento personale. La catena di corruzione, secondo la GDF: “non si limitasse agli imprenditori e dirigenti Anas già arrestati, bensì potesse considerarsi sistemica”. La corruzione aveva come fine ultimo quello di fare aggiudicare gare d’appalto ad imprese predefinite, velocizzare i pagamenti, impedire che i contenziosi potessero far scattare penali. In merito agli arresti di stamattina, il consiglio di amministrazione Anas ha dichiarato: “erano attesi. Vogliamo ringraziare pubblicamente la Procura di Roma per l'aiuto fondamentale che sta dando al nuovo vertice di Anas nel fare chiarezza sul passato, mettere ordine e tutelare la parte sana dell'Azienda, che è costituita dalla stragrande maggioranza dei dipendenti”. L’azienda sta attivamente collaborando da qualche mese e, sottolineano dal consiglio di amministrazione che Anas ha: “avviato immediatamente la richiesta alla Procura di Roma degli atti dell'indagine per poter espletare in tempi rapidi tutte le azioni ritenute necessarie a tutela dell'Azienda nei confronti di eventuali altri dipendenti infedeli, a partire dal licenziamento”.
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