AMATRICE, RICONVERSIONE OSPEDALE GRIFONI: BYE BYE NICOLA ZINGARETTI

di Alberto De Marchis

Amatrice (RI) – Mancano poche ore al Consiglio comunale straordinario aperto a tutta la cittadinanza dove verrà discussa la proposta di indire un referendum popolare finalizzato ad uscire dalla Regione Lazio.

Mercoledì 20 agosto alle ore 21.00 presso il centro culturale S. Giuseppe di Amatrice, qualora i due terzi del Consiglio approvi, la parola passerà ai cittadini e la scelta potrebbe ricadere sulla Regione Abruzzo. Ricordiamo in questo frangente che Amatrice fino al 1927 faceva parte della provincia dell'Aquila, in Abruzzo. Poi  con la creazione della provincia di Rieti, la città entrò a far parte dell'alto Lazio.

Al centro della vicenda l’ospedale Grifoni di Amatrice che secondo quanto previsto dall’emanando decreto regionale del commissario ad acta per la Salute Nicola Zingaretti trasformerà la struttura da ospedale in casa della salute.

“Una regione che considera presidio ospedaliero in ‘area disagiata’ quello di Monterotondo, Bracciano, Subiaco e non quello di Amatrice non ci rappresenta più!” Ha tuonato Sergio Pirozzi sindaco di Amatrice annunciando la volontà di voler uscire dalla Regione Lazio. Il sindaco di Amatrice ha poi proseguito: “Ora basta, noi ce ne andiamo! Siete tutti invitati a partecipare al Consiglio comunale in sessione straordinaria il giorno 20 agosto 2014, alle ore 21, presso il centro culturale s. Giuseppe. All’ordine del giorno: indizione di referendum consultivo per uscire dalla Regione lazio”.

Sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale FI Adriano Palozzi: “Quanto sta accadendo intorno all’ospedale di Amatrice è l’esatta dimostrazione dell’inefficienza amministrativa del centrosinistra regionale in materia sanitaria, che promette e non mantiene.” Palozzi ha proseguito nelle dichiarazioni facendo esplicito riferimento al decreto della ex presidente regionale Renata Polverini: “Il sostanziale depotenziamento del presidio Grifoni, previsto dai piani operativi del presidente Nicola Zingaretti rispetto al decreto polveriniano non assicura tutta quella serie di servizi minimi, fortementi richiesti dalla comunità locale. Quello che fa rimanere perlomeno perplessi è la doppia faccia del commissario ad acta, che a parole garantisce di tenere nella dovuta considerazione le peculiarità e i bisogni del territorio, ma a giochi fatti sminuisce l’importante ruolo del Grifoni. Che, come ricorda giustamente il Comune di Amatrice, detiene una serie di caratteristiche oggettive e misurabili: l'altitudine, la distanza di 70 km dal nosocomio di Rieti, la classificazione in zona sismica 1, e il territorio ad elevata utenza turistica. Auspico un passo indietro da parte di Zingaretti, attraverso una più attenta rimodulazione della bozza di decreto sanitario”.

Il Governatore della Regione Lazio e Commissario ad acta per la Salute Nicola Zingaretti sul sito ufficiale dell’Ente regionale spiega che: “Per superare la stagione dei tagli indiscriminati, degli sprechi e dei disservizi bisogna prima di tutto riformare radicalmente il sistema di governo della sanità: ciò significa semplificare, potenziare gli strumenti di programmazione, di controllo e di valutazione e privilegiare un corretto utilizzo delle risorse e del personale, affermando la cultura del merito e della trasparenza. È da qui che siamo partiti, per dare al Lazio un nuovo sistema della salute capace di coniugare l’aumento dell’efficienza con il potenziamento della qualità delle cure e dell’assistenza ai cittadini.” Sempre dal sito ufficiale della Regione Lazio viene spiegato che: "Il sistema sanitario regionale sta facendo un passo in avanti verso il superamento dello squilibrio tra centro e periferia attraverso le case della salute, strutture dove i cittadini potranno recarsi per le esigenze più immediate di cura, un nuovo modo di fare sanità e integrazione socio-sanitaria. Nel Lazio, saranno 48, una in ogni distretto socio sanitario di cui 15 a Roma, una per Municipio, e 33 nelle province del territorio. Saranno l’alternativa alle file in Pronto soccorso, uno strumento per combattere l’impoverimento della sanità prodotto dalle chiusure di reparti, servizi e ospedali, consumate in questi anni. Poi ci sarà l’integrazione con i servizi sociali. Le famiglie riceveranno assistenza in un solo posto, senza dover bussare a mille porte diverse come accade ancora oggi. Abbiamo avviato il tavolo di confronto con i medici della medicina generale per costruire un sistema sanitario capillarmente diffuso e più vicino ai cittadini e migliorare i servizi diretti agli utenti. Abbiamo semplificato le procedure per realizzare studi medici associati e in questo modo abbiamo restituito serenità agli oltre 5000 professionisti tra medici di medicina generale e pediatri di base che ogni giorno operano nella nostra regione."

Intanto in questo momento di polemiche e reazioni politiche ed istituzionali, brucia agli amatriciani il fatto di non aver ottenuto lo stato di area disagiata che gli avrebbe permesso di mantenere in vita un presidio ospedaliero fondamentale per l'intera area, così come invece è stato consentito ai comuni di: Bracciano, Monterotondo e Subiaco. E' troppo tardi per fare qualcosa?

 

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