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ALITALIA MAINTENANCE SYSTEMS: LAVORATORI NEL VORTICE DELLA CRISI

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Tempo di lettura 2 minutidipendenti in cassa integrazione straordinaria sono destinatari decurtazioni salariali anche pesanti, con bollette e mutui da pagare, mentre 60 dipendenti su 315 sono oramai in mobilità

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di Alessandro Ranieri

E’ necessaria una soluzione per pagare le integrazioni salariali ai dipendenti oramai allo stremo.

Alitalia Maintenance Systems, azienda leader nel campo della revisione dei motori aeronautici operante sull’aeroporto di Fiumicino, è da tempo in crisi, trascinata da quella di Alitalia, tanto che da circa un anno è in richiesta di concordato.

Quest’ultima situazione , che la pone in uno stato di limbo, è molto mortificante per le potenzialità dell’azienda, in pratica si tratta del classico cane che si morde la coda: essendo in richiesta di concordato non può acquisire commesse pubbliche tantomeno partecipare a bandi o gare e quindi non può lavorare per aeromobili militari e di Stato, e così facendo si allontana la soluzione della crisi in cui versa.

Ma la cosa peggiore è che la situazione di concordato si ripercuote purtroppo anche sui lavoratori non una sola volta, ma due, essendo molti dipendenti in cassa integrazione straordinaria a rotazione sono destinatari decurtazioni salariali anche pesanti, con bollette e mutui da pagare, mentre 60 dipendenti su 315 sono oramai in mobilità.

Ma non solo: sempre per effetto del concordato, l’azienda non può sanare i debiti contributivi antecedenti alla situazione concordataria con l’INPS, e questo comporta l’impossibilità, per l’ente previdenziale, di erogare le prestazioni di integrazione al reddito che sono dovute in questi casi, e quindi i lavoratori ancora una volta prendono l’ombrello in quel posto, come nelle vignette di Altan.

A questo proposito le organizzazioni sindacali Filt CGIL, Fit CISL, UILtrasporti e UGL Trasporto Aereo, affermano Claudio Arbotto della CISL e Fabio Ceccalupo dell’UGL, stanno tentando in tutti i modi di trovare una soluzione condivisa con tutti i soggetti interessati, quali il Comitato del Fondo del Trasporto Aereo, l’INPS e l’Azienda stessa, per vedere di trovare una via di uscita favorevole all’interno del regolamento del Fondo, superando una interpretazione del Ministero del Lavoro, tutta sfavorevole ai lavoratori.



In effetti AMS i contributi regressi li pagherebbe pure, il problema è che ha le mani legate per il fatto che la legge sul concordato vieta uscite di denaro al momento della richiesta fatta.



La sua situazione andrebbe infatti distinta a quelle aziende veramente morose, e il problema potrebbe essere risolto con il buon senso di tutti tenendo presente che, nel piano di rientro presentato dall’azienda al Tribunale di Roma, l’INPS risulta essere uno dei creditori privilegiati.



Nel frattempo, proprio il Tribunale sta per pronunciarsi sul piano presentato e decidere se dare l’assenso o meno. Di qui l’omologa, che cancellerebbe di un sol colpo tutti i problemi ma i tempi per tale decisione sono ancora lunghi e i lavoratori rischierebbero di ritrovarsi sul lastrico.



In ogni caso una soluzione si deve trovare perché non è possibile che a pagare siano sempre i lavoratori già tanto duramente provati ed umiliati da una situazione che non hanno né causato, né voluto.