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Editoriali

Alfano, i super poliziotti e… l'Avtomat Kalashnikov

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Tempo di lettura 3 minuti Un fucile d'assalto economico, maneggevole, equilibrato, scevro da inceppamenti, che spara una micidiale cartuccia cal. 7,62×39

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di Roberto Ragone

Di questi giorni la dichiarazione del Ministro dell’Interno Alfano, riportata da alcuni quotidiani, in relazione alla recente strage di Nizza, e in più agli episodi di terrorismo 'fai da te' che si stanno verificando in Europa. In pratica il Ministro esorta gli appartenenti alle forze di Polizia ad essere in servizio anche durante i turni di riposo, cosa questa che che già succede da anzitempo, da parte di agenti di Polizia e di Carabinieri, specialmente nel corso di rapine a supermercati e uffici postali. Secondo Alfano, non bisogna lasciare a casa la pistola d’ordinanza, ma averla sempre con sé. Il Ministro parla di poliziotti ‘super armati’, facendo intendere che oggi i singoli agenti siano dotati di armi più efficienti di quelle ormai obsolete di cui disponevano quando Gianni Tonelli, segretario del SAP, ha intrapreso il suo chilometrico sciopero della fame. Non sono molti quelli che vanno in giro disarmati, ma crediamo che il senso di responsabilità di un agente di P. S. sia sufficiente a spingerlo ad essere sempre efficiente ed armato, visti i tempi.

Di questo abbiamo, come al solito, voluto chiedere un parere al segretario del SAP  Gianni Tonelli.

Dottor Tonelli, quando Alfano dice che i poliziotti devono essere super armati, questo è un effetto del suo sciopero della fame, vi hanno dato armamenti nuovi, oppure è una fantasia del Ministro?
Evidentemente Alfano voleva intendere che i poliziotti sono armati delle migliori intenzioni, della migliore volontà e del miglior spirito di servizio verso la comunità, forse anche in maniera un po’ irresponsabile, perché non si tirano indietro, nonostante la situazione sia come quella di prima. I caschi sono marci, i giubbotti antiproiettile sono scaduti, e quelli che sono stati distribuiti in sostituzione di quelli scaduti sono inidonei a fermare palle sparate in armi lunghe,(AK47, ndr) oramai di uso comune  presso non solo i terroristi, ma anche nella criminalità organizzata e dalla criminalità comune, come dimostrano gli ultimi colpi che hanno cercato di fare, come l’assalto al caveau della Mondialpol a Sassari, e ai due furgoni postali a Cesena e a Pescara. Forse Alfano intende questo quando parla di poliziotti super armati.

Si parla tanto di accorpamenti. Addirittura i Carabinieri verrebbero accorpati alla Polizia, formando insieme un corpo di Polizia di secondo livello. Lei che può dire in merito?
Che ci sia un’anomalia nel sistema Italia, dove ci sono sette Corpi di Polizia, cinque dello Stato e due degli Enti locali, è indiscutibile e indubbio che si debba procedere ad una razionalizzazione. Piuttosto che accorpare Carabinieri e Polizia, manterrei questi due Corpi e vedrei di lavorare su tutti gli altri, tranne uno solo, quello della Polizia Locale. E’ comunque indiscutibile che bisogni procedere ad una razionalizzazione, perché mancano 45.000 uomini, abbiamo degli enormi problemi logistici, quindi, se non si vuole provvedere con dei tagli lineari che non fanno altro che debilitare tutto l’apparato, dobbiamo sicuramente mettere mano ad una riforma. Mantenere in una città otto centrali operative, otto sistemi di scritture contabili, otto uffici del personale, otto uffici per il vestiario, otto uffici per gli automezzi, otto mense, eccetera eccetera eccetera, ha un significato soltanto campanilistico, oppure serve solo a preservare gli interessi delle gerarchie per innestare percorsi di carriera e mantenere prebende, privilegi e posizioni di potere.

Per concludere: a prescindere dai tempi in cui viviamo, quando per andare ad assistere ad uno spettacolo pirotecnico si può perdere la vita, come è accaduto a Nizza, possiamo facilmente rilevare che le 'superarmi' di cui parla l'onorevole Alfano sono solo una sua buona intenzione, e questo nonostante le varie indicazioni e richieste di un ammodernamento delle forze di P. S. pervenute al Ministro da più parti. Che poi siano stati distribuiti giubbotti antiproiettile insufficienti sotto il profilo della balistica terminale, questo denota assoluta mancanza di preparazione. E' noto a tutti, basta leggere i giornali o seguire le notizie in TV, che sia la malavita, più o meno organizzata, che i terroristi adoperano un'arma che viene ancor oggi prodotta in Russia in milioni di pezzi, il famigerato AK 47, abbreviazione di Avtomat Kalashnikov, anno di nascita 1947. Arma progettata da un signore che si chiamava Mikhail Kalashnikov, un fucile d'assalto economico, maneggevole, equilibrato, scevro da inceppamenti, che spara una micidiale cartuccia cal. 7,62×39, ed è oggi reperibile facilmente sul mercato clandestino, dato che tutte le guerre in cui si è adoperato ne hanno messo a disposizione una riserva praticamente illimitata, a cominciare dalla ex-Jugoslavia. Sarebbe bene che i giubbotti antiproiettile in dotazione alla Polizia, e non solo, fossero adeguati a questo tipo di armamento. Non si può risparmiare sulla pelle degli agenti delle forze dell'ordine. Una vita umana vale sicuramente molto di più della differenza di prezzo fra un giubbotto antiproiettile destinAto a fermare palle di pistola e di uno che possa neutralizzare una cartuccia come quella dell'AK 47.

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Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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