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Cronaca

ALBERTO STASI CONDANNATO A 16 ANNI

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Tempo di lettura 2 minutiStasi:"Non cercate a tutti i costi un colpevole condannando un innocente"

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Redazione

Garlasco – Colpo di scena nel delitto di Chiara Poggi a Garlasco. Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni. Sono le 19.30 quando i giudici escono dalla camera di consiglio e leggono la sentenza. La corte ha escluso l'aggravante richiesta dal sostituto procuratore generale Laura Barbaini che voleva, invece, una pena di 30 anni. E' stato condannato anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e all'interdizione legale durante il periodo della condanna. Dovrà anche risarcire la famiglia della vittima, Chiara Poggi: la cifra totale è stata fissata in un milione di euro per padre, madre e fratello. 
"Non cercate a tutti i costi un colpevole condannando un innocente. Sono anni che sono sottoposto a questa pressione. Mi appello alle vostre coscienze: spero che mi assolviate". Con queste parole Stasi ha preso per la prima volta la parola in aula e si è rivolto ai giudici prima che si ritirassero in camera di consiglio. E ha aggiunto: "E' capitato a me e non ad altri: perché?".

L’omicidio
Il 13 agosto del 2007 Alberto Stasi, studente di Economia e Commercio alla Bocconi, prova a prendere contatto telefonicamente la fidanzata Chiara Poggi, con la quale aveva trascorso la sera precedente, mangiando due pizze, prima di tornare a casa, perché in quel periodo Alberto stava preparando la tesi di laurea.
Verso le 13.30 si reca a casa della fidanzata, non ricevendo risposta al citofono decide di scavalcare il cancello. Arrivato sulla porta di casa, decide di entrare, e trova molto sangue a terra, seguendo le tracce verso la tavernetta trova il corpo di Chiara.
Chiama subito i soccorsi, e si reca nella vicina caserma dei Carabinieri, che distano pochi metri dalla villetta dei Poggi.
Chiara è morta per una decina di colpi violenti inferti con un’arma appuntita, che non sarà mai ritrovata, tra le 9 e le 12 di mattina (l’orario preciso non sarà mai stabilito). Nella villetta le uniche tracce presenti sono quelle di Chiara, dei suoi familiari, di Alberto e di un falegname che aveva fatto dei lavori pochi giorni prima della morte (oltre alle tracce dei soccorritori chiamati da Stasi).
Le indagini si concentrarono sull’ex fidanzato. Hanno destato sospetto l’atteggiamento dopo il ritrovamento del cadavere (sembra che il tono di voce di Stasi quando chiamò il 118 era troppo “rilassato”), le tracce del DNA di Chiara sulla bici di Alberto, la mancanza di sangue sotto le sue scarpe, nonostante il pavimento della casa fosse pieno.
Alberto Stasi venne arrestato il 24 settembre, ma la scarsità d’indizi certi convinse il GIP a scarcerarlo dopo quattro giorni. Nelle indagini successive (dicembre 2007) viene trovato nel computer di Stasi materiale pedopornografico, elemento che ha contribuito a minare l’immagine del fidanzato di Chiara nell’opinione pubblica. Il 3 novembre 2008 Alberto Stati viene rinviato a giudizio per l’omicidio di Chiara Poggi.