Albano Laziale: tra politica, opere e decadimento. Una Città divisa

Albano Laziale, città incantevole, è indubbiamente un posto affascinante e appetibile che offre una combinazione di bellezze naturali e patrimonio storico. Visitare questa Città significa immergersi in una ricca tradizione, esplorare la sua storia millenaria e godere della bellezza del paesaggio circostante con lo sguardo che arriva fino al mare.

Ciononostante, Albano Laziale è una gemma poco conosciuta per come potrebbe esserlo. C’è il Lago Albano, uno dei gioielli naturali più affascinanti d’Italia. Il Palazzo Savelli affacciato su Piazza Mazzini, costruito nel Medioevo come fortezza lungo la via Appia che ultimamente perde pezzi d’intonaco e meriterebbe una manutenzione particolare, non solo esterna.

L’Anfiteatro Severiano edificato dalle maestranze della Legione Albana nei primi anni del III sec. d.C., oltre il lato Nord Est del Castra. Rappresenta un luogo straordinario per scoprire la storia dell’antica Roma. Potrebbe essere gremito di turisti ma non è valorizzato e non è ancora stato pensato un circuito turistico che ne amplifica la giusta importanza. Il centro storico, i negozi e ottimi ristoranti, i parchi, il Museo Civico, il teatro, un cinema che non c’è più. I cisternoni fatti costruire dall’imperatore Settimio Severo tra il II e il III secolo d.C. per rifornire d’acqua l’accampamento della Seconda legione Partica. Sono grandi quanto una basilica a cinque navate scavati direttamente nel banco di tufo e tra le varie cisterne d’acqua che furono costruite dagli antichi romani, si è perfettamente conservata ed è conosciuta in tutto il mondo non solo per la sua maestosità, ma anche perché ancora funzionante. Con un patrimonio del genere Albano potrebbe essere meta di turismo mondiale, una miniera per la ricchezza e il benessere socio economico dell’intera area castellana. Offrono meno, alcune cittadine che per qualche azzeccata campagna pubblicitaria e comunicativa sono finite sui quotidiani esteri promuovendo “l’isola che non c’è” o meglio la nave mai ritrovata.

Albano è una vecchia signora, elegante, nobile e ricca di tesori nascosti. Ogni vicolo racconta qualcosa, ogni frazione ha la sua storia. Piace ma nel contempo dispiace vedere che alcune cose proprio non vanno e non si può puntare il dito soltanto sull’attuale sindaco. Sarebbe troppo facile, superficiale e si ridurrebbe a una mera strumentalizzazione del momento perché la caratteristica di chi è amministrato è avere la memoria corta. Si tratta di un discorso ampio e complesso e anche di alcuni fallimenti collezionati dal Partito Democratico che governa ormai da circa tredici anni e che, purtroppo, ha fallito sul punto più cruciale: la salute dei cittadini. la politica “locale” non è riuscita fare da scudo rispetto la Capitale imponendo un niet forte e autoritario: Albano non deve essere la discarica dei rifiuti di Roma. Il più grande dei fallimenti è stata proprio la questione della discarica di Albano, l’impianto del compianto e combattuto (ma non a ragion veduta) “ras della monnezza”, tanto contrastato per strada e nelle piazze ma che avrebbe risolto in piccolo e meglio di adesso lo smaltimento della monnezza.

La raccolta differenziata ad Albano è molto spinta e virtuosa, i residenti fanno la loro parte e il vicesindaco Luca Andreassi, ingegnere specialista ambientale, ci si è sempre dedicato. Ha fatto scelte politiche a volte criticabili e per certi versi infauste ma è comunque rimasto coerente e fedele alle sue idee. Oggi sarebbe probabilmente seduto da un’altra parte solo se avesse preso scelte diverse ma col senno del poi sono piene le tasche e al momento la sua situazione è paragonabile a quella di un osservatore consapevole e silenzioso a meno che non disegni un piano strategico politico coraggioso che però non può tener conto di alcune tempistiche dettate anche da forbici e nastri che raccontano qualche fatica. Il suo progetto politico e la fondazione e battesimo dell’associazione civica “Nel merito”, racconta la volontà di fare che anima un nutrito numero di amministratori sparsi per l’area dei Castelli e dei Monti Prenestini. La beffa è che il virtuosismo e la buona volontà non sono bastati a risolvere l’annosa questione della gestione dei rifiuti. Ora pende sulle teste dei residenti di Albano la realizzazione del termovalorizzatore nel vicino quadrante romano di Santa Palomba, che ricade nei confini del Municipio IX di Roma ma di fatto si trova ai Castelli Romani, attaccato ad Albano Laziale. Un capitolo nero per i residenti castellani. Come previsto dall’ultima ordinanza emessa dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri la discarica di Albano Laziale verrà avviata a bonifica. Danneggiati e beffati. Da una parte si bonifica e vicino, vicino, dall’altra parte della strada, per intenderci, si incenerisce e con metodi ben più obsoleti di quelli tanto contrastati ma più innovativi di Manlio Cerroni che a maggio scorso, dopo una prima chiusura dettata dalla Procura, tramite la Ecoambiente ha prodotto le “garanzie finanziarie previste per la cosiddetta gestione post mortem dell’impianto”.

Massimiliano Borelli, brillante, onesto e politico di professione, proiettato a uno sforzo continuo di strenua e tenace volontà di remare controcorrente o contro la sua corrente, appare come un uomo lasciato solo che si muove in una vasca di squali. Nicola Marini, l’ex sindaco che ha governato per un decennio, attuale presidente del consiglio, che lo ha comunque sostenuto più o meno con intenzione, anche se a parole rimane un signore della politica viene tradito da una mimica facciale, tessuta di principi, che vanno da tutt’altra parte del suo sindaco che ricordiamo essere non di sua diretta espressione perché le mire erano altre ma quando ci sono dei professionisti che vengono coinvolti non sempre, questi, sono disposti a lasciare o allentare i propri ritmi personali lavorativi. Soprattutto se seduti in certe stanze trapuntate da bottoni. Su tutte una verità: Marini ha governato Albano in maniera meno social (erano altri tempi), più autoritaria forse, senza pensare di dover dire a troppe persone dei sì che poi si sarebbero potuti trasformare in boomerang. Che poi Marini abbia amministrato bene o meno bene è inutile stilarne a posteriori un bilancio. Albano Laziale è la diretta interessata e con le sue criticità e virtuosità è pronta a raccontare la sua storia. Prima di Marini, il centrodestra, aveva avviato opere e progetti di un certo rilievo. Progetti che sono stati interrotti e che oggi, una coalizione coesa, non senza spigolature da smussare, vorrebbe riprendere e sarebbe assurdo non farlo. Se non fosse che la buona eredità è come una pianta sempreverde, se la voglia di leadership non sovrasta le idee, il vento potrebbe girare pure in favore di qualche fiche politica di vantaggio. Del resto sono le urne il vero banco di prova: si valutano i risultati e poi si sceglie.

Purtroppo al momento la manutenzione di Albano è carente: diversi palazzi cadono a pezzi e lo raccontano le cronache, molte strade comunali gridano vendetta e su questo l’opposizione ha chiesto che venga convocato al più presto un Consiglio comunale straordinario e urgente per affrontare questa condizione ormai definita da ‘terzo mondo’ con immobili, strade, scuole, parchi, giardini e infrastrutture obsolete. Ad alzare la voce sono Massimo Ferrarini, Roberto Cuccioletta, Marco Moresco, Matteo Orciuoli, Romeo Giorgi, Pina Guglielmino, Luca Nardi, Federica Nobilio e Giovanni Cascella.

“Il controllo continuativo delle condizioni dei beni demaniali – scrivono – rientra negli obblighi (istituzionali) di manutenzione ordinaria, dai quali l’ente locale non può esimersi, ciò in quanto il progresso tecnologico predispone, oggi, gli strumenti di verifica più idonei a evitare insidie. Sussiste l’obbligo dell’amministrazione pubblica di osservare, a tutela dell’incolumità dei cittadini e dell’integrità del loro patrimonio, le specifiche disposizioni di legge e di regolamento disciplinanti le attività manutentive e gestionali delle opere custodite, nonché le comuni norme di diligenza e prudenza, con la conseguenza che l’inosservanza di dette disposizioni e norme comporta la responsabilità dell’amministrazione per i danni arrecati, o potenzialmente arrecati, a terzi”.

Albano è una città bellissima ma ricca di contraddizioni: merita di vivere un periodo di crescita e prosperità.