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Roma

ALBANO LAZIALE, SALA SCOMMESSE: GIOCA, NON PAGA E POI SIMULA UNA RAPINA CON UN COMPLICE

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Tempo di lettura 2 minutiRaccolti tutti gli elementi di indagine ed ascoltati più volte, gli Agenti contestavano ai due giovani una serie incongruenze nei fatti da loro narrati

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Redazione

Albano laziale (RM) – Gli Agenti della Polizia di Albano Laziale, diretti dal Dr. E. Massimo Fiore, al termine di una complessa e stringente indagine, hanno denunciato due giovani incensurati per simulazione di reato e furto in concorso tra loro. Uno dei due G.A. di anni 28, cassiere dipendente di una sala scommesse in Albano , nella serata di venerdì dopo aver effettuato numerose giocate , senza versare il corrispettivo, nella vana speranza di una forte vincita, decideva di appropriarsi anche della somma presente in cassa. Al fine poi giustificare al titolare dell’ esercizio l’ammanco di denaro , consistente nell’ammontare di euro 500,00 circa, inscenava una finta rapina con l’aiuto di amico C.M. di anni 19, richiedendo l’intervento del “113”. Agli Agenti intervenuti il G.A., dichiarava che poco prima, un cittadino straniero, di cui forniva dettagliata descrizione, presentatosi presso la sala, chiedeva di incassare una vincita inesistente; al rifiuto del cassiere, lo sconosciuto aveva impugnato una bottiglia rotta e dopo aver colpito alla guancia il malcapitato, si appropriava della somma di euro 1000,00 prelevandola dalla cassa. Dopo ciò, ne scaturiva un inseguimento a piedi per le vie di Albano, nella circostanza il “rapinato” veniva aiutato da un giovane, per l’appunto dal C.M., il quale rimaneva ferito a sua volta alle mani, dai colpi inferti con il collo di bottiglia, facendo desistere gli inseguitori dall’intento di bloccarlo. Raccolti tutti gli elementi di indagine ed ascoltati più volte, gli Agenti contestavano ai due giovani una serie incongruenze nei fatti da loro narrati, a tal punto costoro ammettevano le proprie responsabilità riguardo alla simulazione e alla sottrazione del denaro. In particolare, il G.A., in preda al pianto continuo, dichiarava di aver sottratto il denaro per aiutare la madre vedova che pur lavorando, non era in grado di far fronte alle necessità familiari. Mentre il C.M., ha dichiarato di essersi prestato a confermare la falsa tesi dell’amico, solo per aiutarlo in un difficile momento finanziario. Inoltre entrambi riferivano di essersi auto lesionati per rendere più credibile la versione della rapina. Una parte della somma sottratta è stata recuperata e restituita al titolare della sala scommesse. I due giovani sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria.