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Castelli Romani

Albano Laziale, processo Albafor: la cronaca dell’udienza

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VELLETRI– Inizia alle 15 e un quarto l’ultimo tassello del processo Albafor. La sentenza che arriva verso le 19 e 45 vede tutti gli imputati, tra cui il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini, assolti per l’articolo 530 del codice penale: il fatto non sussiste.
Termina liscissimo il procedimento penale che gravava su Nicola Marini (sindaco di Albano), Maurizio Sementilli (vicesindaco), Santoro Vincenzo (consigliere comunale delegato) e Mariella Sabadini (capo dell’ufficio legale del comune).

Si sottopone a esame il sindaco che ricostruisce i fatti per cui è stato accusato di abuso d’ufficio continuato e in alcuni casi in concorso.
All’attenzione del giudice Adele Durante, Marini chiarisce di non intrattenere nessuna relazione con De Vitalini, proprietario della società ATES con sede legale in una proprietà immobiliare del Marini.
Roberto de Vitalini nell’estate 2011 ha ricevuto, con delibera comunale n.29, l’appalto per la programmazione dell’evento Albano Estate per 123mila euro. A sostegno della tesi della difesa interviene anche Mariella Sabadini che riferisce come l’assegnazione così tempestiva, da luglio a settembre, sia stata causata dall’approvazione in ritardo del bilancio comunale: strumento indispensabile per l’erogazione di tali servizi. Anche lei, tra l’altro, risponde all’accusa di clientelismo, precisando di non conoscere, se non di vista, Roberto De Vitalini.

In questo quadro si inserisce il consigliere Vincenzo Santoro. Secondo la difesa non ricoprendo il ruolo di assessore e non avrebbe potuto favorire in alcun modo la ATES.

Per quanto riguarda il filone FRAME, società appartenente a Gianni Micarelli, la parte civile, rappresentata da Agostino Silvestri, fa presente l’ambiguità dell’assegnazione. Su 91 ditte che si occupavano di gestione telecomunicativa, il comune ne ha accertate solo 5 di cui 4 facenti capo a Micarelli. Ma anche questo punto viene sconfessato dal pm Travaglini registrandone l’urgenza e l’utilità.
Poi si è parlato delle tre lettere di padronage del Comune di Albano che riguardano il caso Albafor, ente formativo e partecipata al 100% del comune di Albano Laziale.  Dichiarata fallita nel 2016 su proposta della procura diventa Albafor e poi ceduta dal tribunale fallimentare di Velletri alla Alles Don Milani per 50mila euro. Nicola Marini, che ha sottoscritto la triade epistolare, schematizza il procedimento.

La Banca Popolare di Aprilia, a causa dei lenti sovvenzionamenti a carico della Regione Lazio, sollecita il Comune a dare certezze (con tale forma di garanzia impropria) circa l’affidabilità della proprietà (insomma non dovevano essere cedute quote) per fornire l’anticipazione finanziaria indispensabile per il pagamento degli stipendi arretrati e per gli affitti che ricordiamo venivano pagati con un’aggiunta di 7mila euro rispetto al valore di mercato alla Curia Vescovile di Albano Laziale.

Il sindaco per ultimo dichiara che le lettere hanno visto l’approvazione del Consiglio Comunale che ne ha apportato modifica e il vaglio della sezione Controllo e Procura della Corte dei Conti.
A chiudere il pm Travaglini recide dalla genesi ogni accusa: mancanza di evidenza probatoria (ATES) e i fatti non sussistono.

Gianpaolo Plini