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Castelli Romani

Albano Laziale, “Officine del Futuro”: tra dancing majorettes e ras locali andato in scena il solito bagno di retorica

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ALBANO LAZIALE (RM) – Si è tenuta ieri, presso il teatro Alba Radians di Albano Laziale, la conferenza di “Officine del Futuro” che raccoglieva tutti i delusi dell’area berlusconiana e appartenenti al partito di Fratelli d’Italia.

Tra gli ospiti più conosciuti Francesco Aracri che a maggio del 2017 ha abbandonato il gruppo di Forza Italia al Senato – pur rimanendo nel partito – aderendo al gruppo parlamentare di centro-destra Federazione della Libertà, il governatore forzista della Liguria Giovanni Toti, il consigliere regionale del Lazio di Forza Italia Adriano Palozzi, l’onorevole Marco Silvetroni deputato di Fratelli d’Italia e il candidato di Fratelli d’Italia per le prossime elezioni europee Alfredo Antoniozzi.

Le dancing majorettes in classico stile forzista

La convention ha visto, in classico stile forzista, l’esibizione delle dancing majorettes per ingraziare un pubblico folto che come ammette lo stesso Palozzi è composto “da amici e da quadri” provenienti dai vari comuni dell’area romana accompagnati ad Albano Laziale tramite dei pullman.

Un incessante bagno di retorica

Idee per il futuro davvero poche come anche i contenuti, quello a cui si è assistito è stato un incessante bagno di retorica che ha colpito dapprima la maggioranza gialloverde di governo per poi passare alla struttura verticistica di Forza Italia. Secondo Antoniozzi, questo governo non rappresenta la maggioranza degli italiani e per questo si doveva andare subito al voto dopo il 4 marzo: forse ignora che nel caso si fosse votato il giorno seguente poco sarebbe cambiato.

Ras locali preoccupati per il futuro del centrodestra

In ogni caso questa assemblea ha visto raccolti vari ras locali preoccupati per il futuro di un centrodestra che si colora sempre più di verde e per il “contenitore (Forza Italia Ndr) che si svuota di consensi”.

Allora l’obiettivo è quello di “presentare gli amici al presidente Toti” come chiosa Palozzi, riassumendo in poche parole la reale finalità dell’incontro. I discorsi più interessanti sono stati proprio quelli articolati dal governatore Toti e da Palozzi, i quali hanno sferrato un duro attacco contro il mai citato Silvio Berlusconi colpevole di non aver compreso il popolo, di aver vissuto solo di politica e non di idee, di aver perso il rapporto con le imprese. La colpa del tracollo di Forza Italia, secondo Toti, è da ricondurre anche alla legge elettorale Rosatellum che, purtroppo per Toti, ha visto il bene placito anche dei suoi colleghi di partito.

Tifo da stadio per Adriano Palozzi

Adriano Palozzi

Quando prende la parola Adriano Palozzi, la sala assume le fattezze di uno stadio in grado di accogliere veri e propri cori di tifoseria per lodare e rendere riverenza al buon Adriano.

Strano che nessuno degli ospiti, e soprattutto delle figure istituzionali di Fratelli d’Italia, abbiano chiesto al consigliere regionale qualche notizia sulla richiesta di rinvio a giudizio che gli pende sulle spalle per quanto riguarda l’inchiesta che la magistratura porta avanti sul nuovo stadio della Roma e sulla rete di interessi costruita da Parnasi. La sensazione è che Fratelli d’Italia, in vista delle elezioni europee e del crepuscolo del fu Berlusconi, stia raccogliendo qualsiasi tipo di uomo politico in grado di racimolare qualche voto. E Palozzi ha una buona riserva di consensi nel Lazio da portare al partito della Meloni.

Dotati di buona pazienza si continua ad ascoltare Toti che, tra uno sprazzo di retorica salviniana e tono clericale, si è incessantemente soffermato, come anche “l’amico Palozzi”, sul tema della meritocrazia: ”basta candidati calati dall’alto”. Certo è strano che a dirlo sia proprio il governatore ligure prototipo di giornalista strappato dalla bottega e fatto tutto ad un tratto politico di creazione berlusconiana: già vicecapo ufficio stampa di Mediaset, condirettore di Mediaset, condirettore di Studio Aperto, direttore di Studio Aperto, direttore del Tg4 al posto di Emilio Fede, poi nominato da Berlusconi consigliere politico di Forza Italia in vista delle elezioni europee nel 2014. Ora che Forza Italia sta in odor di soglia di sbarramento, molti si cominciano a ricordare la meritocrazia e l’esperienza, addirittura l’onestà.