ALBANO LAZIALE, MARCO MATTEI: LA SQUADRA DI MARINI IN DISFACIMENTO

di Marco Mattei

Albano Laziale (RM) – Giovedì sera a Palazzo Savelli abbiamo assistito all'approccio surreale, della maggioranza di governo cittadino, al rischio di una crisi che sarebbe potuta arrivare alla caduta del sindaco e della sua giunta. La maggioranza e il suo Sindaco invece di affrontare in aula questo rischio, argomentando le proprie ragioni e difendendo il proprio operato, hanno preferito una fuga di massa per cercare di dimostrare che gli assenti sono uniti per continuare la fallimentare esperienza. Un surreale rovesciamento di ruoli. In passato le amministrazioni usavano la loro forza e coesione per raggiungere importanti risultati in aula e le minoranze con i dissidenti di maggioranza affermavano la propria forza, in luoghi riservati, cercando di raggiungere i 16 consiglieri utili a far cadere l'amministrazione.

Giovedì sera è accaduto l'opposto 15 consiglieri di opposizione cercavano di far valere le proprie ragioni in aula, affrontando il dibattito a viso aperto e 15 consiglieri da casa o da luoghi improbabili cercavano di dimostrare di essere ancora maggioranza.

In questo bailamme Il Sindaco, Re travicello, chiuso nella sua stanza con il Presidente del consiglio e il Segretario del PD aspettava il triste verdetto. L'uscita da palazzo Savelli, alla chetichella, del primo cittadino e dei suoi sodali ha dimostrato che il risultato, 15 pari, non ha sciolto l'amletico dubbio. Ce la faranno a continuare con questa pantomima che dal 2010 sta paralizzando il paese?
Dopo aver semplicemente esposto i fatti risulta evidente che dall'accaduto si può trarre una sola conclusione: "questa amministrazione è finita".
È finita non tanto per la mancanza dei numeri di consiglio per governare (anche se una maggioranza con soli 15 consiglieri non può più chiamarsi tale) ma per la scomparsa del consenso del paese. Un fatto che non deriva da una mia opinione ma dalla scientifica volontà di questa maggioranza volta a spaccare ogni partito e a non rispettare coloro che hanno portato Marini alla vittoria.

Il fatto è oggettivo, dei 12000 voti presi nel 2010 questa maggioranza ha perso il Cigno e l'UDC (anche se il partito regionale ci tiene a precisare la propria fedeltà a termine) con l'uscita di D'Argento e Sannibale dalla maggioranza e il posizionamento critico da Maggi da anni.
 

Questi due partiti portarono a Marini, nel 2010, 2400 voti che se sottratti dai 12000 voti che valsero il 50,1% dei consensi avrebbero portato lo stesso a sconfitta certa.
Quindi oggi la maggioranza di allora è minoranza nel paese.

Quanto detto senza contare le spaccature provocate all'interno di SEL, con l'uscita del più votato Nabil Cassabgi, di Rifondazione comunista, con le dimissioni dell'assessore Rapisardi, dell'Italia dei Valori, con il ritiro delle deleghe all'assessore De Luca, che minano alle fondamenta la tenuta di questa raccogliticcia amministrazione.
È evidente che con questo quadro a nulla vale una tenuta di questa amministrazione ottenuta con l'aiuto di qualche consigliere eletto nel centrodestra ma impossibilitato a portare un valore aggiunto.
Per finire va sottolineato che mentre il quadro nazionale si avvia ad una semplificazione, con l'aggregazione, nel centrodestra, delle forze Popolari ed un PD modernizzato da Renzi e sempre più integrato nel PSE europeo, ad Albano qualcuno pensa ancora di giocare al Piccolo Chimico senza averne i numeri ma soprattutto senza avere più il consenso dei cittadini.

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