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Castelli Romani

Albano laziale, Genzano e Castel Gandolfo. In fuga dal Pd: il consenso si sposta su M5s e centrodestra

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Mentre si rendono noti gli ultimi dati delle regionali laziali, che già decretano il secondo mandato per Nicola Zingaretti, sull’esito dei voti alla Camera dei Deputati si chiarificano i cambiamenti nella scelta dei partiti ad Albano Laziale, Genzano e Castel Gandolfo.

Albano Laziale

Il 4 marzo i cittadini albanensi sono andati alle urne con un’affluenza del 74,31%. Molte le schede annullate 523 di cui 123 bianche forse per protesta. Ad Albano la spunta il M5S con 8.031 voti e il 35,98% attribuito a Bianca Maria Zama mentre nelle ultime comunali del 31 maggio del 2015 i pentastellati raccoglievano un 10,49% con poco più di duemila voti. L’ala destra non subisce evidenti sconvolgimenti nei consensi cittadini: Marco Silvestroni arriva al 33,49% alle nazionali contro il 46,22% del centrodestra alle comunali. La grande débâcle la registra il PD che alla camera prende il 21,33% dai cittadini di Albano Laziale mentre l’attuale sindaco Nicola Marini (Pd) alle scorse comunali del 2015 otteneva il 53,78%. I dati, anche se a distanza di tre anni, vedono il consenso passare dal centrosinistra al M5S e al centrodestra, in relazione alla sconfitta conclamata della sinistra alle nazionali. Spostamento significativo per le prossime comunali nel 2020, dove avrà un ruolo importante l’attuazione del programma dei cinque stelle o del centrodestra a livello nazionale.

Genzano

Fa parte del collegio uninominale di Velletri come anche Albano Laziale, perciò i dati del Ministero dell’Interno subiscono ripercussioni residuali. Le elezioni comunali tenutesi il 5 maggio del 2016 hanno visto il sindaco Lorenzo Daniele del M5S al 21,82%, mentre il PD al 42,68 contro il 25,74% alle nazionali. La vittoria nel cambio di passo è del centrodestra che passa, a Genzano, dal 2,89% al 31,02%. Il consenso si sposta sostanzialmente dal centrosinistra al centrodestra.

Castel Gandolfo

Rientra nel collegio uninominale di Marino e ha registrato un’affluenza alle urne del 77,29% su 6,740 elettori. Il parossismo che è evidente, analizzando i dati, riguarda il confronto tra l’ala di sinistra e i cinque stelle. Alle comunali dell’11 giugno 2017 il sindaco Pd Milvia Monachesi prendeva 2,100 voti (in proporzione ad un’affluenza del 61.07%) e il conseguente 50,12% il candidato pentastellato Paolo Belli racimolava 710 voti con il 16,95%. La distanza dalle comunali alle nazionali è di solo un anno. Il cambiamento, forse relazionato ad un empasse locale del M5S oppure ad una semplice migrazione di consensi, è netto. Alle nazionali i cittadini di Castel Gandolfo preferiscono con 1780 voti la candidata Antonela Gobbo del M5S che arriva al 35,38% al contendente del centrosinistra Renzo Carella con 1260 e perciò il 24,83%.

Certamente le dinamiche locali e in questo caso comunali sono lo specchio sia del lavoro dei partiti a livello nazionale ma anche di una politica radicata nel territorio che trova difficoltà nel farsi visibile ai cittadini.

Gianpaolo Plini