Albano Laziale, elezioni: una storia ancora tutta scrivere

ALBANO LAZIALE (RM) – Certamente un paio di mesi fa lo scenario nel centrosinistra di Albano Laziale era poco delineato e più in empasse. Lasciava intendere diversi sbocchi aperti sulla scelta del futuro candidato alla poltrona di palazzo Savelli.

Dopo qualche attesa e nomi che hanno riecheggiato per le stanze del palazzo si è poi sciolta la riserva: il candidato sindaco è il consigliere comunale e metropolitano Massimiliano Borelli, dirigente del Pd, molto attivo nell’attuale squadra di governo del sindaco Nicola Marini. Senza dubbio una brava persona. Una persona onesta che certamente riuscirà ad attirare molti consensi in maniera trasversale. Cosa positiva almeno fino a quando si corre e si compete.

Dell’avvocato ed editorialista de Il Sole 24 ore Gabriele Sepio non si è parlato più, probabilmente l’assessore al Sociale non ha ritenuto opportuno accettare dato anche il suo impegno con il Governo nel Terzo Settore, guai però a mettere solo in discussione il suo amore per la città di Albano Laziale.

Del professore universitario a Tor Vergata, l’ingegner Luca Andreassi invece non si è discussa neppure l’ipotesi. Il Pd ha fatto spallucce mentre lui è passato a Italia Viva.

Anche Enrica Cammarano è passata nel partito di Renzi. Presto si vedrà a chi spetta ufficialmente la rappresentanza. Senza sgomitate, s’intende. Italia Viva ad Albano Laziale o meglio Andreassi, tace. Non una parola sul suo profilo personale Facebook a corredo della notizia della candidatura di Borelli. Ci saranno colpi di scena?

È proprio Massimiliano Borelli infatti ad aver annunciato pubblicamente di aver accettato la proposta di candidarsi a sindaco, arrivata, sembrerebbe da una larga coalizione: “Qualsiasi viaggio – dice Borelli – anche il più lungo, è cominciato con un primo passo dice Lao Tzu. Il mio primo passo oggi, è stato quello di accettare di essere candidato a Sindaco della mia città, grazie al sostegno e alla indicazione di tutte le delegazioni politiche. Non è stata una decisione semplice: so quanto sia difficile oggi rappresentare una comunità. Farlo bene significa tempo sottratto agli affetti, dover prendere decisioni difficili, ricevere applausi ma anche denunce. Non farlo significava però avere un rimpianto. E allora ho accettato di mettermi in viaggio. Ma non lo farò da solo. Non sarà un cammino solitario. Altri hanno già fatto un pezzo di strada, ed io ho collaborato a tracciarla. Adesso occorre continuare e renderla migliore. Farla insieme significa avere una meta comune. Tutti noi possiamo fermarci un attimo e immaginare come sarà Albano tra 5 anni. Ecco, io ho qualche frammento di sogno, possiamo metterlo insieme ad altri frammenti e costruire la nostra storia. Nei prossimi giorni saremo ancora, con la testa e con il cuore, presi dalle feste, non c’è tempo per pensare a questo. E’ giusto che sia così. Ma finite le feste, con il nuovo anno, inizieremo questo viaggio. Per ora godiamoci questi giorni cercando la serenità”.

Il suo post su Facebook ha incassato centinaia di consensi (pollici in sù, emoticon) e molti commenti positivi. A dimostrazione, come detto, del potenziale largo consenso che Borelli dimostra di avere. Con lui sembrerebbe esserci anche chi fino a ieri ha guardato a destra: Domenico e Marica Roma ad esempio che notoriamente hanno circumnavigato piazze di destra con bracciate tra i partiti della Meloni e di Salvini pur mantenendo sempre la veste civica di Movimento Futuro Italia con un bel Tricolore come sfondo. Anche loro sembrano guardare a Borelli. Come biasimarli? Se guardano a destra è facile accorgersi ancora di una spaccatura non facile da sanare, nonostante le affermazioni ufficiose e gli slogan: “Andiamo compatti”. C’è Marco Silvestroni che vuole candidare Ferrarini, mentre dall’altra parte, l’altra anima, vorrebbe convergere su un erede più naturale ma non condiviso trasversalmente come può essere Borelli.

Insomma a destra i giochi non sono ancora fatti, sembra si navighi a vista ma non potrebbero mancare colpi di scena. Anche lì le possibilità di competere con il centrosinistra testa a testa fino all’ultimo voto sono più che concrete. Ma prima è chiaro, tocca decidere e anche in fretta chi portare.

I cinque stelle? Non pervenuti. Almeno non con l’intensità del tempo che fu. E si profila, quindi, una sfida a due: centrosinistra vs. centrodestra. Una storia ancora tutta scrivere.