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Chiara Rai
La storia degli episodi di “anarchia” da parte di alcuni esponenti dell’Udc, si ripete anche ad Albano, dopo la vicenda di Nettuno dove i centristi mirano all’ingresso in maggioranza e preparano un possibile accordo politico per le prossime amministrative. Nella città castellana governata dal centrosinistra, i mal di pancia degli esponenti provinciali non fanno altro che accendere nuove polemiche. Ieri il capogruppo Udc alla provincia di Roma Mario Ferrante ha chiesto agli organi provinciali del partito di commissariare l’Udc di Albano a seguito della situazione d’immobilismo che si sarebbe venuta a creare dopo la defenestrazione dalla giunta dell’ex assessore al Bilancio Andrea Marconi (Udc). Chi pensa che invece i “nervi debbano essere messi da parte” è il consigliere regionale Udc Pietro Sbardella, il quale, ammonisce “gli pseudo dirigenti provinciali e regionali – dice il consigliere regionale – che, da irresponsabili danno copertura a queste manovre. Da una parte c'e' chi tenta di tenere unito il partito e di farlo crescere, mentre dall'altra c'e' chi tenta le furbatine e si agita in preda a piccole crisi isteriche”. Riguardo Albano, anche Sbardella non nega che la dialettica interna alle forze di maggioranza sia complicata, ma rinnova a tutti gli amici di partito la linea dell’intesa comune per decidere una linea unitaria ricordando a Casini il bisogno di dare luogo al congresso provinciale che potrebbe tenersi il 12 febbraio, “il commissariamento avrebbe il sapore di un piccolo dispetto – conclude il consigliere regionale Udc – e non fa onore a chi lo propone''. Intanto arriva l’ammonizione alle dichiarazioni di Ferrante anche da parte dell’Udc locale. Il coordinatore Stefano Casciotti e il consigliere, Fabio Sannibale considerano un caso isolato l’estromissione di Marconi e ritengono che le uscite di Ferrante siano “inopportune e inadeguate rispetto al ruolo che ricopre”.
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