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ALBANO LAZIALE, DISCARICA: ECCO TUTTO QUELLO CHE SI DEVE SAPERE

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Tempo di lettura 6 minuti Ecco i primi dati Arpa sulla qualità dell’aria

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di Ivan Galea

Albano Laziale (RM) – Sono stati spenti gli ultimi focolai del grave incendio che ha colpito  la discarica di Roncigliano ad Albano Laziale giovedì 30 giugno 2016 verso le ore 19. Un'enorme colonna di fumo, che secondo alcune testimonianze ha raggiunto l'altezza di 25 metri dal suolo ha coperto gran parte dell'area dei Castelli Romani fino all'estrema periferia sud della capitale e della zona di Ardea compreso il litorale.

Tonnellate di rifiuti bruciati L'incendio, che ha bruciato tonnellate di rifiuti, è avvenuto nella zona della discarica destinata al Trattamento Meccanico Biologico – Tmb -, ovvero dove sono stoccati i rifiuti pronti per il processo di separazione e sminuzzamento che li divide in Combustibile Derivato da Rifiuti, carta-plastica-legno e umido.

Le cause dell'incendio I carabinieri della stazione di Cecchina, frazione di Albano Laziale, titolari delle indagini insieme ai militari di Castel Gandolfo, hanno per ora ipotizzato il rogo accidentale. L'incendio si sarebbe  innescato a causa di un corto circuito del macchinario adibito allo smaltimento dei rifiuti. Ci si chiede come sia possibile che in una struttura simile i sistemi di sicurezza non abbiano permesso lo spegnimento tempestivo di un focolaio prodotto da un corto circuito.

Un disastro annunciato "Quello che noi avevamo scritto 5 anni fa per bloccare la costruzione dell’inceneritore di Albano Laziale si è dimostrato purtroppo una realtà" Ha detto il professor Agostino Messineo docente di Medicina del Lavoro presso l'università Tor Vergata e che ha diretto il servizio di prevenzione alla Asl RmH per lungo tempo. Messineo ha evidenziato il fatto che i rifiuti che contengono oltre ai materiali organici anche quelli inorganici, come plastica e stoffe,  quando s’incendiano raggiungono delle temperature molto alte 1000/1500 gradi e possono liberare nell'ambiente sostanze tossiche come la diossina, oltre al fatto che queste elevate temperature possono anche incidere sulla tenuta stessa della discarica e potrebbero ledere le protezioni, anche a livello di suolo. Lasciamo immaginare ai lettori le conseguenze. "Quella discarica era stata già segnalata come inadeguata – prosegue il professor Agostino Messineo – ed è stata oggetto di valutazione negativa per l’impatto ambientale complessivo". Messineo evidenzia ancora il fatto di aver sempre espresso il parere negativo riguardo la costruzione dell’inceneritore di Albano Laziale e che  sulla questione si dibatte in questi giorni al processo presso Tribunale di Roma con indagati funzionari Regionali. "L’incendio dimostra che io e la dr.ssa Varrenti, la mia funzionaria del Servizio di Igiene oggi distaccata alla Procura di Velletri, – aggiunge il professor Messineo –  avevamo ragione sulla negatività della situazione ambientale del territorio: acque con l’arsenico, radon nelle rocce tufacee, penuria idrica, impatto del traffico dell ‘Appia con polveri e rumori, ed anche dell’aeroporto di Ciampino, emissione di gas mortali dal sottosuolo nella zona di cava dei selci, situazione sismica, inquinamento del lago di Albano, ecc.. Il dottor Fausto Tigani – sottolinea Messineo – il chimico ambientale che all’epoca faceva con noi i rilievi – alla discarica di Albano Laziale Ndr. – si ricorda ancora degli odori nauseabondi della discarica e del nostro tentativo di misurarli con un naso elettronico che però non è stato ammesso dai proprietari della discarica. Le numerose lamentele del vicinato e i cortei di protesta dei cittadini. Alla fine – conclude Messineo – tutto torna come si può vedere".

Il pericolo diossine Il direttore del servizio di Prevenzione della Asl RmH Mariano Sigismondi  ha confermato che sono stati effettuati dei campioni per monitorare la qualità delle acque superficiali e che non ci sono state persone ricoverate con fenomeni acuti, bensì potrebbero esservi fenomeni allergici. Maggiore attenzione va prestata infatti all’acqua e ai pozzi di captazione che comunque potrebbero essere stati contaminati.  Sigismondi non nasconde il fatto che i materiali plastici e prodotti simili bruciando possono aver sprigionato diossine e Pcd, precursori della diossina, sostanza tossica e cancerogena, e per questo, l’accortezza alla quale invita la popolazione è quella di seguire una buona prassi igienica e di mantenere le finestre chiuse nel caso si intravedessero fumi residui: “Raccomandiamo il lavaggio accurato degli ortaggi – aggiunge – e soprattutto di richiedere analisi in caso si possedessero dei pozzi”. Infine una rassicurazione per evitare allarmismi: “I cittadini possono stare tranquilli perché la situazione è costantemente monitorata e controllata, presto avremo i dati e potremo fornire maggiori dettagli”

I rilievi Arpa Lazio Intanto i tecnici dell'Arpa Lazio hanno installato una centralina di monitoraggio dell'aria nella scuola di Cancelliera e svolto analisi anche sulle falde acquifere sempre a Cancelliera – Ardeatina. Attesi anche i dati delle centraline fisse, quelle di Ciampino, più vicine alla zona della discarica, un’area di 3 mila metri quadri. Il sindaco di Albano Nicola Marini fa sapere che i dati precisi sulla qualità dell’aria saranno disponibili solo dopo cinque giorni di misurazione: “Faccio un appello ai cittadini – dice Marini – affinché in questo momento di emergenza ci sia collaborazione e un pò di pazienza. Da parte nostra ci sarà un aggiornamento costante della situazione”.

Smaltimento rifiuti siti provvisori Intanto il Comune di Albano Laziale in accordo con la Regione Lazio hanno individuato il sito provvisorio di smaltimento. Parte dei rifiuti di ben 11 Comuni, tra Castelli Romani e Litorale, conferiranno ad Aprilia e nel viterbese. Lunedì si terrà una riunione in Regione con tutti i sindaci, Arpa e Asl per cercare di scongiurare una vera e propria emergenza.

I primi dati Arpa sulla qualità dell’aria L’Arpa Lazio, in seguito all’incendio verificatori ieri, giovedì 30 maggio, presso la discarica di Roncigliano, ha reso noti i dati relativi alle misurazioni della qualità dell’aria rilevati dalle centraline poste nella zona dell’impianto facenti parte della rete di monitoraggio regionale. Di seguito quanto contenuto nella nota Arpa.

“Al fine di valutare eventuale effetti sulla qualità dell’incendio occorso nella serata del 30.06.2016 presso il complesso impiantistico della società Pontina Ambiente sita in località Cecchina nel Comune di Albano Laziale, il giorno 01.07.2016 è stato posizionato un campionatore per polvero PM10 presso il plesso scolastico distaccato Cancelliera sito in via delle Pesche n. 7. Il campionamento si protrarrà per almeno cinque giorni e i campioni prelevati verranno analizzati presso i laboratori di Arpa Lazio per la determinazione delle concentrazioni in aria ambiente di PM10, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e diossine. I dati, non appena disponibili, verranno inviati a tutti gli enti interessati.

Al fine di trarre indicazioni preliminari, sono stati elaborati i dati rilevati dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria, analizzando in particolare i dati orari delle stazioni di Ciampino, Cinecittà e Fermi che potrebbero essere state maggiormente interessate dall’incendio. Sono stati brevemente analizzati anche i dati della centralina fissa di Aprilia.

Sono stati analizzati i valori medi giornalieri di PM10 e i valori medi orari di biossidi di azoto (NO2), ossido carbonico (CO) e composti organici volatili (COV) relativi al periodo dalle ore 0,00 del 28 giugno alle 12.00 del 01.07.2016. L’orario di riferimento è l’ora solare.

I dati relativi al PM10 (riferiti a Ciampino, Cinecittà e Fermi) sono rimasti al di sotto del limite di legge di 50 mg/m3  sia nei giorni precedenti che nel giorno interessato dall’incendio. Non si nota alcun aumento della concentrazione il 30.06.2016.      

Le concentrazioni medie orarie di biossido di azoto NO2 (riferiti a Ciampino, Cinecittà e Fermi) sono rimaste sempre al di sotto del del limite di legge di 200 mg/m3. La centralina di Ciampino, la più vicina alla discarica, nelle ore dell’incendio e durante quelle successive non ha evidenziato aumenti significativi. Per quanto riguarda le stazioni Fermi e Cinecittà, il 30.06.2016 si notano valori superiori a quelli misurati nei giorni precedenti alla stessa ora a partire rispettivamente dalle 20 e dalle 22. Non sembrerebbe possibile ragionevolmente attribuire all’incendio tali incrementi, considerando che la stazione di Ciampino, situata tra il punto di emissione e Roma, non ha rilevato aumenti analoghi nel medesimo periodo temporale, inoltre le sorgenti emissive nell’urbe sono molto numerose.

I dati non evidenziano alcun incremento del COV nelle stazioni di Ciampino e Fermi a seguito dell’incendio. I dati del 30 sono del tutto analoghi a quelli registrati nei giorni immediatamente precedenti. La concentrazione media di benzene, l’unico COV per il quale è previsto un limite di legge calcolato come media annuale pari a 5 mh/m3, è rimasta nettamente al di sotto di questo valore.

Le concentrazioni di CO rilevate presso la stazione Fermi non evidenziano aumenti nelle ore successive all’incendio. Il limite di legge per questo inquinante è pari 10 mg/m3 calcolato come media massima su otto ore. I valori misurati sono notevolmente inferiori rispetto al limite.

Tutte le concentrazioni rilevate nelle centraline di monitoraggio più vicine all’area dell’incendio non hanno evidenziato superamenti dei limiti previsti dalla normativa vigente. Le stazioni di misura della rete regionale non hanno registrato aumenti delle concentrazioni degli inquinanti attribuibili all’incendio del 30/6/2016. L’unico aumento successivo all’incendio riguarda il biossido di azoto nelle stazioni Fermi e Cinecittà. Occorre però tener presente che l’assenza dello stesso aumento presso la centralina di Ciampino e la presenza di numerose fonti emissive su Roma rendono azzardato attribuire tale incremento all’incendio di Cecchina. Anche la centralina di Aprilia, non evidenzia dati anomali, sembra quindi da escludere un’influenza significativa sulla qualità dell’aria anche in direzione Sud. In data 01.07.2016 un campionatore per polveri PM10 è stato istallato in prossimità del luogo dell’incendio e i dati, non appena disponibili, verranno inviati a tutti gli enti interessati”.

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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