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ALBANO LAZIALE (RM) – Conto alla rovescia per la presentazione ufficiale del progetto “Pharos” mirato al contrasto della violenza, a cura delle associazioni “Gens Albana” e “In Medias Res”.
Il prossimo 21 giugno alle 20 a Roma presso il Golf Club
Fioranello di via della Falcognana, un gruppo di professionisti presenteranno il
progetto pilota in occasione dell’evento organizzato dall’associazione “Gens
Albana” per il terzo anniversario di attività.
“Le professioni d’aiuto spesso sono rivolte alle
vittime, a coloro che non sono in grado di gestire autonomamente un vissuto di
dolore, a chi disperatamente si trova inserito in un vortice confusivo e
disarmante, a chi non è in grado di trovare una via d’uscita. – Dichiarano gli
organizzatori dell’evento – Chiunque – proseguono – può vivere un momento di
empasse, chiunque può trovarsi coinvolto in vissuti disarmanti la cui direzione
spesso disorienta e porta a vissuti inaspettati. Spesso si ragiona per
categorie e ruoli: vittime, autori di reato, maltrattante, maltrattato
dimenticando che ciascuno di “noi“ è frutto di una storia, la “propria“ storia
il cui esito è sconosciuto e le cui origini sono spesso inconsapevoli.
L’approccio che ci si pone è quello di portare avanti una visione poliedrica
degli eventi violenti che gravitano intorno al nostro vivere quotidiano.
Lavorare sul maltrattante significa ridurre i maltrattamenti, da ciò si deduce
che i due aspetti sono strettamente connessi. Quanti di noi si sono domandati
che cosa accade nell’animo di un “uomo“ che agisce violenza su un altro uomo?
Il limite che abbiamo ravvisato, ciascuno nel nostro profondo, e che spesso
sviluppiamo una maggiore sensibilità nei confronti delle persone che subiscono
violenza, quasi mai o raramente, l’attenzione è rivolta a chi agisce violenza,
al vissuto che gli si agita dentro, e alle storie personale che gli
appartengono, spesso costellate da altrettanti vissuti di violenza. Tale
riflessione non è assolutamente orientata a sminuire o giustificare i
comportamenti violenti, la cui manifestazione è da condannare senza “se“ e
senza “ma“. Si intende far riflettere su quanto sia importante non perdere di
vista ciò che c’è oltre il comportamento violento per evitare che esso venga
messo in atto. Chi agisce violenza è stato spesso vittima di violenza. Cosa
sarebbe potuto accadere se si fosse intervenuti in maniera tempestiva su quella
persona? È possibile evitare che i comportamenti violenti vengono messi in
atto!? È possibile prevedere e/o prevenire la manifestazione di comportamenti
violenti? La risposta a queste domande è da ricercarsi nel senso di
responsabilità comunitaria per la quale, ciascuno ha il dovere di riconoscere
eventuali fattori di rischio onde evitare la manifestazione dell’atto violento.
Quindi riteniamo sia importante creare una comunità “competente” capace di
intercettare il rischio, segnalarlo e consentire un possibile trattamento.
Questo l’obiettivo di Pharos, un gruppo di professionisti che presenteranno un
progetto pilota in occasione dell evento organizzato dall associazione “Gens
Albana” per il terzo anniversario di attività”.
“E’ un progetto ambizioso – dichiara Cinthia Vercelloni
presidente di Gens Albana – che insieme all’ Associazione “In Medias Res”
stiamo cercando di portare avanti. Sino a quando gli interventi riguarderanno
solo le vittime di violenza, non potremmo pensare che il problema sia risolto,
ma sarà solo spostato. Credo fortemente che sia una battaglia da farsi. “Una
tutela per le vittime”. Ringrazio tutto il gruppo di lavoro per la
professionalità, l’impegno e la disponibilità profuse nelle persone della dottoressa
Maria Cecilia Russo, specialista in scienze criminologiche, il mediatore penale
Clementina Iuculano, il dottor Alfredo De Risio docente di psicopatologia
forense preso la LUMSA, la dott.ssa Rosj Guido psicoterapeuta Ctu e perito e l’avvocato
Francesca Andreani”.
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