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Benedetti ritiene che il coordinamento tra tutte le realtà industriali, artigianali, cooperativistiche, commerciali e sindacali, sia un punto indispensabile per un nuovo rilancio dell’economia territoriale.
Redazione
Albano Laziale (RM) – “Il commercio che oggi boccheggia nella nostra città, deve tornare ad essere una ricchezza”. Lo dice Gino Benedetti, candidato a sindaco della coalizione Moderati e Riformatori (Forza Italia, Patto Popolare, Lista Cassabgi, Rete dei Cittadini, Area Democratica Lista Mattei, Reazione Civica, Lista Benedetti).
Benedetti ritiene che il coordinamento tra tutte le realtà industriali, artigianali, cooperativistiche, commerciali e sindacali, sia un punto indispensabile per un nuovo rilancio dell’economia territoriale. “Oggi, dopo 5 anni di fallimentare amministrazione Marini, tutto è fermo e stagnante – dice il candidato sindaco – abbiamo bisogno di una politica di certezze e di una coerente azione amministrativa, motore propulsore di iniziative tese alla crescita lavorativa”.
Dunque, per lo sviluppo economico di Albano Laziale Gino Benedetti propone una ricetta vincente: “Attraverso una incisiva politica d’incentivazione – spiega – proponiamo il modello del distretto produttivo e commerciale sul tipo di quelli presenti nel territorio nazionale, oggetto di studio e riproposizione in diversi paesi e proposto come strumento per lo sviluppo locale di diversi economie. All’origine dei successi del distretto sono alcuni punti di forza legati alle caratteristiche delle piccole imprese che rappresentano la componente base del distretto; queste sono capacità di “fare sistema”; specializzazione produttiva; ricorso ai rapporti di sub fornitura, circolazione delle informazioni con creazione di un patrimonio comune di conoscenza, qualificazione della manodopera”.
Ma non è tutto perché il candidato a primo cittadino di Albano evidenzia come sul territorio esista un’area artigianale e un’area industriale: “Questa va munita delle infrastrutture necessarie – afferma Benedetti – nate dalle nuove esigenze tecnologiche, con la possibilità di essere riconvertita e specializzata nella produzione e nell’indotto da questa scaturibile. Riteniamo che la specializzazione produttiva possa attivare investimenti sul territorio”.
In questa maniera Benedetti afferma che gli imprenditori sarebbero attratti in primo luogo dai servizi offerti dalla componente pubblica e soprattutto dalle economie di scala praticabili in un distretto a produzione specializzata: “Dunque rivoluzioniamo commercio e artigianato – conclude – attraverso la pianificazione del commercio nelle aree pubbliche, la riqualificazione del mercato ortofrutticolo di Albano e lo snellimento della burocrazia, a volte impantanante, che favorisca ed incentivi l’apertura di nuove attività commerciali”
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