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ALBANO LAZIALE: AMMINISTRATORI E SOLDI PUBBLICI

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Tempo di lettura 2 minuti Risica e Cassabgi hanno scritto alla Corte dei Conti numerose volte per far luce sulle lettere di padronage e sulle farmacie comunali, ma soprattutto sulle partecipate Albafor, Albalonga e Volsca

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di Chiara Rai
Albano Laziale (RM)
– Continua l’inchiesta de L’Osservatore d’Italia sulla bufera che ha travolto il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini (PD) imputato insieme ad altre 10 persone tra dirigenti, politici e imprenditori per concorso in abuso d’ufficio.

L’udienza preliminare davanti al Gup è fissata per il prossimo 10 marzo 2016 al Tribunale di Velletri. Tra i diversi reati contestati, Nicola Marini in concorso con Roberto De Vitalini, Claudio Fiorani, Mario Rapisardi, Maurizio Sementilli, Mariella Sabadini Milano, Vincenzo Santoro, Giuseppe Rossi quali componenti della giunta del Comune di Albano Laziale, hanno adottato la delibera 129 del 27 Giugno 2011 e dato mandato affinché il dirigente Sabadini adottasse quella stessa determina, senza procedura di evidenza pubblica e forma scritta, per far conseguire un vantaggio patrimoniale alla ATES del privato De Vitalini che, di fatto, è l’inquilino del sindaco Nicola Marini.

Alla ATES è stata affidata la gestione degli spettacoli teatrali e musicali per l’estate 2010 -2011 per 128mila euro. Le indagini sono partite da un esposto di Marco Risica e dell’ex consigliere comunale Nabil Cassabgi. L’intero fascicolo è stato trasmesso anche alla Corte dei Conti. Proprio la Corte dei Conti è oggetto di questa seconda puntata. I conti sembrano non tornare perché, a quanto pare, la procura contabile non ha inteso proseguire le indagini relative a 16 milioni di euro. Risica e Cassabgi hanno scritto alla Corte dei Conti numerose volte per far luce sulle lettere di padronage e sulle farmacie comunali, ma soprattutto sulle partecipate Albafor, Albalonga e Volsca.

Si parla di soldi pubblici rispetto ai quali diversi cittadini già si stanno riunendo in un comitato per costituirsi parte civile al processo che probabilmente prenderà il via da marzo in poi. Sicuramente la Corte dei Conti dovrà dare delle risposte. Solo lo scorso Agosto l’amministrazione di Nicola Marini è finita nel mirino della procura di Velletri con l’ipotesi di reato di concorso in corruzione elettorale: posti di lavoro in cambio di voti per parenti e affini dei candidati nelle liste del riconfermato sindaco.

Adesso buona visione con l’intervista di Chiara Rai a Marco Risica.
 

Cronaca

Mirella Gregori, la Commissione convoca l’uomo del citofono

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Saranno due testimoni chiave, due amici intimi delle due ragazze, i prossimi auditi, giovedì 19 settembre, dalla Commissione di inchiesta bicamerale sulle scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. Si tratta di Gabriella Giordani, una delle due amiche più strette dell’epoca di Emanuela Orlandi e di Alessandro De Luca, ex compagno di scuola di Mirella Gregori. De Luca, in particolare, è al centro del giallo sulla scomparsa di Mirella. Sarebbe stato lui infatti, il 7 maggio del 1983, giorno della scomparsa a citofonare alla ragazza per incontrarsi a Porta Pia. Giovedì prossimo, a 41 anni dalla scomparsa, ci si aspetta una sua risposta definitiva circa il fatto che sia stato effettivamente lui a citofonare a Mirella e che cosa successe poi. 

Maria Antonietta Gregori sorella di Mirella ospite di Chiara Rai a Officina Stampa del 3 maggio 2018 racconta i fatti che si sono susseguiti negli anni e certe strane coincidenze…

La scomparsa di Mirella Gregori, una giovane ragazza romana, è uno dei misteri più inquietanti della storia italiana. La sua storia è legata a doppio filo con un’altra sparizione avvenuta nello stesso anno, quella di Emanuela Orlandi, e ha suscitato interrogativi che a distanza di decenni non hanno ancora trovato risposte. La vicenda di Mirella, scomparsa il 7 maggio 1983, è avvolta nel mistero, e continua a sollevare dubbi sulle possibili connessioni con fatti e circostanze di grande rilevanza politica e religiosa.

Il giorno della scomparsa

Mirella Gregori aveva 15 anni quando sparì. Era una ragazza semplice, che viveva con la sua famiglia in via Volturno, una zona centrale di Roma. Frequentava il liceo, aveva tanti amici e una vita normale, come quella di tante altre adolescenti della sua età.

Quel fatidico 7 maggio, Mirella uscì di casa dicendo a sua madre che avrebbe incontrato un amico sotto casa. Non ci fu più nessuna traccia di lei da quel momento. La famiglia, preoccupata per il suo mancato ritorno, denunciò la scomparsa, ma non immaginava che sarebbe diventata parte di un caso che avrebbe coinvolto lo Stato, la Chiesa e il Vaticano.

Le indagini e i collegamenti con Emanuela Orlandi

Solo poche settimane dopo la scomparsa di Mirella, un altro evento scosse Roma: il 22 giugno 1983, Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni, scomparve senza lasciare traccia. Immediatamente, la somiglianza temporale tra i due casi fece sospettare che potessero essere collegati, ipotesi rafforzata da alcune rivendicazioni che menzionavano entrambe le ragazze.

Le indagini sulla scomparsa di Mirella, condotte parallelamente a quelle di Emanuela, furono caratterizzate da numerosi depistaggi, rivelazioni anonime e piste poco chiare. I genitori di Mirella ricevettero strane telefonate, e una delle ipotesi avanzate fu che la sua scomparsa potesse essere legata a una più ampia trama internazionale, che coinvolgeva la criminalità organizzata, gruppi terroristici, e persino il Vaticano.

Nel corso degli anni, sono state avanzate diverse teorie. Alcuni sostenevano che Mirella potesse essere stata rapita come “pedina di scambio” in un complesso intrigo politico, legato ai debiti del Vaticano con la banda della Magliana o alle pressioni sul rilascio del terrorista Mehmet Ali Ağca, responsabile dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II. Tuttavia, nessuna di queste piste è stata confermata.

Le testimonianze

Una delle testimonianze più importanti emerse nel corso degli anni è stata quella di alcuni amici di Mirella, che hanno dichiarato che la ragazza, qualche tempo prima della scomparsa, avrebbe ricevuto attenzioni particolari da un uomo non identificato. Questo personaggio, descritto come un uomo sui trent’anni, era stato visto aggirarsi intorno alla casa di Mirella, ma non fu mai identificato con certezza.

Nel 2019, l’ex terrorista Enrico De Pedis, legato alla banda della Magliana e sospettato di avere un ruolo nelle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, è stato nuovamente al centro delle indagini. Il suo nome era emerso già in passato, ma nessuna prova concreta ha mai collegato l’uomo direttamente alla scomparsa delle due ragazze.

Il dolore della famiglia

La famiglia di Mirella Gregori, in particolare sua madre, ha vissuto per anni nell’angoscia e nella speranza di ottenere risposte. Nonostante i numerosi appelli e le indagini ufficiali, la verità su cosa sia realmente accaduto a Mirella rimane sconosciuta. Nel corso del tempo, la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, senza mai ottenere una spiegazione definitiva.

La scomparsa di Mirella Gregori è diventata un caso simbolo di quei misteri irrisolti che scuotono l’opinione pubblica, ma che sembrano destinati a rimanere senza una conclusione certa. Il nome di Mirella, così come quello di Emanuela Orlandi, continua a essere ricordato nelle cronache italiane, ma resta intrappolato in un intrigo di segreti che, a distanza di oltre 40 anni, non sono mai stati pienamente svelati.

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Cultura e Spettacoli

Ardea, festeggia il compleanno di Franco Califano

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Il 14 settembre a partire dalle ore 20 in Piazza del Popolo. Un evento unico, ormai tradizione annuale, per la città

Il videoservizio dedicato al Maestro trasmesso a Officina Stampa del 9 maggio 2024

Undici anni fa moriva il “Maestro” per eccellenza della canzone italiana, Franco Califano.
Il suo amore per il mare, per la spiagge del litorale romano era ben noto e risaputo a tutti.
Scelse il cimitero di una piccola città che lui amava profondamente, Ardea, come luogo della sua sepoltura vicino a suo fratello Guido ed all’amatissimo nipote Fabrizio.

E Ardea, da sempre, ricorda questo “figlio Maestro” e lo celebra come di certo lui avrebbe voluto: in mezzo ai giovani, dando spazio ai giovani.

Perché, in pochi ricordano che il “Califfo” è stato un valente talent scout, lanciando nel mondo dello spettacolo personaggi del calibro dei Ricchi e Poveri (“Ricchi di idee e poveri di soldi” fu la sua definizione che li rese poi immortali), Giampiero Artegiani, la stessa Mia Martini e tanti tanti altri.

E, questo evento unico, ormai tradizione annuale per la città di Ardea, fortemente voluto dal sindaco, Maurizio Cremonini, dall’Amministrazione Comunale e dall’Assessore alla Cultura Barbara Assaiante, segna l’inizio di un percorso ambizioso volto a promuovere i giovani talenti del territorio e a valorizzare la cultura musicale locale.

“Questo evento rappresenta la prima pietra di una grande costruzione culturale per la nostra città – ci dice il sindaco Maurizio Cremonini Il nostro obiettivo è fare di questa manifestazione un appuntamento annuale che celebri la creatività e l’arte in tutte le sue forme, mantenendo vivo il ricordo di un artista che ha segnato profondamente la storia della musica italiana”.

“Vogliamo che questo progetto diventi un simbolo del nostro impegno nel promuovere le nuove generazioni e nel valorizzare il nostro patrimonio artistico – aggiunge l’assessore Barbara Assaiante Attraverso la musica, possiamo unire le persone e creare un futuro più ricco di cultura e di condivisione”.

la locandina dell’evento promosso dal Comune di Ardea

L’evento si svolgerà il 14 settembre, giorno dell’86° compleanno del Maestro, in Piazza del Popolo e sarà suddiviso in due momenti principali.

Alle ore 18:00 sarà possibile visitare la “Casa Museo Franco Califano”, un’occasione imperdibile per immergersi nella vita e nella carriera del Maestro.

Successivamente, dalle ore 20:00, inizieranno le esibizioni dei giovani talenti delle scuole di musica di Ardea di Alex ed Enrico Magistri e dell’ArdeaFilarmonica, che si alterneranno sul palco insieme ai membri storici del gruppo di Califano ed i GHOST.

La serata culminerà con la premiazione dei giovani artisti e con un concerto finale “La Notte del Maestro”, con lo storico gruppo guidato ad arte dal Maestro Alberto Laurenti, accompagnato dalla splendida voce di Nadia Natali e, dall’imperdibile presenza di Maurizio Mattioli.

Tutti insieme, con la presenza unica di Antonello Mazzeo, storico batterista di Califano, per celebrare l’immensa ed intramontabile opera del Maestro.
E come direbbe il maestro “… tutto il resto è noia …”

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Ambiente

Incendi ai Castelli Romani: zona Tuscolana nella morsa dei piromani. Sono atti dolosi

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Da due giorni, un vasto e pericoloso incendio doloso, appiccato su più punti dai piromani, sta devastando diverse zone collinari e montuose, tra cui Pratarena, Molara, Monte Silvestro e il tristemente noto Monte Tuscolo. Questo incendio, che sta interessando anche le aree confinanti con i comuni di Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Rocca Priora e Frascati, rappresenta un vero e proprio atto di terrorismo ambientale che minaccia non solo il prezioso patrimonio naturale, ma anche la sicurezza delle persone e delle loro proprietà.

Le fiamme, alimentate dal vento e dalla vegetazione secca, si sono propagate rapidamente, arrivando a minacciare le abitazioni della zona di Pratarena. In pochi minuti, il fuoco ha raggiunto un’intensità tale da rendere necessaria l’evacuazione cautelativa di circa una decina di famiglie. Gli animali della Collina degli Asinelli, una struttura del Parco Regionale dei Castelli Romani dedicata alle attività ludiche per disabili e visite guidate, sono stati anch’essi trasferiti in luoghi sicuri. La situazione è stata gestita con grande prontezza dalle squadre di soccorso che hanno lavorato instancabilmente per tutta la notte.

Sul posto sono intervenute numerose unità di Protezione Civile, tra cui Beta 91 di Monte Compatri, Il Gamberone San Cesareo, Gabi Zagarolo, ASA Rocca di Papa, Falco Frascati e la comunale di Rocca Priora, insieme ai Vigili del Fuoco di Frascati e Marino. Per dirigere le operazioni di evacuazione e spegnimento, erano presenti il sindaco di Monte Compatri Francesco Ferri, il presidente del Consiglio Comunale Alessandro Monti, i Carabinieri della Stazione di Monte Compatri, la Polizia Locale e i Guardiaparco dei Castelli.

Gli incendi, secondo le prime ricostruzioni, sono di chiara matrice dolosa. L’utilizzo di droni da parte della Protezione Civile ha permesso di rilevare diversi punti di innesco del fuoco, confermando i sospetti iniziali. Questo atto deliberato di distruzione non solo mette a rischio la sopravvivenza di intere aree boschive, ma rappresenta anche una minaccia concreta per la vita degli abitanti, degli animali e per le attività economiche della zona.

Il sindaco Francesco Ferri, visibilmente scosso dalla gravità della situazione, ha dichiarato: “Non è più tollerabile vedere questo terrorismo ambientale ad opera di piromani che stanno devastando il nostro territorio boschivo. Scene a cui assistiamo ogni anno da molto tempo, ma che oggi si ripropongono con una violenza senza precedenti.” Le parole del sindaco riflettono la frustrazione e la rabbia di una comunità che vede il proprio patrimonio naturale distrutto da mani criminali, apparentemente senza alcun riguardo per le conseguenze.

Il lavoro delle squadre di soccorso è stato estenuante, ma indispensabile. Le operazioni di spegnimento, iniziate intorno alle 19 di ieri, si sono protratte per tutta la notte e continuano tuttora, con numerosi focolai ancora attivi in zone particolarmente impervie tra il Monte Tuscolo e il Colle della Molara. La difficoltà di accesso rende necessario l’intervento dei mezzi aerei della Flotta Regionale di Protezione Civile, già in azione per contenere l’avanzata delle fiamme.

“È stato un duro ed estenuante lavoro di squadra tra tutte le componenti del sistema di soccorso. A tutti loro va il nostro ringraziamento”, ha commentato il sindaco Ferri insieme ad Andrea Sciacqua, coordinatore della Protezione Civile Beta 91. Le parole dei responsabili locali evidenziano non solo la gravità della situazione, ma anche la dedizione e il coraggio di chi ha lottato in prima linea per proteggere la comunità.

Di fronte a questa emergenza, è evidente che le azioni intraprese finora non sono sufficienti. Il sindaco Ferri ha annunciato che chiederà un incontro urgente con gli altri sindaci dei comuni vicini, il Parco Regionale dei Castelli Romani, la Comunità Montana e la Prefettura di Roma. L’obiettivo è intraprendere misure di delimitazione e controlli mirati 24 ore su 24, per prevenire ulteriori atti di piromania e proteggere le poche aree verdi rimaste intatte.

Questa drammatica situazione sottolinea l’urgenza di un piano di prevenzione efficace e di una risposta coordinata a livello territoriale. È necessario rafforzare i controlli nelle aree boschive, migliorare la sensibilizzazione della popolazione sui rischi degli incendi e promuovere una cultura della legalità e del rispetto per l’ambiente.

Gli incendi che stanno devastando le colline dei Castelli Romani sono un monito doloroso di quanto fragile sia il nostro ambiente naturale e di quanto possa essere facilmente distrutto da azioni criminali. La comunità locale, con l’aiuto delle istituzioni e delle forze di soccorso, deve rispondere con decisione e unità per fermare questo “terrorismo ambientale”. Solo con un impegno costante e con misure preventive efficaci sarà possibile proteggere e preservare il patrimonio naturale dei Castelli Romani, garantendo un futuro sostenibile per le generazioni a venire.

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