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ALBANO INCENERITORE, NO INC QUERELA IL MINISTRO CLINI PER AVER ANTICIPATO "PER LE VIE BREVI" IL CONSIGLIO DI STATO

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Redazione

Proprio stamattina le Associazioni No Inc hanno depositato alla Procura della Repubblica di Roma una denuncia ed una querela penale contro il Ministro all’Ambiente Corrado Clini. Sotto la lente d’ingrandimento, stavolta, sono finite le dichiarazioni “scandalose” dei giorni scorsi del Prof. Corrado Clini cui la stampa, tra l’altro, ha dato ampio risalto (Corriere della Sera, Il Tempo, Il Messaggero, La Repubblica, Ansa, Dire). Dichiarazioni “imbarazzanti”, per i No Inc, relative, come noto, al presunto “via libera del Consiglio di Stato all’inceneritore di Albano”. Dichiarazioni “sinistre” che scardinano, anzitutto, da un punto di vista strettamente sociale, il rispetto che i cittadini debbono mantenere nei confronti del Sistema Giustizia e degli Organi ed Enti giurisdizionali.
D’altra parte, però, appare anche evidente, a loro dire,  la palese violazione d’un preciso dovere di riservatezza e segretezza assoluta cui sono tenuti magistrati, funzionari pubblici nonché, ancor’prima, ministri della Repubblica. Come è noto la legge prevede che le decisioni degli Organi della Giustizia Amministrativa  “siano deliberate in segreto dalla Camera di Consiglio” (art. 276 c.p.c.). La segretezza e la riservatezza assoluta della decisione “in itinere” resta tale sino a quando non avviene – da parte dei soli ed unici giudici che compongono il collegio – l’atto di pubblicazione della sentenza presso la cancelleria: ovvero la divulgazione alla cittadinanza. La sentenza relativa all’inceneritore di Albano, però, non è stata ancora depositata in cancelleria dai giudici della V° sezione del Consiglio di Stato.
Esiste, inoltre, un preciso divieto, previsto dal codice penale, di dare comunicazioni alla cittadinanza relative ad una sentenza ancora prima della sua pubblicazione. Il Prof. Clini, con le sue dichiarazioni, è entrato, di diritto – è il caso di dirlo – nella violazione suddetta dando comunicazione alla stampa d’una “sentenza annunciata”, quella relativa al tristemente noto inceneritore di Albano.
Tali circostanze configurano ipotesi di reati penali previsti e puniti dagli art. 323 e 326 del codice penale: ovvero abuso d’ufficio e di potere  e  rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. Le parole di Clini potrebbero, inoltre, sostengono i No Inc, “nascondere e seguire” reati penali ben più gravi commessi da altri funzionari pubblici. Come faceva Clini a conoscere notizie segrete e riservate? Chi gliel’ha rivelate? Chiederemo, al fine di individuare i responsabili della violazione del dovere di segretezza e riservatezza ed i responsabili dell’abuso d’ufficio e di potere,  il sequestro cautelare – immediato – di tutti gli atti e documenti relativi alla camera di Consiglio del 28 Febbraio 2012 della V° Sezione del Consiglio di Stato nonché di tutti i successivi atti, documenti e registri di elaborazione della decisione.
Crediamo – in attesa di sapere dalla Procura di Roma chi, come e quando ha commesso tali reati penali –  che l’indipendenza, la terzietà e serenità di giudizio della V° sezione del  Consiglio di Stato vada tutelata da queste indebite e fortissime pressioni.
In settimana, inoltre, i No Inc annunciano il deposito, ai competenti Organi della Giustizia Comunitaria, d’un ulteriore esposto penale nei confronti del Ministro Clini: “L’inceneritore di Albano verrebbe costruito con soldi pubblici destinati ad energie rinnovabili, i Cip 6. L’Unione Europea vieta tassativamente, dal 1° Gennaio 2009, l’utilizzo della contribuzione pubblica per gli impianti d’incenerimento. Inoltre, sostengono ancora, manca la gara d’appalto pubblica europea obbligatoria per legge, da diversi anni, in tutti gli stati membri UE, per importi di tale portata. L’assegnazione diretta senza gara d’appalto per l’inceneritore di Albano avvenne, è il caso di dirlo, per le vie brevi: con decreto di pubblica utilità firmato dalla premiata compagnia Marrazzo – Di Carlo.  Clini se lo ricorda?  Nessuno – denunciano – difenda il folle progetto dell’inceneritore di Albano”
 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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