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Chiara Rai
Ad Albano ci sarà il termovalorizzatore. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha anticipato la notizia, rispetto la pronunziazione ufficiale del Consiglio di Stato, dove pende il ricorso presentato dal comitato contro l’inceneritore e da dieci sindaci del territorio costituitisi ad adiuvandum nei vari ricorsi contro la realizzazione dell’impianto. «Sono state sbloccate le procedure sul termovalorizzatore di Albano. – dice il ministro in audizione in Commissione Ecomafie, parlando delle soluzioni per la gestione dei rifiuti nel Lazio anche in vista delle possibili criticità della capitale per la chiusura della discarica di Malagrotta – Ho avuto notizie, ma per le vie brevi. Era pendente una procedura del Consiglio di Stato che è stata sbloccata e quindi la costruzione dell'impianto può riprendere». Immediate le reazioni di tutti gli attori che hanno portato avanti la battaglia contro la realizzazione dell’opera: “In uno stato di diritto le sentenze le scrivono i giudici e non le amministrazioni pubbliche – dice Claudio Fiorani assessore all’Ambiente del Comune di Albano e responsabile regionale rifiuti di Sel. Quanto ci è dato di sapere, il Consiglio di Stato non ha ancora emesso la sentenza sul ricorso riguardo l’impianto. La scorsa settimana – spiega Fiorani – il consiglio di stato ha semplicemente reso improcedibili due dei tre ricorsi pendenti contro la realizzazione dell’impianto, atto meramente tecnico procedurale che non è risolutivo ai fini del giudizio finale. La contrarietà alla realizzazione di quest’impianto, la cui procedura autorizzativa è stata bocciata dal Tar, ed espressa da dieci sindaci del territorio. Attendiamo quindi comunicazioni ufficiali da parte del Consiglio di Stato – conclude Fiorani – ma non vorremmo ci sia in atto una forzatura per rimettere in campo un progetto inutile e dannoso, in contrapposizione tanto con le comunità cittadine, quanto con le amministrazioni locali che più volte si sono espresse in tutte le sedi istituzionali sottolineando la follia dell’impianto dal punto di vista ambientale, strategico e sociale”. Per Daniele Castri, rappresentante del coordinamento No – Inc, le affermazioni del ministro costituirebbero violazione del segreto istruttorio, violazione di segreto della Camera di Consiglio e integrano ipotesi di abuso di potere. Per questo motivo il coordinamento contro l’inceneritore attenderà con fiducia la sentenza della quinta sezione del Consiglio di Stato. Intanto ieri pomeriggio nella sede del Comune di Albano si è tenuta un’altra assemblea dei No – Inc dove è stato presentato un nuovo esposto penale in merito a nuove opere non autorizzate: un terrapieno alto 15 metri, posto tra il VII invaso e Villaggio Ardeatino oltre al II° ed ultimo sub-lotto del VII invaso. “Qualcuno, quindi – si legge in una nota del coordinamento – non solo avrebbe costruito queste due opere senza le prescritte autorizzazioni di legge ma le avrebbe anche, subito dopo, collaudate. Chi, inoltre, avrebbe dovuto intervenire per farle rimuovere non si sarebbe attivato a dovere”. L’esposto del No- Inc, depositato al Tribunale di Velletri, è indirizzato al direttore dei lavori Bruno Guidobaldi, alla Pontina Ambiente srl di Cerroni, proprietaria della discarica, nonché al collaudatore geologo in corso d’opera Francesco Nolasco. Dure critiche da parte del capogruppo regionale Fds ivano Peduzzi: “ci aspettavamo che il ministro Clini assicurasse un intervento per il rispetto, da parte della Regione e del Comune di Roma – dice Peduzzi – delle disposizioni europee e nazionali che prevedevano il 65 per cento della raccolta differenziata entro la fine dell’anno. Ci inquieta, invece, che i poteri forti e gli interessi che si muovono intorno alle scelte di realizzare discariche e inceneritori, vengano rappresentati da questo Ministro, addirittura anticipando sentenze e, forse, cercando di condizionarne l’esito”.
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