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Redazione Lazio

ALBANO, CASO FORMALBA: FDI-AN CHIEDE CHE SIA FATTA CHIAREZZA

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Tempo di lettura 2 minutiIeri il consigliere regionale Giancarlo Richini ha presentato la richiesta di un’Audizione al presidente dell’apposita Commissione

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Red. Politica

Albano Laziale (RM) – E' ancora una volta Fratelli d’Italia, per mano dei suoi capogruppo in Regione e nell’Area Metropolitana, Giancarlo Righini e Marco Silvestroni, a sollecitare chiarezza sul caso ‘Formalba’. Ieri il consigliere regionale ha presentato la richiesta di un’Audizione al presidente dell’apposita Commissione. Nel farlo Righini ha richiesto la convocazione in audizione del commissario liquidatore della Formalba, del direttore del personale e delle rappresentanze sindacali.

Iniziativa concordata appieno con Marco Silvestroni, che a tal proposito ha dichiarato: “Non si è voluto evitare il fallimento della vecchia Albafor – ha premesso – e sono 5 anni che tentiamo di salvare i lavoratori. Era il dicembre del 2011, e da oltre un anno e mezzo il Comune di Albano era governato dalle sinistre, quando scrissi  al Ministro dell’Interno tramite un’interrogazione parlamentare, per fare in modo che qualcuno prendesse in mano la situazione economica e gestionale della società ‘Albafor’. Successivamente, nel totale immobilismo dell’Amministrazione, abbiamo convocato 4 consigli comunali grazie alle firme di 5 consiglieri di opposizione, e abbiamo presentato mozioni e interrogazioni che sono agli atti, con lo scopo di scongiurare il fallimento dell’Albafor e salvare i lavoratori”.

“Le solite scuse di addebitare a chi c’era prima tutte le colpe non ha senso – ha aggiunto Silvestroni -, perché prima del 19 febbraio 2016 c’era sempre lo stesso sindaco di adesso ed andare a ritroso all’infinito equivale a nascondersi dietro ad un dito in maniera infantile. Dopo 6 anni, 6 bilanci e 4 anni di  gestione in liquidazione non c’è bisogno di andare a  cercare il colpevole. Oggi, come nel 2011, vogliamo scongiurare che privati, attenti solo all’utile e agli interessi, non saccheggino un bene pubblico e lottiamo affinchè venga salvaguardata la dignità di oltre 150 dipendenti. Ieri come oggi, decisioni come quella presa venerdì, di dichiarare il fallimento di una società a capitale pubblico al  100%, sarebbero dovute  passare  prima  in consiglio comunale, mentre ancora una volta siamo stati costretti ad apprendere a mezzo stampa ciò che sarebbe dovuto essere discusso democraticamente in consiglio comunale”.