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Editoriali

AL LINGOTTO SE LA SUONANO E SE LA CANTANO

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CONGRESSO PD AL LINGOTTO: SE LA SUONANO E SE LA CANTANO

MENTRE I RAPINATORI SCORRAZZANO SENZA FRENO

DI ROBERTO RAGONE

Concluso il congresso PD al Lingotto di Torino, luogo suggestivo perché utilizzato in precedenza da Massimo D’Alema, quasi Renzi voglia tagliargli la strada, usarlo come un confronto diretto. La scelta dei luoghi, delle persone e delle parole è sempre stata una prerogativa di don Matteo, fin da quando era sindaco di Firenze. Purtroppo, come disse la sposina la prima notte, guardando per la prima volta lo sposo senza vestiti, muscoloso e forte: tanta dinamite con una miccia così corta? Mai, negli anni di malgoverno del sinistroide PD, le promesse di Renzi si sono concretizzate, tranne quelle nei confronti dei suoi amici, piazzati nei punti strategici della nazione, e che oggi gli tengono bordone, e dei lobbisti contributori delle sue fondazioni, i cui contributi possono essere palesi od occulti, a scelta, per legge. La cavalcata di Renzi al congresso è stata trionfale, quasi un ritorno dell’imperatore da una campagna in terra straniera, come si usava ai tempi di Cesare. E la ragione è ovvia, quando si seguano le notizie sui giornali e sulle varie reti televisive: la percezione del cittadino dev’essere che l’unico partito legittimo, in Italia sia il suo, quello di Renzi, e che l’unico accreditato alla guida sia proprio lui; cioè quello che aveva detto che se non fosse passato il referendum sarebbe andato a casa, anzi, avrebbe lasciato la politica. Proprio lui, quello sconfitto e umiliato dal 60% dei votanti al referendum. Proprio lui, quello che, a differenza di Cameron, dopo una finta assenza vergognosamente breve, durante la quale con il suo amico Carrai, con – secondo i giornali – conoscenze nei servizi israeliani, esperto di informatica e titolare di una società che se ne occupa, e al quale avrebbe voluto affidare la gestione della cyber security italiana, mettendolo così a parte di tutti i più reconditi segreti della nostra nazione, e dandogli così un potere immenso, certamente da lui condiviso: durante la sua finta assenza dalla politica, è andato a chiedere aiuto ai suoi amici americani, rappresentati da Clinton, Obama e le loro propaggini, mentre Trump, coerentemente ha rifiutato di riceverlo, nonostante il cappello in mano. È scandaloso che l’informazione sia così sbilanciata. È scandaloso che le tv trasmettano notizie e servizi prolungati, durante i quali assistiamo ad allocuzioni deliranti e stentoree, di ventenniana memoria, di un Renzi sempre più infervorato, che, senza alcun contraddittorio, tuona contro chi vuole lui, a torto o a ragione. Il risultato è che chiunque guardi Rai o Mediaset rimane convinto della bontà del prodotto. Campagna pubblicitaria a cura dello spin doctor di turno, frasi ad effetto, promesse da mai mantenere, slogan – a cui ormai siamo abituati – che hanno il solo scopo di impressionare e orientare l’acquisto. Ma questo è comprensibile, quando si pensi, ad esempio, che il direttore generale della Rai è un suo amico personale, a cui è stato assegnato uno stipendio annuale di più di 600.000 euro, alla faccia dei limiti sempre proclamati e mai adottati. Intanto il Paese ‘se gratta’, come dice Trilussa in una sua poesia satirica. Intanto i buonisti sinistroidi della TV continuano a dire che Mario Cattaneo ‘ha ucciso’ un ladro, senza tener conto dei fatti reali e delle ferite e dei lividi sulle braccia dell’oste. Senza, soprattutto, tener conto delle sue dichiarazioni e delle indagini della magistratura, che, in base ai riscontri, dovranno stabilire se la morte del delinquente rumeno è stata un’uccisione volontaria o un tragico incidente. E mentre ancora stamattina ad Agorà il fido Gerardo Greco tentava, arrampicandosi sugli specchi, di sostenere la solita tesi buonista che si adotta in questi casi – senza peraltro riuscire, lui, ad essere credibile – anche Antonello Caporale, collega che stimo, non foss’altro perché ho considerazione del giornale per cui scrive, Il Fatto Quotidiano, è caduto nella trappola della parte che gli avevano assegnato, corroborando le tesi di Greco. Nessuno ha pensato che Cattaneo avrebbe potuto essere ucciso, in quella circostanza, ma questo sarebbe rientrato nella norma: il cattivo è il ladro, il rapinatore, ed è legittimo, e ci si aspetta, che uccida il suo bersaglio. Quello che a certa gente non va giù – quella che idiotaamente chiama la legittime difesa ‘giustizia fai da te – è che, in questo caso, come in altri, il morto sia l’aggressore. Ancora peggio, secondo loro, se la vittima dell’aggressione non va in galera. Il ladro, già lo sappiamo dalla depenalizzazione di 220 reati che comportino una pena fino a 5 anni di carcere, in galera non ci va, e se ci va gli danno i domiciliari, eccetera eccetera. Ma poi vorrei dire a quella collaboratrice di Greco, che oggi parlava di aumento del 20% delle richieste di permesso di porto d’armi per uso sportivo, e che definiva tale permesso ‘un escamotage’ per scavalcare la difficoltà di ottenerne uno per difesa personale, che il permesso sportivo è concesso non per il ‘porto’, ma per il ‘trasporto’ di un’arma sportiva – per la quale esiste una registrazione in apposito Catalogo Nazionale – da casa, luogo di detenzione dell’arma, al più vicino Poligono di tiro, e viceversa, scarica e in custodia, nei giorni e negli orari previsti per il tiro. Quindi, cara saputella, l’hanno male informata. Si informi meglio, prima di parlare di ‘escamotage’, e soprattutto vagli bene la persona da cui le viene tale notizia. Intanto il paese, come era giusto che fosse, si sta ribellando alla politica lassista di un governo, di un partito, e di un ex leader che agli Italiani non pensa proprio, alla luce dei fatti di Lodi. Una condanna di Cattaneo, anche se il colpo non fosse partito accidentalmente, scatenerebbe reazioni diffuse e incontrollabili. Le leggi vanno cambiate, i magistrati che interpretano le norme troppo a vantaggio dei banditi – assegnando anche risarcimenti in sede civile; una norma nuova: i parenti del morto non hanno titolo per costituirsi parte civile – vanno riportati alla ragione di un senso comune, le forze dell’ordine vanno seguite nelle loro richieste, e messe in condizione di svolgere il proprio rischioso e malpagato lavoro, il controllo del territorio dev’essere reale, e capillare, coordinando le varie forze di polizia, le carceri vanno aumentate, i ladri messi in galera, e le pene devono essere certe e scontate fino in fondo. Basta con tutte le agevolazioni, buona condotta, Gozzini e rito abbreviato concesso a tutti. L’Italia è divantata terra di conquista, obiettivi vulnerabili, niente pattuglie in giro, o insufficienti, magistratura debole e buonista, pene inesistenti: è logico che vengano tutti qua: si ruba bene e non si è puniti, e se ti va male ti assegnano anche un bel risarcimento. Il cittadino paga le tasse, e ha il diritto, umano, civile, legale e costituzionale di essere protetto, e chi lo deve fare è colui che si assume l’onere di governare. Lo faccia, e lo faccia bene, altrimenti vada a fare altro. il Far West l’avete voluto voi, cari amici del governo: adesso metteteci una pezza.

 

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