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Redazione
E’ approdata questa mattina in aula la proposta di legge sulla tracciabilità e sulla qualità dei prodotti agricoli e agroalimentari del Lazio. Ad intervenire, dopo il parere unanime dato in commissione, è stato il consigliere del Pd, Mario Perilli, vicepresidente della commissione agricoltura. “Come ho già detto – ha esordito Perilli – abbiamo votato la proposta due motivi: perché qualsiasi iniziativa che va nella direzione di aiutare il comparto agricolo ci vedrà sempre disponibili e perché anche da parte nostra c’era una proposta con le stesse finalità . La proposta di legge è una piccola goccia, ma può servire per rassicurare gli agricoltori, i prodotti e i cittadini stessi che potranno far leva su qualità e tracciabilità . In questo modo potrà essere affrontato, anche se non risolto, il tema della concorrenza sleale e quindi qualsiasi norma in questa direzione è utile e importante. Certo, la legge non interdirà del tutto la sofisticazione alimentare, ma è pur sempre qualcosa. Ho presentato un emendamento per coinvolgere nella fase della certificazione enti di ricerca a partire dalle università e ci sono gli spunti per fare un buon lavoro, tenendo ben presente l’articolo 10, quello che dice che il marchio di qualità , come viene dato, può essere tolto e questo a partire da chi non rispetta le regole come quelle sui contratti di lavoro. Voteremo la legge – prosegue Perilli – e siamo positivi però basta con la propaganda perché poi, alla fine, i problemi del settore e delle direttive politiche di questa maggioranza emergono nella loro pienezza. Si parte con l’Arsial. Qui non si capisce quale sarà il futuro dell’agenzia che dall’essere di serie A sta correndo il serio rischio di morire di inedia. Mancano indicazioni sulla missione e sulle risorse a disposizione. Ma non solo. Perdiamo continuamente risorse del Psr e sul sito del Ministero c’è scritto che il Lazio è la penultima Regione, prima della Campania, per l’utilizzo delle risorse. A questi problemi si aggiungano poi quelli derivati dalla mancanza di serietà sulla gestione degli interventi per contrastare le fitopatie, dalla batteriosi del kiwi al mal d’inchiostro del castagno le misure previste sono state definanziate. Poi ci sono le vicende degli Sportelli agricoli di Zona, dei quali non si parla più, quelle dei Pit e quelle dei distretti tra cui quello della montagna di Rieti che è rimasto appeso a un filo. Passano settimane e mesi, ma non si sa nulla. Nel bilancio ci sono risorse e non ne manca la prova e per questo vorrei capire cosa si aspetta per fare investimenti su misure che sono rimaste vuote e definanziate. Oggi – conclude Perilli – assistiamo a un fenomeno figlio della crisi economica, i giovani occupano le terre per coltivarle e trovano comunque grandi ostacoli per fare questo. Oltre a mettere mano sui molti nervi scoperti, l’assessorato faccia una proposta seria e concreta, troverà il nostro appoggio, per assegnare ai giovani terreni pubblici. Mandiamo un segnale forte. L’agricoltura può essere volano di crescita e sviluppo. Servono chiarezza e volontà mettendo via la propaganda.
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