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Redazione Lazio

AGRICOLTURA MOLLATA DALLA UE

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Redazione

Viterbo – Le Associazioni Temporanee di Scopo (ATS) delle Progettazioni Integrate Territoriali (PIT) "Alta Tuscia" e "Dalla Maremma Laziale ai Cimini", sono organizzazioni composte da soggetti pubblici e privati create nell’aprile 2010 per soddisfare i criteri richiesti dall’avviso pubblico ex DGR n. 360 del 15 maggio 2009 per accedere ai finanziamenti pubblici PSR Lazio 2007-2013. Le ATS sono composte da 23 comuni (Marta, Acquapendente, Bolsena, Capodimonte, Gradoli, Grotte di Castro, Montefiascone, Onano, Latera, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Valentano e Canino, Arlena di Castro, Cellere, Farnese, Ischia di castro, Monte Romano, Piansano, Tessennano, Tarquinia, Tuscania, Vetralla), la Provincia di Viterbo, l’Università degli Studi della Tuscia, tre Riserve naturali, e 34 soggetti privati, per un totale di 89 progetti presentati, un investimento complessivo di €7.773.854 e € 7.412.847, un finanziamento pubblico richiesto di € 5.481.976 e € 5.060.318, e un investimento dei privati superiore al 52%.

“Oggi, dopo circa 4 anni dalla pubblicazione dell’avviso pubblico e 3 anni dalla data ritenuta utile per dichiarare l’immediata cantierabilità delle proposte presentate, non abbiamo ancora risposte o meglio a partire da luglio 2012 sono arrivate le prime comunicazioni che riguardavano le valutazioni dei progetti.” Dichiara in una nota il portavoce delle ATS “PIT”   “La prima reazione è stata lo sconcerto e l’incredulità – prosegue la nota – di enti pubblici e soggetti privati di vedersi recapitare delle lettere con richiesta d’integrazione entro 10 giorni per progetti presentati oltre due anni prima (e spesso dimenticati dagli stessi proponenti). Inoltre tali lettere sono arrivate nel periodo estivo, con le complicazioni che questo comporta: assenza per ferie dei tecnici responsabili, periodo di maggiore impegno lavorativo per alcune strutture, il tutto aggravato dall'assenza più volte riscontrata degli stessi Responsabili di Procedimento e da richieste e da motivazioni poco chiare addotte nelle proposte di non ammissibilità. Sin dall’arrivo di queste lettere abbiamo sollecitato più incontri per un confronto, al fine di chiarire alcune richieste apparentemente ‘incomprensibili’ e spesso non del tutto congruenti con la normativa vigente.

La Regione Lazio, quale ente deputato a favorire iniziative di pubblici e privati per lo sviluppo socio economico del territorio, ha accettato e organizzato un incontro il 29 novembre 2012 presso la sede ADA di Viterbo, alla quale avrebbe dovuto seguire entro il 10 dicembre un lavoro di verifica sui progetti e di chiusura delle pratiche entro l’anno 2012. In realtà i file di confronto sono stati inviati in data 30 gennaio 2013 e viste le ‘irreali motivazioni addotte’, è stata richiesta un’ulteriore verifica da parte delle strutture regionali, oltre al completamento dell’assegnazione di alcune misure (ben nove), il cui iter non si è ancora concluso. Dalle ‘proposte di non ammissibilità’ giunte ai beneficiari delle ATS abbiamo potuto rilevare che i documenti consegnati in duplice copia con faldoni separati, chiusi sui lati, sono giunti alla sede provinciale in cartelline di carta (non sempre) e mancanti di documentazione. Spesso i ‘giudizi’, (o meglio le interpretazioni, così come ci è stato riferito), non sono accettabili quando è richiesta la DIA per le attrezzature, o si obietta che il preventivo CONSIP non sia valido in quanto non supportato dai 3 preventivi di aziende, o che addirittura sia scaduto da tre anni; quando si mette in dubbio che la Via Francigena non è un itinerario religioso- culturale; o che il comodato d’uso gratuito non è un atto legittimo, malgrado i bandi non lo escludano. Per non parlare delle richieste di parere della Commissione Speciale per il Rischio Sismico su progetti di carattere socio-assistenziale e servizi che non interessano le strutture portanti degli immobili e la lista potrebbe proseguire con le obiezioni sulla legittimità della Delibera di Giunta, mettendo in discussione la veridicità delle asserzioni di un Sindaco, di un Segretario Comunale, di un Responsabile dell’Ufficio Tecnico che deliberano l’immediata cantierabilità; o sull’ostinazione di richieste di pareri, autorizzazioni o nullaosta anche dove non necessarie, oltre alla libertà dei funzionari incaricati nel decidere quando e quali spese possano essere ammissibili, malgrado non si possa rilevarne oggettivamente l’esclusione in nessun atto regionale afferente al PSR o PIT.

In tutto questo, oggi la congiuntura della crisi economica, i nuovi Conti Energia, i decessi, la mancanza di credito delle istituzioni bancarie, la riduzione delle spese nei bilanci pubblici, stanno determinando numerose rinunce e richieste di rimodulazione a ribasso. Oggi le PIT RL 230 e 232 vedono solo la riduzione sempre più marcata degli investimenti, con danni d’indotto economico e occupazionale non generato; inoltre si rischia di perdere sia i Fondi europei stanziati nel PSR Lazio che sono ormai giunti a fine della programmazione 2007-2013, che i fondi che l’EU dovrebbe nuovamente stanziare per il 2014-2020 in favore dell’Italia e del Lazio. Qualcuno si prendera' la responsabilita' della perdita di tali finanziamenti?  Dopo 4 anni dal momento in cui si è formato il PIT e dopo tre anni dalla consegna della documentazione è lecito informare i proponenti sull’iter di valutazione delle loro richieste qualsiasi sia l'esito? Ed è ancora legittimo, o forse paradossale, parlare d’immediata cantierabilità, malgrado i costi che questa procedura ha richiesto? I partecipanti ai PIT avevano anche l’obbligo di non partecipare ad altri bandi, quindi la loro ’ fedeltà’ ai PIT ha pregiudicato la possibilità di ottenere altri finanziamenti. – La nota conclude –  Quindi, a questo punto, i comuni delle PIT e i numerosi privati intervenuti si sono riuniti in data 4 aprile, presso la sede comunale di Valentano e all’unanimità hanno deciso di richiedere un incontro al Presidente Zingaretti e al nuovo Assessore all’Agricoltura Sonia Ricci, presso la sede di Viterbo, entro e non oltre sette giorni dall’invio della richiesta, termine oltre il quale i partecipanti ai PIT trasferiranno la documentazione presso la Procura di Viterbo, affinché vengano accertate le responsabilità civili e penali, oltre ai rimborsi di eventuali danni che potranno essere riscontrati.”