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di Gianfranco Nitti
Si chiama SAFIN (Rete per il finanziamento e gli investimenti a favore dell’agricoltura familiare) ed è la nuova rete internazionale lanciata con lo scopo di colmare il vuoto di 150 miliardi di dollari di finanziamenti necessari alla crescita e rafforzamento dei piccoli produttori agricoli dei paesi in via di sviluppo.
L’annuncio della creazione del SAFIN è stato fatto dal presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) Kanayo F. Nwanze e dal viceministro dell’Economia e delle Finanze italiano Enrico Morando a chiusura dei lavori della conferenza internazionale "Investire nella trasformazione rurale inclusiva: approcci innovativi al finanziamento”, tenutasi a Roma.
La povertà e la mancanza di opportunità economiche nelle zone rurali determina la migrazione delle popolazioni dalle campagne alle città contribuendo all’instabilità e all’insicurezza alimentare. SAFIN riunirà in un’unica rete il settore privato e pubblico, quello filantropico, gli agricoltori e le imprese in modo che possano coordinare azioni e investimenti comuni volti a finanziare il mondo agricolo.
"Non servono solo più risorse, devono anche essere mirate in modo intelligente», ha spiegato Nwanze. E ha aggiunto: «Il risultato non sarà solo quello di migliorare le vite e la capacità di sussistenza delle popolazioni rurali, ma rappresenterà un vero e proprio miglioramento globale in termini di prosperità, benessere e sicurezza". "L'istituzione della SAFIN è un passo importante», ha detto Morando -, per la prima volta, rappresentanti governativi di alto profilo, istituzioni internazionali, organizzazioni non governative, società civile e settore privato lavoreranno "spalla a spalla" per condividere idee e procedure per rendere risorse e servizi finanziari disponibili ai piccoli agricoltori".
L’annuncio della nuova rete si colloca in un momento critico, caratterizzato da cambiamenti politici e crisi umanitarie (guerre, flussi migratori importanti, disastri naturali) che costringono a rivedere le priorità internazionali ed eventualmente a sottrarre finanziamenti destinati allo sviluppo. Tre quarti delle popolazioni più povere del pianeta vivono nelle zone rurali dei paesi in via di sviluppo. La maggioranza di loro dipende dalle piccole imprese agricole e dalle realtà ad esse associate. La mancanza di accesso ai servizi finanziari non permette loro di espandere le proprie attività e quindi di avere redditi dignitosi e di sviluppare le economie delle comunità in cui vivono.
Le piccole e medie imprese delle aree rurali sono spesso considerate troppo grandi per avere accesso al micro credito ma troppo piccole per avere accesso a mutui da parte di banche commerciali che vedono i piccoli agricoltori e le piccole imprese agricole come investimenti rischiosi. "Grazie alla SAFIN, il problema delle piccole imprese agricole sarà reso noto al mondo intero e verranno trovate delle soluzioni», ha detto parlando a sostegno della Rete, Rupinder Singh Sodhi, amministratore delegato di Gujarat Co-operative Milk Marketing Federation in India. La conferenza è stata organizzata dall''IFAD assieme al Ministero dell'Economia e delle Finanze italiano, la Brookings Institution e l'Università di Warwick.
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