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Editoriali

After day

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Questo periodo, siamo tutti protagonisti di un film drammatico, la cui trama ci angoscia e terrorizza ogni giorno di più.

E’ inverosimile che sia tutto vero, ciò che accade intorno a noi ci sta logorando il sistema nervoso, facendoci rendere conto giorno per giorno della nostra fragilità.

La nostra sicurezza di onnipotenza, vacilla progressivamente ed esponenzialmente, spogliandoci della nostra superbia e mettendo a nudo tutte le debolezze insite nell’essere umano. La nostra spavalderia si è affievolita, il mondo moderno, sicuro di poter fare ciò che vuole, trema, piange, si dispera, costretto a rintanarsi contro un nemico che non conosce, subdolo, che nell’ombra continua come una falciatrice impazzita, a seminare morte e distruzione di famiglie intere.

Un grande sceneggiatore, non avrebbe potuto immaginare meglio, una trama semplice, efficace e dannosa nel colpire una società ormai senza valori e senza la coscienza del rispetto di un mondo in cui viviamo. Il credente pensa ad un castigo divino, mentre l’ateo, si appella alla stoltezza umana, vile e codarda, messa alle corde da un avversario forte, che colpisce senza pietà, irriverente del rispetto del genere umano. Tutti e due, accumunati nel pericolo, inermi, ma finalmente frenati nella corsa scellerata del progresso, e forse, (speriamo) consapevoli di fermarsi e riflettere sui valori veri ed essenziali della vita.

La riflessione porta ad una reazione per la propria sopravvivenza, non ci si può arrendere e perdere tutto ciò che si è conquistato, e quindi ci si comincia ad organizzare per una strenua difesa. Ma, fortunatamente, c’è una gran parte buona e positiva della società, che non si è mai fermata di dedicarsi al bene del prossimo, investendo il proprio tempo in tutte quelle molteplici opere, dalle più semplici alle più complesse, salvando le svariate situazioni più o meno drammatiche e rappresentando il motore trainante di una nazione malata di disonestà e spesso di incapacità politica e culturale. Il motto “Ce la faremo” è vero ed ovvio, ma il vero problema consiste nel farcela nel più breve tempo possibile, per ricreare al più presto quelle condizioni di una rinascita epocale.

Ora, il primo pensiero è quello della salute, e non si può far finta di niente, ignorando il dolore, la disperazione ed il devastamento pratico e psicologico di migliaia di famiglie italiane. Eravamo abituati alle stragi magari di due o tre persone, ed oggi assistiamo attoniti a notizie devastanti per le nostre coscienze, di centinaia di morti giornalieri, con altrettante famiglie nel dolore più atroce e magari distrutte anche economicamente. Sentire di sciacalli che approfittano del dolore altrui, è davvero umiliante per una società onesta, lavorativa e dedita ad enormi sacrifici, che spera in una nuova giustizia più vera e sana. Forse si capirà finalmente l’importanza della ricerca, di una sanità che funzioni bene, per permettere agli addetti di operare nel miglior modo possibile e nella massima sicurezza.

Non basta il plauso e gli onori che stiamo dando a chi mette a rischio la propria vita per la collettività, in questo momento di tragica necessità, ma occorre, capire ed investire prima degli eventi tragici, per poter essere lungimiranti e proiettati verso un futuro migliore.

Ciò nonostante è commovente tutto quello che sta accadendo, ed ancor più commovente è l’abnegazione di tutte quelle persone dei vari settori della società che si stanno prodigando in questa tragedia mondiale, alle quali non finiremo mai di dire loro grazie, grazie, grazie.

La pandemia verrà presto sconfitta, ma non dovremo crogiolarci, perché ci attende un lungo periodo di sacrifici, e non sarà facile rimettersi in carreggiata, ma la cosa ancora più importante, sarà quella di essere pronti in futuro, a contrastare i nuovi pericoli che inevitabilmente e periodicamente ci verranno incontro.

La speranza, è che l’umanità capisca la lezione che stiamo subendo, che cambi in positivo il modo di vivere ed agire, dando la priorità a tutto ciò che è veramente importante per il genere umano, mettere da parte gli interessi economici e finanziari, ed infine isolare e sconfiggere gli estremismi delle varie religioni. Ma, ricordiamoci tutti, di rispettare innanzitutto la natura, perché è lei che ci consente e ci consentirà di sopravvivere in questa terra che rimane il vero paradiso terrestre.

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Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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