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AFFONDA BARCONE CON 950 MIGRANTI A BORDO

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Tempo di lettura 3 minuti La piu' grande perdita di vite di rifugiati e migranti mai verificatasi in un singolo incidente nel Mediterraneo

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Redazione

Una tragedia enorme che tutti si aspettavano e che poteva essere evitata con interventi risolutivi che potevano essere stati già adottati da mesi. L'Unhcr e la Guardia Costiera forniscono i primi numeri della strage di migranti mente il premier Matteo Renzi chiede l'intervento dell'Ue contro i 'nuovi schiavisti'. 

La tragedia ne Mediterraneo. Delle 950 persone che si trovavano a bordo del barcone naufragato nel Canale di Sicilia, ne sono state tratte in salvo 50: ha reso noto in un comunicato l'Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr), Antonio Guterres, citando notizie ricevute dalle autorita' maltesi.
Guterres si e' detto "sconvolto" per la nuova tragedia nel Mediterraneo e per la perdita di centinaia di vite umane. "Questo disastro conferma l'urgenza di ripristinare una robusta operazione di salvataggio in mare e di stabilire vie legali credibili per raggiungere l'Europa", ha osservato l'ex premier portoghese, "in caso contrario, le persone in cerca di sicurezza continueranno a morire in mare". "Si evidenzia anche la necessita' di un approccio europeo onnicomprensivo per affrontare le cause profonde che spingono tante persone a questa tragica fine, "ha aggiunto, auspicando che "l'Ue si dimostri all'altezza della situazione, assumendosi pienamente un ruolo decisivo per prevenire simili tragedie in futuro". L'Unhcr ha ricordato che se i numeri attuali venissero confermati, l'incidente – avvenuto durante la notte – rappresenterebbe la piu' grande perdita di vite di rifugiati e migranti mai verificatasi in un singolo incidente nel Mediterraneo. Questo episodio segue l'incidente della scorsa settimana in cui sono state perse 400 vite. Il disastro di Lampedusa dell'ottobre 2013 vide quasi 600 morti in due incidenti separati.

La dinamica e le reazioni. Le informazioni ricevute indicano che il barcone si e' capovolto in acque libiche poco prima della mezzanotte di sabato, a circa 180 chilometri a sud di Lampedusa. Navi militari italiane e maltesi e mercantili fanno parte delle circa 20 imbarcazioni impegnate, insieme a diversi elicotteri, nelle operazioni di soccorso coordinato dalle autorita' italiane. L'Unhcr e' attualmente in attesa di conferma sul luogo in cui i superstiti vengono portati. Guardia Costiera, 24 morti. Grande aiuto dai mercantili. "Il bilancio, al momento, e' fermo a 24 cadaveri recuperati e 28 persone tratte in salvo sulla 'Gregoretti' della Guardia Costiera. Il lavoro e' ancora molto lungo. E' difficile quando sono in corso questo tipo di operazioni dare un tempo, anche perche' la temperatura del mare e' di circa 17 gradi e quindi potrebbero esserci diversi superstiti" ha detto il portavoce della Guardia Costiera, Filippo Marini. "Sono impegnati 17 mezzi dei soccorsi fra unita' della Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Marina. E un grandissimo contributo, anche fondamentale lo stanno dando le navi mercantili, gli armatori privati che in questo momento, in uno specchio di mare cosi' basso, hanno un ruolo chiave. Stanno aiutando anche molti pescherecci italiani". Alla domanda se sia stato individuato un porto di arrivo per le salme recuperate e per i superstiti, Marini ha spiegato "che essendo tutti a bordo della Gregoretti, una risorsa per la ricerca, si aspettera'".
 

Renzi vede Mogherini, "serve Ue per prevenire"."Solo con le politiche europee sulla migrazione si possono prevenire tragedie" come quella di sabato notte nel Canale di Sicilia, hanno convenuto Renzi e Federica Mogherini in un incontro a poche ore dal naufragio. In un comunicato congiunto, il presidente del Consiglio e l'Alto commissario per la politica estera dell'Ue hanno spiegato che "si e' discusso della risposta europea, in vista della riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue domani a Lussemburgo, e dei prossimi passi che intraprendera' l'Ue per fermare il traffico umani in un modo che sia efficace e veramente europeo".
La Mogherini ha ringraziato le autorita' italiane "per i loro straordinari sforzi per salvare vite umane".

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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