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Affittopoli nei palazzi della Diocesi di Roma: da rifugio per preti anziani ad attività extra-alberghiere

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Un immobile donato al Vicariato di Roma cambia destinazione: da rifugio per preti anziani a lussuoso spazio per attività extra-alberghiere. Un immobile di oltre tremila metri quadri con portici e terrazze mozzafiato situato in Via delle Zoccolette al civico 17 a Roma, tra Via dei Pettinari e Lungotevere dei Vallati, era stato originariamente donato al Vicariato di Roma con una nobile vocazione.

L’edificio doveva servire come rifugio per i preti anziani, un luogo dove poter accogliere i giovani per il catechismo e ospitare stranieri in difficoltà. Tuttavia, col tempo, questa missione originaria è stata progressivamente disattesa, con l’immobile che è finito per essere affittato a una società specializzata in attività extra-alberghiere e food and beverage.

Il Santo Padre Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” affronta la spinosa problematica contemporanea dell’evangelizzazione in rapporto alla carità, e si ripropone di parlare di alcune questioni fondamentali relative all’azione evangelizzatrice, ricordando quale è il contesto nel quale viviamo ed operiamo. “È lo sguardo del discepolo missionario che si nutre della luce e della forza dello Spirito Santo”. Nella Crisi dell’Impegno Comunitario, Papa Francesco afferma che così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e dell’iniquità”. Questa economia uccide.

E ci si chiede come sia possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre all’interno del Palazzo del Vicariato di Roma, che come mission persegue gli interessi della Chiesa e dei poveri, importanti ecclesiastici sembrano seguire finalità che collidono con i valori fondanti di accoglienza e umiltà che lo stesso Papa Francesco ha fin dall’inizio ben evidenziato a partire dalle scarpe consumate indossate per lanciare un segnale ben preciso: semplicità, essere vicini alle persone più povere.


Le parole che escono dalla bocca di Gesù sono eloquenti a riguardo, e quanto sono ancor efficaci oggi: “La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto un covo di ladri” Luca 19,46.

Il direttore dell’Ufficio Giuridico del Vicariato di Roma don Renato Tarantelli Baccari, che ha il compito, con il suo ufficio, di tutelare la Diocesi di Roma e gli enti collegati è riuscito a far sottoscrivere un nuovo contratto di locazione per la durata di 20+9 anni tra l’ente ecclesiastico “OSPIZIO ECCLESIASTICO DEI CENTO PRETI” rappresentato giuridicamente da Sua Eccellenza Mons. Baldassare Reina e la società “WELLINGTON POLO FASHION SRL”.

La rappresentante legale di questa società – “WELLINGTON POLO FASHION SRL” – è Paola De Angelis, moglie di Eduardo Salvador Safdie, noto immobiliarista. Dunque per molti, di fatto, la società e le sue gesta sono mosse dal duo Eduardo Salvador Safdie e Dario Di Domenico.

Il fatto è avvenuto lo scorso 19 luglio 2024, quando le parti si sono incontrate nell’Ufficio giuridico del Vicariato di Roma, alla presenza del notaio Carlo Cavicchioni che ha autenticato le firme del contratto con repertorio 84248 e raccolta 21309 atto che poi è stato registrato presso l’agenzia delle Entrate di Roma 1 – TRASTEVERE in data 6/8/2024 al numero 023701 serie 1T e trascritto in Conservatoria Ufficio Provinciale di ROMA – Territorio Servizio di Pubblicità Immobiliare di ROMA 1 in data 7/8/2024 al numero di Registro generale: 103467 e Registro Particolare: 77654. 

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Nonostante l’accordo originario (precedente contratto stipulato nel 2017), la società ha addirittura accumulato una morosità di circa 1,5 milioni di euro, ma questo non ha impedito la clamorosa rinegoziazione con la Diocesi avvenuta nel mese di luglio 2024. Non solo è stato concordato lo stralcio della morosità accumulata, ma il Vicariato di Roma ha concesso ulteriori 1000 metri quadri alla società locataria. Questa rinegoziazione, che ha comportato significative modifiche, non sembra essere stata sostenuta da garanzie fideiussorie solide, sollevando ulteriori dubbi sulla gestione dell’intera operazione.

Questo giornale – L’Osservatore d’Italia – ha avuto contezza del fatto che il Santo Padre sia a conoscenza di questa operazione ma non abbia sollevato obiezioni.

A don Renato Tarantelli Baccari viene data, dunque, carta bianca e colpisce quanto potere e nomine siano stati attribuiti in questi anni a questa persona: Direttore dell’ufficio Giuridico, Direttore amministrativo ad interim, Presidente commissione enti, Presidente commissione patrimonio, DPO, Membro del C.D.A.E., Membro commissione disciplinare, Referente Whistleblowing e come da lui annunciato è in arrivo la sua nomina anche a Vicario episcopale per l’ambito giuridico e Amministrativo del Vicariato di Roma andando così di fatto contro a quanto stabilito nella Costituzione Apostolica “In Ecclesiarum Communione” pubblicata appena il 6 gennaio 2023 e del successivo Regolamento Generale del Vicariato di Roma approvato dal Santo Padre Papa Francesco in data 21 dicembre 2023.
 
 Sorprende come la stesura del nuovo contratto di locazione, vedasi l’ultimo verbale del CDAE del 2/7/2024, è stata affidata dal Vicegerente Sua Eccellenza Mons. Baldassare Reina al medesimo ufficio giuridico che poi nella pratica è stato predisposto dall’addetta dell’ufficio giuridico signora Emanuela Santelli che aveva anche predisposto il contratto sottoscritto nel 2017 e nel quale sono emerse importanti lacune a tutela del locatore che hanno fatto perdere al Vicariato oltre un milione di euro. 

Si può tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame? Questa è iniquità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in sé stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, ora sembra essere esercitata anche all’interno della Chiesa, nelle più alte rappresentanze.

Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”. Papa Francesco nella sua riflessione sinodale evidenzia: Una delle cause di questa situazione si trova nella relazione che abbiamo stabilito con il denaro, poiché accettiamo pacificamente il suo predomino su di noi e sulle nostre società. La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,1-35). Papa Francesco dice bene ma poi forse dimentica che la Chiesa e i suoi (cioè gli uomini promossi dal Papa) rappresentanti sono dinnanzi al giudizio della storia, “Così è della fede; se non ha opere, è per sé stessa morta”. Ma la crisi più evidente che emerge da questo capitolo di storia attuale del Vicariato come da quello Vaticano e della Chiesa è che le caratteristiche principali delle deviazioni dei cattivi pastori trasformati in manager incompetenti, sono ben documentate dal profeta Ezechiele: Guai ai pastori d’Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. 

Con il rigore documentario e la passione della fede e dell’amore per la Chiesa bisogna non assentire al male in cui navigano religiosi che si sentono inattaccabili i cui privilegi ecclesiastici si devono smascherare affinché i meccanismi occulti di quello che si può definire l’ “espropriazione dei beni dei poveri” possa terminare. 

Di questo contratto, come altri, che capitano forse anche in altre realtà diocesane, se ne parla poco o nulla, sembra quasi per difendere gli interessi dei potenti e dei ricchi. Tutto ciò ferisce la credibilità della Chiesa e il diritto dei poveri che non hanno credito ne parola.

Alla suddetta società conduttrice “WELLINGTON POLO FASHION SRL” era stato già concesso in locazione una parte del palazzo di prestigio a Roma con accesso da Lungotevere dei Vallati civico 1 nel mese di maggio del 2017 ad un canone di locazione del 50% inferiore ai valori di mercato e alla quale furono concessi sconti per i primi quattro anni, sempre sul canone di particolare favore.

Nonostante ciò la società non ha più effettuato alcun pagamento dopo il 19/11/2020 (sono passati quasi quattro anni), accumulando ad oggi più di euro 1.200.000,00 di morosità e che sommando tutti gli sconti concessi, gli oneri sostenuti, le imposte sostenute e le mancate entrate qualora l’immobile fosse stato liberato e locato ad altri, la Diocesi ha perso in questi anni circa euro 5.000.000,00 euro.

Inoltre parrebbe che Eduardo Salvador Safdie (insieme con il suo sodale Dario Di Domenico) abbia commesso un abuso edilizio, abuso su cui sta indagando sia la Procura che la Polizia Edilizia di Roma capitale. Almeno questo si evince dalla due diligence che fu fatta nel 2022 su impulso dell’allora Segretario generale del Vicariato di Roma.

Allora perché incaponirsi in questo modo? Cosa c’è sotto? Si trova inoltre online la notizia che Safdie e Di Domenico, sono stati richiamati da una agenzia dell’ONU perché, sfrattavano inquilini morosi dalle case che prima erano popolari. 
(https://www.romareport.it/2022/03/04/a-roma-per-bloccare-gli-sfratti-ci-vuole-lonu/)

Si parla di loro anche per la banca Medesia di cui non si hanno più notizie e qualche passaggio nella Veneto Banca (quella del famoso scandalo). 
Ora, però, da morosi per più di un milione di euro sembrano addirittura essere stati premiati ottenendo: un nuovo contratto di locazione con l’aggiunta di altri 1.000 mq per una superficie totale di locazione di circa 3.300 mq; l’autorizzazione ad installare una canna fumaria; la locazione di tre locali commerciali al piano strada alle spalle del centro Caritas (questa sarà proprio una bella immagine anche per la storia di questo palazzo) senza considerare che all’interno di questi locali commerciali sono stati autorizzati a svolgere l’attività di somministrazione di alcoolici (alla faccia di tutte le campagne che la nostra Diocesi porta avanti contro la dipendenza da alcol); la richiesta soltanto di fideiussione assicurativa anziché bancaria perché all’ARTICOLO 14 del nuovo contratto di locazione sottoscritto viene previsto il rilascio “ENTRO 90 GIORNI DALLA SOTTOSCRIZIONE DEL CONTRATTO” di una fideiussione bancaria e/o assicurativa (il direttore Tarantelli nella riunione del CDAE del 2 luglio 2024 aveva garantito ai membri del CDAE che la fideiussione sarebbe stata 50% bancaria e 50% assicurativa con Generali ma nulla è stato scritto nel contratto che poi è stato sottoscritto tra le parti e il conduttore potrebbe rilasciarne solo una assicurativa senza che nessuno possa eccepirgli nulla).
Eppure il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari chiede da diverso tempo di prevedere nei nuovi contratti di locazione da sottoscrivere con i vari conduttori della Diocesi e degli altri enti collegati, una fideiussione bancaria… ma per loro no, non serve?! 

E infine un ultimo “regalo” come una ciliegina viene concesso lo stralcio di gran parte del debito maturato in questi anni quando sempre in questi anni la posizione davanti ai morosi è stata quella che prima dovevano rientrare della morosità e poi era possibile fare nuovi accordi  ed eventualmente restare conduttori.


Bene a questo conduttore il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari non ha mai intrapreso alcuna azione per rientrare della morosità e del possesso dell’immobile difendendo sempre la bontà del contratto all’epoca redatto dal suo ufficio e cercando di incontrare Safdie e, trovato l’accordo migliore, dal mese di luglio 2023 il giurista esperto anche di economia ha cercato di farsi approvare dal CDAE in tutte le maniere la sottoscrizione di un nuovo contratto di locazione ad un canone notevolmente inferiore. Ovviamente tutto sottoscritto con l’aggiunta di altri vantaggi soltanto per il conduttore! Per quale ragione? Caso vuole che la signora Emanuela Santelli abiti vicino alla villa a Formello dove risiede il sig. Safdie.
Per il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari non è stata semplice l’impresa: Sua Eccellenza Mons. Benoni Ambarus si è dimesso e così il dott. Fabio Meloni. Tarantelli, infatti, dopo che alla riunione del C.D.A.E. del 6 febbraio 2024 sempre alle varie ed eventuali ha cercato di ottenere l’approvazione del nuovo contratto di locazione senza averlo mai condiviso e incalzato da Sua Eccellenza Mons. Benoni Ambarus e dal dott. Fabio Meloni, è riuscito a dire tutto e il contrario di tutto senza poi rispondere a nessuna  delle domande precise e puntuali che gli venivano fatte. Poi è stato il turno del Cardinal Vicario Sua Eminenza Mons. Angelo De Donatis trasferito alla Penitenzieria Apostolica senza nominare un Suo sostituto alle porte del Giubileo e in una situazione in cui la Diocesi di Roma appare completamente abbandonata a se stessa ad oggi ancora senza un programma pastorale, ma questa è un’altra storia….

Infine il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari avrebbe “esasperato” gli unici due membri laici del CDAE veramente competenti in materia economica e giuridica ed esterni al Vicariato e che hanno cercato fino alla fine di fare il bene della Diocesi: il dott. Alessandro Filippi e il Prof. Cesare Mirabelli (ex presidente della Corte Costituzionale). Entrambi hanno votato contro il nuovo contratto di locazione. Ma la maggioranza degli altri membri ha approvato perché tutti si sono messi in scia del “Tarantelli pensiero”, così il vicegerente Mons. Baldassare Reina, l’ultimo arrivato Mons. Michele Di Tolve, la direttrice dell’Ufficio Amministrativo signora Cristiana Odoardi (anch’ella alla fine dimissionaria dopo appena un anno dalla sua assunzione il 31 agosto 2024 andrà via dal Vicariato di Roma dopo avere compiuto diligentemente tutto quello che gli era stato chiesto da chi l’aveva scelta) e il direttore dell’Ufficio Edilizia di Culto Arch. Emanuele Pozzilli sempre in riga.
Quindi portato a casa il grande parere “condiviso da tutti i membri del CDAE rimasti in carica” il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari ha fatto convocare di corsa una riunione del “Collegio dei Consultori” nella giornata di giovedì 11 luglio 2024 senza considerare che all’incontro precedente si era deciso di evitare riunioni nei mesi di luglio e agosto quando i parroci hanno le uscite dei campi estivi e alcuni avrebbero avuto un tempo di meritato riposo (anche se sappiamo che nelle parrocchie ci sta poco da fare e i parroci hanno tanto tempo libero). Ma se non bastasse il collegio viene convocato con un solo punto all’ordine del giorno: quale? “parere sulle modifiche al contratto Wellington”; chiaramente senza inviare nessun materiale sulla questione, tutto chiuso a chiave in cancelleria dove siede la Dott.ssa Maria Teresa Romano, concedendo soltanto ai consultori la possibilità di andare presso l’ufficio giuridico per consultare la documentazione (sempre perché è noto che i parroci hanno tanto tempo libero per farlo!)
Alla riunione presente anche qui don Renato Tarantelli Baccari che ha illustrato in cinque minuti il contratto e incassata l’approvazione dei presenti alla firma del nuovo contratto senza che nessuno abbia eccepito nulla, in primis i vescovi ausiliari.

E’ importante rammentare che il progetto dell’Ufficio Giuridico di questi ultimi due anni, di tornare alla situazione ante 2019 quando era soltanto l’ufficio Giuridico a gestire tutto il patrimonio immobiliare della Diocesi, è stato portato quasi a compimento senza che nessuno dei superiori abbia fatto qualcosa per evitarlo. 

Il 20 gennaio 2023 nella riunione della Sezione Patrimonio del Vicariato tra le varie cose fu detto:
1. Presentazione gruppo di lavoro; 
Mons. Pedretti presenta il gruppo di lavoro al Vicegerente. 
2. Missione della Sezione Patrimonio e Modus operandi; 
Mons. Pedretti rappresenta a beneficio del Vicegerente il lavoro svolto dal gruppo di lavoro nei circa due anni di attività, soffermandosi sulle problematiche emerse nella gestione del patrimonio immobiliare della Diocesi, in particolare con riferimento a: 

La necessità di un coinvolgimento trasversale dei vari uffici tecnici del Vicariato ed il superamento della concentrazione della gestione nelle mani di un solo Ufficio [giuridico] e una sola addetta. 

L’urgenza di affrontare le criticità emerse: a. mancanza di una mappatura del patrimonio; b. canoni di locazione fuori mercato dei contratti in essere; c. strumenti contrattuali privi di tutele per il Vicariato; d. assenza di procedure e prassi validate.
 
In questi due anni si è disciolta questa attività, mandato via il Prelato segretario Mons. Pierangelo Pedretti che aveva cercato tra le varie cose anche di eliminare quella concentrazione della gestione di tutto il patrimonio immobiliare nelle mani esclusive della signora Emanuela Santelli, era poi necessario cambiare il direttore dell’Ufficio Amministrativo mettendo un’altra persona alle dipendenze dell’Ufficio Giuridico; poi fare licenziare senza giustificato motivo direttamente dal Santo Padre Papa Francesco, il direttore dell’Ufficio Patrimonio dopo soltanto 4 mesi dalla sua assunzione; poi prevedendo nel nuovo regolamento che l’Ufficio Patrimonio potrà essere lasciato in vita senza la necessità di avere un suo direttore; poi svuotando di senso l’esistenza della sezione Patrimonio Allargata; poi obbligando l’economo della diocesi don Francesco Galluzzo a dimettersi prima della scadenza del suo mandato e senza un grave motivo come prescritto dal Codice di Diritto Canonico, tranne il fatto di dire che è malato e si deve far curare… sostituendolo dallo storico ragioniere del Vicariato dipendente dell’Ufficio Amministrativo Rag. Roberto Liso in modo da ricoprire la nomina con una persona che continuerà ad occuparsi di tutto l’aspetto contabile così che tutte le decisioni cruciali dell’economo della Diocesi di Roma saranno prese dal prossimo vicario episcopale per l’ambito amministrativo e giuridico, l’ onnipresente direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari.

In questo modo sarà completamente svuotato il ruolo dell’economo in barba al Codice di diritto canonico vigente, ma si sa che la gerarchia delle fonti non è una materia molto conosciuta. È lo stesso che ha annunciato l’imminente nomina a vicario episcopale alla presenza del vicegerente e di tutti i dipendenti dell’Ufficio amministrativo lo scorso 24 luglio.

Per finire in bellezza pare che siano iniziate le pressioni all’unico superstite addetto dell’Ufficio Patrimonio dott. Davide Adiutori; resterà solo di portarlo all’esasperazione e far sì che anche lui decida di andarsene via così che l’ufficio patrimonio di fatto cesserà di esistere e la situazione tornerà al 2019 quando l’ufficio giuridico e la sua addetta signora Emanuela Santelli potrà fare tutto come bene ha fatto in tutti questi anni!

Intanto i poveri restano scartati, i ricchi aiutati, i donatori ingannati, i fanfaroni promossi. 
Questo si che è un buon esempio da seguire. Dare ai ricchi e togliere ai poveri, a due passi dalla Caritas….

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Cronaca

Roma, San Paolo: due ladre tentano di investire la commessa di un negozio dopo la rapina

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ROMA – Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella sono intervenuti in viale Leonardo Da Vinci, arrestando due donne romane, di 20 e 30 anni, appartenenti a una nota famiglia di nomadi stanziali, con precedenti penali e disoccupate. Le due sono gravemente indiziate di rapina aggravata in concorso.
 
L’episodio è iniziato quando i titolari di un negozio di casalinghi, gestito da cittadini cinesi nel quartiere San Paolo, hanno denunciato che le due donne avevano sottratto diversi articoli per la casa. Una dipendente del negozio, notando il furto, ha cercato di fermarle, ma le due donne, nel tentativo di fuggire, sono salite a bordo della loro auto e hanno cercato di investirla.
 
I Carabinieri, giunti rapidamente sul posto, sono riusciti a bloccare le ladre. La refurtiva, trovata all’interno dell’auto, è stata restituita ai legittimi proprietari. Fortunatamente, la coraggiosa dipendente, visitata dai sanitari del 118, non ha riportato ferite.
 
Successivi accertamenti hanno rivelato che la 30enne era alla guida dell’auto senza patente, mai conseguita, motivo per cui è stata anche sanzionata per violazione al codice della strada. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari per entrambe le donne.
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Rocca Priora, arrestati due uomini sorpresi a sotterrare telai di auto rubate

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I Carabinieri della Stazione di Rocca Priora hanno arrestato due uomini italiani, rispettivamente di 59 e 67 anni, entrambi con precedenti penali, accusati di riciclaggio. L’operazione è avvenuta durante un normale servizio di pattugliamento del territorio, quando i militari hanno notato i sospetti intenti a scavare una buca con una ruspa in un terreno situato lungo la via Tuscolana, al chilometro 32. All’interno della buca, i Carabinieri hanno scoperto quattro telai completi di autovetture, successivamente identificati come proventi di furto.
 
Successivamente, i militari hanno eseguito una perquisizione in un capannone nei pressi del luogo del ritrovamento, anch’esso nella disponibilità dei due uomini arrestati. All’interno del capannone, sono state rinvenute numerose parti di veicoli smontati e privi di matricola, le quali sono state immediatamente sequestrate per ulteriori verifiche.
 
I due uomini arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa dell’udienza di convalida. Le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire ulteriormente la portata dell’attività illegale e identificare eventuali complici.
 
 
 
 
 
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Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

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Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

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