Addio Zhang Yao, il papà: "Vogliamo la verità sulla morte di mia figlia"

 
di Roberto Ragone

ROMA – Oggi alle 16,30 alla stazione di Tor Sapienza, in prossimità del punto in cui è stato trovato venerdì scorso il corpo martoriato dall'impatto con un treno, della giovane Zhang Yao, la studentessa cinese ventenne giunta a Roma nel mese di marzo per studiare moda all’Accademia di Belle Arti di Via di Ripetta, svanita nel nulla lunedì  5, e per la cui scomparsa s’erano fatte le più svariate ipotesi – era anche stata offerta una ricompensa per il suo ritrovamento – siè svolta la commemorazione della giovane, organizzata dalla comunità cinese di Roma, e presieduta dalla responsabile della comunità. “Siamo cittadini di Roma come voi” ha detto ai vari giornalisti e troupe televisive intervenute a Tor Sapienza la signora, con accento italiano senza inflessioni “e per favore lasciateci in pace.”
 
La comunità cinese chiede con fermezza maggior protezione per suoi appartenenti, e soprattutto rimarca il fatto che l’Ufficio Immigrazione, dove la giovane Zhang Yao si era recata con tre amiche e connazionali per  ritirare il suo permesso di studio, e dove anche altri cittadini di nazionalità cinese risulta che  abbiano bisogno di accedere continuativamente per i vari permessi di legge, sia ubicata in una zona di Roma particolarmnete degradata, al confine con un campo rom che viene guardato con apprensione da chi è costretto a costeggiarlo. Infatti, la commemorazione era stata programmata nelle vicinanze dell'ufficio Immigrazione, ma poi è stata spostata perchè si sarebbe svolta troppo vicino al campo rom. Tutto per evitare attriti con la comunità rom che vi abita, e dalla quale, presumibilmente, sono usciti i tre giovani che hanno scippato la ragazza, provocandone la triste fine.
 
Alla commemorazione ha partecipato anche il padre di Zhang Yao: "Diteci la verità di come è morta mia figlia". È il disperato appello del Papa di Zhang Yao, la studentessa cinese morta dopo essere stata travolta da un treno mente rincorreva i tre malviventi che l'avevano rapinata. "Non è possibile vivere nel terrore in pieno giorno – dice con la voce rotta dal pianto -. Ancora non riesco a credere che sia successo alla mia unicamente figlia. Vi prego, aiutateci a capire". Il papa partecipa al sit-in omaggio in corso a Tor Sapienza, dove si è radunata la comunità cinese e diversi abitanti della zona "Non è possibile che sia successa una cosa del genere a due passi dalla Questura", dice il papà di Zhang Yao: La ragazza era appena uscita dall'ufficio immigrazione in via Patini, dove aveva rinnovato il permesso di soggiorno per motivi di studio. "Grazie a tutti per aver voluto ricordare mia figlia. Durante il viaggio ho pensato tanto. Sapevo che era sparita e pensavo ad un rapimento per riscatto, mai mi sarei immaginato di andarla a riconoscere in obitorio".
 
 
La comunità cinese manifesta rabbia e paura dopo l'accaduto. "Gli studenti che si trovano a Roma non si sentono più sicuri," riferiscono persone vicine alla comunità "e hanno chiesto all'ambasciata di essere protetti." "Ci chiediamo come una ragazza di vent'anni possa rincorrere tre scippatori fino laggiù, invece di chiedere aiuto alla polizia o alle sue amiche. Tutto questo è successo in pieno giorno, davanti ad un ufficio della Questura. Come è possibile essere aggrediti così, in pieno giorno?" "Era una ragazza felice, non meritava questa fine."
 
Tutto questo addolora, ma purtroppo non suscita meraviglia in chi sa come vanno le cose in questo paese. Depenalizzazione dei reati cosiddetti 'minori', indulto, buona condotta, intasamento dei tribunali, prescrizioni, decreti svuotacarceri, portano ad avere in circolazione proprio quei piccoli malviventi che sono più pericolosi per il cittadino comune, esposto a qualsiasi rischio, in casa e fuori. La magistratura prosegue le indagini per rapina, ed è facile ipotizzare che presto l'impegno degli investigatori darà il suo risultato, anche se viene da pensare che i tre responsabili, data la gravità delle conseguenze del loro atto, abbiano preferito prendere il largo, in attesa di tempi migliori. Ci auguriamo tuttavia, in caso di arresto, che finalmente il tribunale preposto emani una condanna esemplare, senza sconti o riti abbreviati che tagliano la pena, senza denunce a piede libero; e che il carcere, sacrosanto per chi commette questi odiosi reati, a torto considerati 'minori', serva anche di punizione e non solo di una pretesa, e non sempre realizzabile, riabilitazione.