ACEA ROMA, CALTAGIRONE: "SE L'AMMINISTRAZIONE VIOLA LA LEGGE DEVE RISARCIRCI". LEGAMBIENTE: "ATTENZIONE CALTAGIRONE, I ROMANI NON HANNO L'ANELLO AL NASO"

Redazione

"Non siamo politici e non partecipiamo al dibattito sulla privatizzazione di Acea, ma essendo azionisti se quello che fa la P.a. in violazione di una legge ci danneggia ci deve rasarcire". E' il presidente del gruppo Caltagirone, Francesco Gaetano Caltagirone, a intervenire cosi' sul tema della privatizzazione della municipalizzata romana che, rileva nel corso dell'assemblea del gruppo, entro il 30 giugno deve procedere ad una parziale privatizzazione con il Comune in discesa al 40%".

L'imprenditore ha anche spiegato che il bando per la privatizzazione di Acea, fatto dal comune di Roma, non consente a chi ha in mano già più del 2% dei titoli di fare acquisti: "Comunque non avremmo partecipato".

Dura la replica di Legambiente alle affermazioni Caltagirone:

"Caltagirone non può pensare che i romani abbiano l'anello al naso, le sue affermazioni sono gravi -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Nessun obbligo impone di vendere un altro pezzo dell'acqua di ACEA, anzi farlo andrebbe contro la volontà dei cittadini e lascia sconcertati che un importante azionista affermi il contrario, anzi addirittura blateri di danni da risarcire tentando forse di influenzare la borsa, la politica. Se ne facesse una ragione, nonostante i 200 mila euro, mai smentiti né spiegati, che la società avrebbe elargito al comitato per il no, ai referendum la sconfitta del partito per la privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici è stata sonora."

 "Finalmente i privati gettano la maschera, a loro interessa solo il profitto e cioè l'ultima riga del bilancio, altre che mettere in gioco soldi e competenze, c'è poco da essere orgogliosi -affermaCristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Faccia attenzione, però, Caltagirone perchè l'unica privatizzazione fatta in spregio delle regole sinora è quella che ha ceduto il primo 49% di Acea, passibile tuttora di una procedura di fronte all'Unione Europea. La chiara dimostrazione che ulteriori cessioni come quella proposta da Alemanno peraltro pure senza gara peggiorerebbe questa situazione e metterebbe anche a serio rischio tutte le attuali gestioni nell'intero ATO e in giro per l'Italia."