Connect with us

In evidenza

Acea Ato 2, nuove bollette e nuovi parametri di calcolo: ecco chi ci perde e… chi ci guadagna

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Il nuovo sistema di calcolo del gestore ACEA opera una redistribuzione del peso tariffario. Le fasce deboli e poco avvezze ad internet penalizzate in un desolante silenzio in cui si premia chi consuma di più.

A Guidonia Montecelio, come negli altri comuni, stanno arrivando come fulmini a ciel sereno le lettere di Acea Ato 2

112 Comuni, quattro milioni di utenti sono gli interessati a cui Acea Ato 2 ha inviato una lettera per confermare che entro il 28 febbraio dovranno aggiornare sul sito MyAcea i componenti del nucleo familiare.

Si chiama TICSI il testo integrato per i corrispettivi dei servizi idrici che con delibera n. 4/19 dell’11 novembre 2019 ha approvato la nuova articolazione tariffaria, in applicazione della deliberazione ARERA n. 665/2017.

La nuova tariffa partirà a marzo 2020

Vecchie tariffe a confronto con le nuove

Una delibera governativa di tre anni fa che porta la firma di Gentiloni, transitata attraverso l’Autorità Regolazione per Energia Reti e Ambiente già denominata Autorità per Energia e Gas istituita nel 95, che regola e controlla i settori energetici e idrici del nostro Paese.

Una autorità amministrativa indipendente: l’ultimo organo collegiale fu nominato nel luglio del 2018 su proposta di Di Maio, dal ministro Costa.

E’ presieduto da Besseghini unitamente a Castelli, Guerrini, Poletti e Saglia, con risorse di funzionamento che non provengono dal bilancio di Stato ma da contributi sui ricavi degli operatori, con stipendi da 240 mila euro all’anno oltre le spese di trasporto che dalla trasparenza non sono mai inferiori a 40/45 mila euro sempre cadauno. Roba da far impallidire Mattarella.

“La lettera non firmata inviata da Acea Ato 2 SpA – conferma Giovanna Ammaturo, consigliere di Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio, ben rappresenta la supponenza della burocrazia e la vessazione nei confronti delle fasce più deboli ed anziani. Solo tramite internet sarà possibile indicare il numero dei componenti del nucleo familiare per l’applicazione della nuova tariffa retroattivamente dal primo gennaio 2019. Superato il 28 febbraio la modifica avrà effetto dalla data della comunicazione. Questo perché dal 2020 cambia il calcolo del consumo d’acqua.

La Prima novità: le utenze saranno divise in domestiche e non domestiche. Seconda, importantissima novità: alle utenze domestiche, per la parte variabile del servizio di acquedotto verrà applicata una tariffa sulla base del numero di componenti del nucleo familiare. Ecco come funzionerà: Oltre alla quota variabile proporzionale al consumo procapite la tariffa sarà composta anche da una quota fissa, che riflette “gli oneri inerenti la sicurezza degli approvvigionamenti” (in altre parole: la gestione delle infrastrutture e l’insieme delle attività necessarie per garantire il servizio). Come accade per l’energia elettrica ed il gas che costa più il trasporto che il consumo.

La quota variabile del servizio di fognatura e depurazione non sarà articolata in scaglioni, ma calcolata secondo il volume. Le utenze non domestiche di cui fino ad oggi si riconoscevano 1.700 tariffazioni diverse saranno private del minimo impegnato e ricondotte a sei nuove categorie d’uso. Avranno invece una tariffa differente a seconda del fatto che conferiscano nella fognatura pubblica solo reflui assimilabili agli usi domestici ad es. uffici, oppure reflui industriali autorizzati. Per le utenze condominiali continuerà ad essere applicata la tariffa domestica residenziale con scaglione di consumi modulati in funzione del numero degli appartamenti per cui non sarà necessaria nessuna comunicazione da parte dell’amministratore. L’Autorità ha stabilito anche la gestione della morosità del servizio idrico arrivando alla sospensione dopo un anno tutelando gli utenti vulnerabili. Per i condomini l’acqua non potrà essere staccata se l’amministratore dopo la messa in mora paga in una unica soluzione la metà e il restante in 12 mesi. Un sistema di calcolo , conferma Ammaturo, che sulla carta dovrebbe offrire equità, ma che di fatto fa aumentare i costi per i consumi più contenuti mentre diminuisce per quelli alti, in osservanza del principio che è garantito l’utilizzo di 50 litri d’acqua al giorno cadauno. Rispetto al passato il nucleo familiare al di sotto dei tre componenti avranno un aumento di tariffa, con tre persone ci sarà il mantenimento e diminuirà con nuclei superiori. In assenza di uffici locali Acea in molti Comuni o di presenza rada sarà anche difficile chiedere il bonus sociale idrico già dal primo febbraio che per una famiglia tipo di 3 persone, come stabilito dall’Autorità, con consumo di 150mc/anno potrà coprire 1/3 della spesa. Tutti i nuclei familiari in stato di bisogno potrebbero chiederlo con Indicatore di Situazione Economica Equivalente ( ISEE) non superiore a 8.265 euro che sale a 20.000 con tre figli a carico. La stessa famiglia in un condominio non potrà avanzare medesima richiesta. Un eccesso di potere ( Art. 3 Costituzione) per disparità di trattamento tra i cittadini tra condomini e singoli utenti e soprattutto non premia chi risparmia l’acqua. Singolare a Guidonia Montecelio l’assoluta mancanza di comunicazione e trasparenza abbandonando i cittadini a se stessi. Il sindaco Barbet a cui abbiamo rivolto una circostanziata interrogazione ha mancato per l’ennesima volta in chiarezza e vigilanza oltre a non cautelare i più anziani e altri che non hanno dimestichezza con internet. Comuni come Manziana fino al 28 di febbraio terranno aperto l’URP per due giorni a settimana per offrire una mano ai cittadini. Occorre una forza morale per cambiare le cose non gli slogan grillini. I silenzi di Barbet non danno speranze ai cittadini. Chi ha proposto e chi ha approvato ha il dovere di spiegare ai cittadini come cambia e cosa comporta. Anche nella conferenza dei 52 sindaci con Acea a dicembre del 2018, Barbet, fu tra i nove che votò a favore mentre altri 27 insieme a 16 astenuti dissero no a questo accordo. In tempi di coronavirus avremmo voluto parlare d’altro ma la fumosa burocrazia e la mancanza di trasparenza sono peggio.”

Costume e Società

Adolescenti e primi amori, da “Il Tempo delle Mele” a Tik Tok: le emozioni intense restano immutate

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

L’amore adolescenziale è un tema universale, che ha attraversato generazioni e culture, suscitando emozioni intense e ricordi indelebili. Dai tempi de “Il Tempo delle Mele”, film iconico degli anni ’80 che ha dipinto con dolcezza e ingenuità i primi turbamenti amorosi, al contesto iperconnesso e digitale dei giorni nostri, il modo in cui gli adolescenti vivono i loro primi amori è cambiato radicalmente.

Il Tempo delle Mele: innocenza e romantiche lettere

“Il Tempo delle Mele”, uscito nel 1980, è diventato un simbolo dei primi amori vissuti con trepidazione e semplicità. Il film racconta la storia di Vic, una giovane ragazza alle prese con le sue prime emozioni amorose. In quell’epoca, gli adolescenti comunicavano attraverso bigliettini scritti a mano, lettere segrete e telefonate brevi e attese con ansia. Gli incontri avvenivano spesso nei contesti scolastici o durante le feste, e il contatto fisico era limitato a timidi baci rubati o a balli lenti durante le serate danzanti.

Questa era un’epoca in cui il tempo sembrava scorrere più lentamente, e ogni gesto, sguardo o parola aveva un peso specifico. Le relazioni si sviluppavano gradualmente, alimentate da sogni, speranze e la magia dell’ignoto. L’ingenuità e l’innocenza caratterizzavano questi primi amori, in un mondo ancora lontano dalle influenze esterne del digitale e dei social media.

I primi amori nell’era digitale: tra connessione e superficialità

Oggi, l’approccio agli amori adolescenziali è molto diverso. L’avvento dei social media, delle app di messaggistica e delle piattaforme di incontri ha trasformato il modo in cui gli adolescenti si conoscono, comunicano e vivono le loro prime relazioni. Se un tempo ci si conosceva tramite amici comuni o a scuola, oggi molti ragazzi iniziano a frequentarsi dopo essersi conosciuti online, attraverso Instagram, Snapchat o TikTok.

La comunicazione, oggi, è istantanea e continua. I messaggi non si scrivono più a mano, ma si inviano tramite chat, spesso accompagnati da emoji, GIF o foto. Questo ha sicuramente reso più facile rimanere in contatto, ma ha anche cambiato il ritmo e l’intensità delle relazioni. La possibilità di essere sempre connessi ha portato a un’esposizione maggiore alle emozioni altrui, ma anche a una certa superficialità nei rapporti. Il “cuoricino” su una foto o un “like” a un post possono essere interpretati come gesti d’interesse, ma al tempo stesso riducono il tutto a un’interazione fugace, spesso priva di un vero coinvolgimento emotivo.

Le relazioni oggi possono svilupparsi molto rapidamente, e altrettanto rapidamente dissolversi. L’accesso costante alle vite altrui attraverso i social ha generato un nuovo tipo di pressione: quella di apparire sempre perfetti e di dimostrare il proprio valore attraverso l’approvazione degli altri. Questa dinamica può rendere le relazioni più fragili e meno autentiche rispetto al passato, dove l’interazione face-to-face era predominante e ogni momento vissuto insieme aveva un significato più profondo.

Le sfide del nuovo millennio: autenticità vs. immagine

Un altro aspetto critico dei primi amori nell’era moderna riguarda l’equilibrio tra la costruzione dell’immagine e la ricerca dell’autenticità. Gli adolescenti di oggi sono spesso spinti a presentare una versione idealizzata di sé stessi sui social media, che può non corrispondere alla realtà. Questo può creare aspettative irrealistiche sia su di sé che sull’altro, portando a delusioni e incomprensioni.

Inoltre, la costante esposizione ai modelli di relazione proposti da influencer e celebrità online può far sembrare che il valore di una relazione dipenda da quanto essa viene “esibita” al pubblico. Di conseguenza, molti ragazzi possono sentirsi in dovere di conformarsi a questi standard, dimenticando che le relazioni vere sono fatte di momenti privati e personali, non solo di post e storie.

Il ritorno all’essenziale: verso relazioni più consapevoli

Nonostante la digitalizzazione delle relazioni, si nota anche una crescente consapevolezza tra i giovani sulla necessità di vivere relazioni più autentiche e significative. Alcuni adolescenti stanno riscoprendo il valore del contatto umano diretto, cercando di bilanciare l’uso della tecnologia con momenti reali e condivisi. C’è una tendenza, seppur ancora timida, a riscoprire modalità di interazione più lente e personali, come l’invio di lettere, la scelta di condividere meno sui social, o l’organizzazione di incontri faccia a faccia senza l’intermediazione della tecnologia.

Il passaggio dai tempi de “Il Tempo delle Mele” all’era dei social media ha profondamente cambiato il modo in cui gli adolescenti vivono i loro primi amori. Se da un lato la tecnologia ha facilitato la comunicazione e l’accesso alle informazioni, dall’altro ha introdotto nuove sfide legate alla superficialità e alla pressione sociale. Tuttavia, l’essenza dell’amore adolescenziale – fatta di emozioni intense, scoperte e vulnerabilità – rimane immutata. La sfida per i giovani di oggi è trovare un equilibrio tra l’uso della tecnologia e la ricerca di relazioni autentiche e significative, che possano lasciare un segno profondo, proprio come accadeva ai tempi delle mele.

Continua a leggere

In evidenza

Dieta anti caldo: il ruolo cruciale di una alimentazione specifica per restare in forma

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Durante l’estate, l’Italia può essere soggetta a ondate di caldo estremo, che rappresentano un rischio significativo per la salute pubblica. Il calore eccessivo può portare a problemi di salute come colpi di calore, disidratazione, e l’aggravamento di condizioni croniche preesistenti. Oltre alle raccomandazioni generali, come evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde e mantenersi idratati, l’alimentazione gioca un ruolo cruciale nel proteggere il corpo dagli effetti del caldo.

L’importanza dell’idratazione

L’idratazione è la prima e più importante linea di difesa contro il caldo. Quando le temperature aumentano, il corpo perde liquidi attraverso il sudore, aumentando il rischio di disidratazione. Bere acqua regolarmente, anche in assenza di sete, è essenziale. Gli esperti raccomandano di consumare almeno 2-3 litri di acqua al giorno durante i periodi di caldo intenso.

Ma non è solo l’acqua a essere importante: alimenti ricchi di acqua possono contribuire significativamente a mantenere il corpo idratato. Frutta come anguria, melone, fragole e cetrioli sono composti da oltre il 90% di acqua, rendendoli ottimi alleati contro il caldo. Questi cibi non solo aiutano a mantenere l’idratazione, ma forniscono anche vitamine e minerali essenziali.

Alimentazione leggera e ricca di nutrienti

Durante le ondate di calore, l’appetito può diminuire, ma è importante mantenere un’alimentazione regolare e bilanciata. Optare per pasti leggeri e frequenti è una strategia efficace per evitare la sensazione di pesantezza e il rischio di problemi digestivi. Insalate fresche, piatti a base di verdure, cereali integrali e proteine magre sono ideali.

Le insalate possono essere arricchite con alimenti come avocado, ricco di grassi buoni, e semi oleosi (come semi di lino o di chia) che apportano acidi grassi essenziali e migliorano l’assorbimento delle vitamine liposolubili. Il pesce, soprattutto quello azzurro, è una fonte eccellente di proteine leggere e acidi grassi Omega-3, che contribuiscono a ridurre l’infiammazione e a migliorare la circolazione sanguigna, particolarmente utile in condizioni di caldo estremo.

Sali minerali e vitamine: alleati contro il caldo

Il sudore non porta via solo acqua dal corpo, ma anche sali minerali importanti come sodio, potassio e magnesio, che sono essenziali per il corretto funzionamento muscolare e per mantenere l’equilibrio elettrolitico. La carenza di questi minerali può portare a crampi, affaticamento e altri problemi di salute.

Frutta e verdura fresca sono eccellenti fonti di questi nutrienti. Le banane, ad esempio, sono ricche di potassio, mentre le verdure a foglia verde, come gli spinaci, sono una buona fonte di magnesio. L’aggiunta di una piccola quantità di sale nei cibi può aiutare a reintegrare il sodio perso attraverso il sudore, ma è importante non eccedere.

Le vitamine, in particolare la vitamina C e la vitamina A, sono altrettanto importanti. La vitamina C, presente in agrumi, fragole e peperoni, aiuta a rafforzare il sistema immunitario e a combattere lo stress ossidativo causato dall’esposizione al sole. La vitamina A, presente in carote, albicocche e zucche, è essenziale per la salute della pelle, aiutando a proteggerla dai danni causati dai raggi UV.

Alimenti da Evitare

Mentre è importante sapere cosa mangiare, è altrettanto cruciale essere consapevoli degli alimenti da evitare. Durante le ondate di calore, cibi pesanti, ricchi di grassi saturi e zuccheri raffinati, dovrebbero essere limitati. Questi alimenti possono aumentare la sensazione di calore corporeo e mettere sotto stress il sistema digestivo.

Le bevande alcoliche e contenenti caffeina, come il caffè e il tè nero, hanno un effetto diuretico che può favorire la disidratazione. Anche le bevande zuccherate possono contribuire a un aumento della sete e a un’assunzione eccessiva di calorie vuote, che non forniscono alcun beneficio nutrizionale.

Affrontare il caldo eccessivo richiede una strategia globale che includa precauzioni ambientali, ma anche un’attenzione particolare all’alimentazione. Scegliere cibi ricchi di acqua, nutrienti e sali minerali, mantenere un buon livello di idratazione e evitare alimenti pesanti e disidratanti sono passi fondamentali per proteggere la salute durante i periodi di caldo estremo. In questo modo, è possibile godere dell’estate in sicurezza, senza rinunciare al piacere di mangiare bene.

Continua a leggere

Economia e Finanza

L’Italia è il paese più ricco di strutture ricettive in Europa

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minuti

image_pdfimage_print

Il fenomeno dell’eccesso turistico costituisce attualmente tema importante del dibattito pubblico, anche grazie a tutta una serie di proteste che si sono verificate in alcune delle mete turistiche più frequentate del continente europeo, con le più accese a Barcellona e Maiorca. Con questa espressione si intende una situazione in cui l’impatto del turismo supera le capacità fisiche, ambientali, sociali, economiche, psicologiche o politiche dei luoghi in cui accade vedi Venezia o Firenze. Si tratta di dinamiche che hanno delle ripercussioni sia sui residenti delle comunità locali che sui turisti stessi, oltre che sul paesaggio, sui beni culturali e sui servizi presenti all’interno di questi contesti. La misurazione di queste dinamiche è ancora complessa da fare. Si tratta di materia relativamente nuova per le quali ancora non ci sono delle reali linee guida su quali siano gli indicatori da utilizzare. Inoltre, alcune caratteristiche del fenomeno (come la sua stagionalità) rendono ancora più complesse le analisi. Per poter iniziare ad inquadrare il fenomeno è utile valutare lo stato dell’industria turistica nei paesi comunitari, partendo dal numero di strutture ricettive di accoglienza e il numero di posti letto.
 
Nel suo complesso, l’Unione Europea conta oltre 636mila strutture ricettive con più di 29 milioni di posti letto. In questo dato si comprendono non soltanto gli alberghi ma anche altre strutture di alloggio simili come i B&B oltre a campeggi e aree camperistiche attrezzate.
 
Negli anni delle restrizioni dovute alla pandemia si registra un calo ma i valori attuali (riferiti al 2023) sono in crescita rispetto al periodo pre-Covid. Per quel che riguarda il numero di strutture ricettive, si registra un incremento del 3% rispetto al 2019 mentre per i posti letto l’aumento è dell’1,5%. Il 21,1% delle strutture turistiche europee si trova in aree urbane centrali, che comprendono il 22,6% dei posti letto. Seguono poi le zone periferiche (32,5% strutture, 33,6% posti letto) e le zone rurali (46,4% e 43,8%). Circa la metà delle infrastrutture turistiche europee si trova in aree costiere (51,1%) e copre il 41,6% dei posti conteggiati.
 
Come informa Openpolis, su elaborazione dati da Eurostat, in termini assoluti l’Italia è il paese europeo dotato del maggior numero di strutture ricettive (229.513) e di posti-letto (5,2 milioni). Rispettivamente, coprono il 36,1% e il 17,8% dell’offerta nel continente; per quel che riguarda le infrastrutture turistiche, seguono Croazia (117.476, il 18,5%), Germania (48.275, 7,6%) e Francia (29.375, 4,6%). In coda,  tre piccoli paesi dell’unione: Cipro (771, 0,1%), Lussemburgo (357, 0,1%) e Malta (335, 0,1%).
 
Per quel che riguarda invece i posti-letto, al nostro paese seguono Francia (5.094.909, 17,5%), Germania (3.665.302, 12,6%) e Paesi Bassi (1.400.003, 4,8%). Gli stati caratterizzati da una minore quantità di posti letto sono invece Lussemburgo (57.830, 0,2%), Lettonia (52.263, 0,2%) e Malta (51.041, 0,2%). Occorre evidenziare che risultano mancanti i dati dell’Irlanda mentre quelli della Spagna sono invece parziali, motivo per cui non sono stati considerati nell’analisi.
 
Questi dati sono disponibili a livello regionale per quasi tutte le aree dell’UE. Per poter permettere di confrontare il dato tra regioni con popolazione differente, è stata calcolata l’incidenza ogni 10mila abitanti. La regione europea con l’incidenza maggiore di strutture ricettive è Jadranska Hrvatska (857,64 ogni 10mila abitanti), che comprende tutta l’area della Croazia. Seguono Ionia Nisia (Grecia, 223,90) e la provincia autonoma di Bolzano (221,55). Tra le prime dieci europee, quattro sono italiane: oltre al territorio già citato, sono presenti anche il Veneto (123,84), la Valle d’Aosta (103,39) e il Friuli-Venezia Giulia (83,07). Sui posti letto invece i valori maggiori si registrano nella regione di Notio Aigaio (Grecia, 9.084,56), Jadranska Hrvatska (Croazia, 8.357,92), Ionia Nisia (Grecia, 7.714,12) e Corsica (Francia, 4.728,77).
 
È importante notare che valutare l’incidenza delle strutture ricettive turistiche sul territorio è solo uno degli elementi utili per considerare lo stato del turismo in una regione. Di fondamentale importanza è considerare anche la quantità di notti passate dai turisti in un paese, così come l’incidenza del settore nel calcolo del Pil.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti