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di Maurizio Costa
Roma – Finisce il segreto bancario in Svizzera: dopo tre anni di trattative, l'Italia arriva all'accordo. Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, e il capo del dipartimento federale delle Finanze della Confederazione Svizzera, Eveline Widmer-Schlumpf, hanno fatto crollare il segreto bancario elvetico, facendo uscire il paese d'oltralpe anche dalla black-list dei paradisi fiscali.
Chiunque detenesse conti in Svizzera illegali potrà avvalersi della voluntary disclosure, autodenunciando il proprio deposito e portando i capitali elvetici in Italia. In questo modo, il detentore del conto pagherà comunque le sanzioni previste ma con un notevole sconto. In più, chi dovesse avvalersi di questo metodo non incorrerà nelle nuove pene stabilite dal decreto sull'anticorruzione.
I capitali che l'Italia detiene all'estero sono altissimi e toccano una cifra stimata di 150 miliardi di euro. L'80% di questi sono depositati nelle banche svizzere e Renzi spera di recuperare un tesoretto di quasi 7 miliardi di euro.
“L’accordo firmato oggi è un passo avanti molto importante nelle relazioni tra i due Paesi – ha affermato Padoan – frutto di un lavoro che è durato molto tempo, che è stato complesso e difficile ma alla fine è giunto con pieno successo. Posso dire con certezza che porterà a entrate per più di un euro”. I due ministri hanno anche siglato una road-map che permetterà di analizzare meglio i viaggi dei frontalieri.
Il trattato dovrà ancora essere votato dai due parlamenti ma è sicuramente un passo in avanti importantissimo per l'Italia, che si appresta a siglare un accordo anche con il Liechtenstein. Giovedì prossimo, infatti, Padoan si recherà proprio nel paese europeo per firmare un nuovo trattato sulla voluntary disclosure.
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