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A Roma riunita una piccola Europa

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Si è svolto, al palazzo del Quirinale in Roma, il 16° incontro dei Capi di Stato del “Gruppo Arraiolos”

Il Gruppo “Uniti per l’Europa” o “Gruppo Arraiolos” – che riunisce i Capi di Stato di Italia, Bulgaria, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Lettonia, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia e Finlandia – prende il nome da una citatdina dell’entroterra portoghese dove, il 18 ottobre 2003, i Capi di Stato di Finlandia, Germania, Lettonia, Polonia, Portogallo e Ungheria si sono incontrati informalmente, su invito dell’allora Presidente portoghese Jorge Sampaio, per discutere attuali complesse questioni europee.

L’eterogeneità di uno schema che riunisce Paesi estremamente diversi per dimensione, situazione economica e localizzazione geografica è stata così ben accolta che, negli anni, il gruppo si è progressivamente ampliato fino alle dimensioni attuali. L’Italia partecipa agli incontri dal 2006, quando sono stati organizzati a Dresda, e ha accolto i Capi di Stato del Gruppo Arraiolos a Napoli nel giugno 2009.

Le due sessioni di lavoro, una la mattina e l’altra nel pomeriggio, hanno avuto come temi: “Unione Europea sulla via dell’autonomia strategica: responsabilità e opportunità” e “Il contributo dell’Unione Europea al multilateralismo nel mondo post-pandemia”. Al termine dei lavori i Presidenti hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa. Hanno preso parte alla riunione i Capi di Stato di Italia, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Lettonia, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia e Finlandia.

Mattarella: l’Europa è al bivio

Molto apprezzato l’intervento del presidente Mattarella per il quale “Ci troviamo a un punto di svolta molto importante per l’Unione europea, un punto nel quale, a mio avviso, senza remore e senza temi intoccabili, dobbiamo prima di tutto impegnarci per completare tanti cantieri aperti nella nostra integrazione. La nuova fase ha bisogno di basi molto solide: lo dobbiamo alle nuove generazioni di europei. Come la pandemia ci ha dimostrato, nella drammatica tristezza del suo sopravvenire, le sfide di questi anni ci chiamano ad alzare il nostro livello di ambizione. Il Next Generation è il nostro orizzonte, la nostra strategia per il futuro. E il percorso per realizzarlo è l’autonomia strategica dell’Unione. Sul fronte della politica estera di difesa, la recente vicenda in Afghanistan sprona e dimostra ulteriormente quanto sia ineludibile compiere un passo avanti per costruire una credibilità maggiore dell’Unione in termini di sicurezza; una credibilità ovviamente complementare con la Nato e tesa al rafforzamento della cornice del reciproco sostegno e rispetto tra gli Stati. Di fronte a carenze e omissioni, vi sono tanti commentatori, tanti opinionisti e esponenti della società civile che si chiedono spesso dove sia l’Europa e come intenda muoversi. Sono interrogativi che chiedono una maggiore presenza dell’Europa. Il nostro impegno deve essere, allora, colmare questo divario tra le attese e la risposta che l’Unione europea è capace di dare per costruire un futuro nel quale l’Unione sia protagonista e possa parlare autorevolmente, con un’identità precisa. Credo che questo serva, fortemente, alla causa della pace internazionale e alla tutela degli interessi dei popoli dell’Unione europea”.

Significativa la battuta del presidente austriaco che ha detto, ringraziandolo, che “Mattarella costituisce per me un modello, anche se lui non lo sa”.

Per la Finlandia, necessario rafforzare i denominatori comuni

Anche il Presidente della Repubblica finlandese Sauli Niinistö ha partecipato alla riunione del Gruppo Arraiolos dei Presidenti Europei il 15 settembre 2021 a Roma., avendo anche un incontro bilaterale con Mattarella il giorno seguente. Nel suo discorso, Niinistö ha affrontato il ruolo globale dell’UE. Secondo il Presidente, il rischio per l’Europa è quello di passare da soggetto a oggetto nell’accelerata competizione delle superpotenze. La bussola strategica, che l’Ue sta attualmente preparando per definire le linee guida della sua cooperazione in materia di sicurezza e difesa, è un buon strumento, ma “deve anche essere sulla mappa”. Il Presidente ha osservato che tutti conoscono il paradosso per cui trovare soluzioni globali comuni diventa più difficile man mano che i problemi e le sfide comuni diventano più urgenti. Per superare questo paradosso sono necessari denominatori comuni. Secondo il Presidente, la Finlandia intende utilizzare il 50° anniversario della riunione della CSCE, Conferenza sulla Sicurezza e Cooperazione Europea per rivitalizzare lo ‘Spirito di Helsinki’ nel 1975 in tutto il mondo. “La conferenza originale di Helsinki si è distinta proprio per questo spirito: la volontà di dialogare tra avversari e concorrenti, costruire fiducia e cercare denominatori comuni, anche piccoli all’inizio”.

Nell’incontro bilaterale con Mattarella, sono stati approfonditi gli argomenti discussi nelle sessioni plenarie e nel confro0nto è stata riscontrata sintonia sull’estensione della sovranità a livello europeo. Tra Roma ed Helsinki c’è stata poi una comune adesione al piano di investimenti europeo su digitale e transizione ecologica.

La prossima riunione del Gruppo sarà ospitata a Malta l’anno prossimo.

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Turismo sostenibile, Val d’Orcia: a maggio fioriscono i Maggiaioli

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Il maggio in Italia è mese di grandi tradizioni popolari che trovano sfogo in borghi e città proprio a celebrare il fulcro della stagione primaverile. Tra le zone più interessanti  la Val d’Orcia in Toscana non è seconda a nessuna per ricchezza e piacevolezza di queste tradizioni. Una delle località chiave di questa Valle è il borgo di Castiglione d’Orcia.
 
Situato sulla cima di una collina, come indica il suo nome, è un antico castello che vide il suo sviluppo grazie alla sua collocazione strategica sulla via Francigena. Per secoli roccaforte della casata degli Aldobrandeschi, si eleva sul borgo la Rocca Aldobrandesca, dove sono visitabili l’imponente cassero, le mura e altri ambienti. L’antico palazzo comunale si affaccia sulla suggestiva Piazza Vecchietta che deve il suo nome al pittore Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta per molto tempo ritenuto nativo di qui. A pochi passi dalla piazza, la Chiesa dei Santi Stefano e Degna che conserva al suo interno una pregevole tavola del pittore senese Pietro Lorenzetti. Comune fin dal 1252, in tempi diversi ha annesso al suo territorio i borghi circostanti fino ad assumere le attuali caratteristiche nel 1867, per questo vanta una ricchezza ed una varietà di ambienti e località: Campiglia d’Orcia, Gallina, Vivo d’Orcia e la zona termale di Bagni San Filippo mentre, proprio di fronte a Castiglione, all’ombra della Torre di Tentennano, è collocato il piccolo borgo medievale di Rocca d’Orcia. Il paese ha la tipica conformazione dei borghi di origine medievale, e vi accoglie con la sua storia e le sue tradizioni, spaccato di una vera e autentica realtà toscana e inserito in un paesaggio straordinario. Una breve passeggiata nel centro storico può includere una visita alla Sala d’Arte San Giovanni, un piccolo ma curato museo che raccoglie dipinti di alcuni dei maggiori esponenti della scuola senese del Trecento e Quattrocento: Simone Martini, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta e Giovanni di Paolo, con tre splendide Madonne col Bambino.
 
Proseguendo nella passeggiata, tra il 30 aprile ed il primo maggio, ci si può imbattere in un gruppo di cantori e suonatori (circa una ventina), che gira per i borghi di Castiglione e Rocca d’Orcia,  percorre la campagna visitando i poderi, ogni anno diversi, intonando quartine di ottonari che augurano il ritorno della buona stagione, di buoni raccolti e che cantano l’amore e il risveglio della natura. Ogni quartina è seguita da un brano musicale eseguito da una piccola fanfara di strumenti. In cambio i cantori e i suonatori chiamati “Maggiaioli” ricevono ospitalità, vino, alimenti e offerte in denaro. Il “giro”si conclude ogni anno nel borgo di Castiglione d’Orcia: i Maggiaioli percorrono le vie del paese sino al mattino del primo maggio. Le offerte in denaro che i cantori raccolgono durante la questua, effettuata nelle settimane successive, vengono utilizzate, in un secondo momento, per allestire una merenda aperta a tutta la popolazione, ma la tradizione enogastronomica della zona merita un discorso a parte.. La struttura dell’abitato si concentra attorno alla rocca e al cassero, che dominano da un’altura sottostante borgo, difeso anch’esso da un altro circuito murario. La prima attestazione del castello all’interno del Codex Diplomaticus Amiatinus sembra risalire al 1014  quando viene menzionato con il nome di Petra, ma già nel 1094 viene detto Castelione, come risulta in una carta di donazione degli Aldobrandeschi all’abbazia di San Salvatore al Monte Amiata. Nella prima metà del XIV secolo, Castiglione attira le mire espansionistiche di Siena, sempre più intenzionata a controllare importanti zone di viabilità come la Val d’Orcia. Tra il 1301 e il 1303 il castello fu venduto dagli Aldobrandeschi a Siena che provvederà ad attuare una serie di interventi edilizi con lo scopo di rendere il luogo una “sentinella” inespugnabile.  Tra il 1368 e il 1419, la nuova fortezza senese venne ceduta quale ricompensa alla nobile famiglia dei Salimbeni che la sfruttarono come roccaforte per diffondere la loro signoria all’interno della Val d’Orcia riuscendo ad esercitarvi, insieme alla vicina Rocca di Tentennano,un forte controllo fino a quando non furono sconfitti dalla Repubblica di Siena, che ancora una volta restaurò e riparò il cassero e le fortificazioni del borgo. Nessuno di questi interventi riuscì però a garantire una buona difesa al centro abitato, costretto a fronteggiare l’avanzata di Firenze insieme agli altri castelli della valle fino al 1559, quando, con la pace di Cateau-Cambrésis, il vasto territorio senese divenne parte del Granducato di Firenze. Nel 1605 Castiglione d’Orcia fu trasformato in feudo del marchese Giulio Riario, il quale fece costruire,sui resti della rocca, un grande palazzo, ricordato già nel Settecento in stato di abbandono. Dopo un lungo restauro la Rocca è stata aperta al pubblico nell’agosto del 2023.
 
La visita alle frazioni e aree del paese suggerisce una capatina  a Vivo d’Orcia e visita alle sorgenti dell’Ermicciolo: una ricca rete di sentieri permette un tuffo nella natura tra castagni e abeti bianchi. Vivo d’Orcia sorge attorno a due eremi camaldolesi fondati da San Romualdo intorno all’anno Mille. A valle l’eremo di San Pietro il cui monastero è stato inglobato nel Palazzo Cervini costruito da Antonio da Sangallo per Papa Marcello II; a monte l’eremo superiore di San Benedetto all’Ermicciolo. Qui sgorgano le sorgenti del torrente le cui acque alimentano tutto il territorio fino a Siena.  Si prosegue per Campiglia d’Orcia, paese con la tipica conformazione dei borghi di origine medievale, suggestivi vicoli,  strette scalinate di collegamento e percorsi coperti. Per scoprire il suo centro storico una camminata evidenzia i punti di interesse storico, paesaggistico e della memoria. Più in alto,raggiungibile con un sentiero, si eleva la duecentesca Torre di Campigliola. Leggenda narra che la torre fosse abitata da fate che a giugno aiutavano i contadini mietendo il grano di notte.
 
Qui consigliabile una pausa pranzo presso l’azienda vitivinicola  Campotondo  ove si può gustare il buon vino DOC Orcia, per proseguire per Bagni San Filippo e la Balena Bianca  con sosta alla grotta di San Filippo. Conosciuta fin dall’antichità, questa località termale rappresenta un vero collegamento fra la Vald’Orcia e l’Amiata. In prossimità del borgo un fiume termale, il “fosso bianco”, si inoltra nel verde del bosco fino a raggiungere una cascata di acqua calda che dà origine alla Balena Bianca, una spettacolare formazione di roccia calcica che ricorda, nella forma e nel colore, la celeberrima Moby Dick di Melville. Proseguendo per Gallina, il centro abitato si trova in posizione strategica fin dal passato, in prossimità della Via Francigena. Ne sono testimoni le stazioni di posta, antichi ospizi per pellegrini e viaggiatori, della Scala e delle Briccole. Breve percorso a piedi (km 2 facile) verso le Briccole lungo la via Francigena nei luoghi che videro il passaggio dell’’Arcivescovo di Canterbury Sigerico, dove si fermò la contessa Matilde di Canossa, fu catturato l’eretico Arnaldo da Brescia, ebbero luogo, secondo tradizione, le Nozze Mistiche di San Francesco con Madonna Povertà rappresentate nella tavola del 1450 dal Sassetta. Sulla strada del ritorno verso il capoluogo comunale sosta fotografica ai cipressi di Poggio Covili. Continuando nella visita, imperdibili la Rocca d’Orcia e la Torre di Tentennano Il minuscolo borgo conserva tutte le caratteristiche medievali ed è sorvegliato dalla imponente Torre di Tentennano che domina tutta la Val d’Orcia. Nel 1207 nel borgo, per la prima volta nella storia, fu emanata una carta con cui vennero sanciti i doveri e i diritti del popolo verso i feudatari, la Charta Libertatis. Le scritture raccontano che nel 1377, inoltre, vi soggiornò Santa Caterina da Siena, che proprio qui, da analfabeta, ricevette il dono divino della scrittura.
 
Un turismo sostenibile col passaparola
 
Il sindaco, da un decennio, di Castiglione, Claudio Galletti, ci tiene a sottolineare il grande sviluppo sociale e d economico verificatosi nella valle dal dopoguerra in poi, stimolato dal turismo che, tuttavia, non può e non deve sconvolgere il ritmo di vita umano e fedele alle tradizioni di tutto l’ambiente e le genti che lo abitano. L’accoglienza diffusa nei borghi della zona, realizzata grazie alla ristrutturazione di case, ha creato una forma di accoglienza che, dopo la pandemia, ha avuto un buon sviluppo, con una forma di ospitalità che, sottolinea il sindaco, si diffonde con il passaparola e non certo con grandi piattaforme. “Chi viene qui è ospite di una famiglia, ed è una formula diversa dall’ospitalità alberghiera che non qui è disponibile”. Negli ultimi periodi è in crescita il turismo straniero, anche i turisti asiatici: “abbiamo una sessantina agriturismo e circa 800 posti-letto” aggiunge il sindaco “ma ci teniamo a non inseguire il turismo di massa”. La val d’Orcia è, in definitiva, la Toscana ideale ma anche reale, e non c’è quindi da meravigliarsi se nel 2004 l’incredibile panorama della valle sia stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



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Castelli Romani

Frascati, al via la settimana Calasanziana al santuario della Regina delle scuole pie

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Un cartellone ricco di eventi religiosi e culturali

Si parte il 18 maggio alle 19,00 con la rappresentazione sacra La Leggenda di Ognuno messa in scena dal gruppo teatrale amatoriale Amici delle Scuole Pie. A seguire il Triduo di preparazione alla Festa avrà inizio martedì 20 maggio, alle ore 17,00, con la recita del Santo Rosario al quale seguirà la Santa Messa presso il Santuario della Regina delle Scuole Pie in piazza delle Scuole Pie a Frascati.
Mercoledì 22 maggio dopo la Santa Messa ci sarà l’ inaugurazione del Portale artistico opera dello scultore tuscolano Roberto Scardella, già autore della Statua bronzea collocata sul campanile del Santuario.

La statua bronzea di Roberto Scardella posta sul campanile del Santuario

Un’ opera in ferro a maglia poligonale con inserti di terracotta realizzata dalla ditta Fiorella Caroni Ceramiche su matrice originale dello scultore che sarà collocato all’ingresso.
L’ importante è significativo evento artistico sarà accompagnato da un incontro moderato dal noto giornalista Rai Luciano Ghelfi cui prenderanno parte Don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Padre Sergio Sereni Preposto provinciale d’ Italia dell’ Ordine dei Padri Scolopi e l’architetto Maria Grazia D’Amelio, docente dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Giovedì 23 maggio alle 17,30 solenne celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Stefano Russo, vescovo di Frascati. Al termine la tradizionale processione con il quadro La Regina delle Scuole Pie, miracolosa immagine donata da San Giuseppe Calasanzio alla Casa di Frascati nel 1617
Le celebrazioni calasanziane si concluderanno domenica 28 maggio con il concerto del coro gospel One voice previsto alle ore 19,00 nella piazza e diretto dal maestro Simone Negri.

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Cronaca

Roma, Stazione Termini passata al setaccio dai Carabinieri: 6 persone denunciate e una in manette

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia Roma Centro, con il supporto di altre Compagnie del Gruppo di Roma, hanno effettuato un servizio di controllo straordinario, in tutta l’area della Stazione ferroviaria di Roma Termini, tra cui, via Cernaia, piazza Indipendenza, via Bachelet, via Varese, via del Castro Pretorio, viale Pretoriano, piazzale Sisto V, piazza di Porta S. Lorenzo, via di San Bibbiana, via Giolitti, piazza dei Cinquecento, viale Einaudi e zone limitrofe, mirato al contrasto di ogni forma di illegalità e degrado.
Una persona è stata arrestata per furto, sei sono state denunciate a piede libero, per reati a vario titolo e 5 cittadini sono stati sanzionati amministrativamente.
Più nel dettaglio, i Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini hanno arrestato un cittadino romeno di 45 anni, senza fissa dimora e con precedenti, sorpreso dal personale addetto alla vigilanza di un negozio presente nello scalo ferroviario, subito dopo aver asportato due profumi dal valore complessivo di 280 euro. Refurtiva recuperata e restituita al titolare del negozio.
Subito dopo, invece, gli stessi Carabinieri hanno denunciato una donna romana di 45 anni, sorpresa subito dopo aver asportato dallo stesso negozio di profumi, presente nello scalo ferroviario, altri prodotti di profumeria. Anche in questo caso la refurtiva è stata recuperata e restituita al titolare del negozio.
In piazza Santa Maria Maggiore angolo via Gioberti, i Carabinieri della Stazione di Roma Piazza Dante hanno denunciato una donna, di 44 anni di Roma, già nota alle forze dell’ordine, sorpresa subito dopo aver asportato vari capi di abbigliamento da un esercizio commerciale.
Nel corso dei controlli i Carabinieri hanno denunciato due cittadini italiani, per l’inosservanza del D.A.C.UR. (Daspo Urbano), emesso nei loro confronti dal Questore di Roma, e altri due sempre italiani, per l’inosservanza del divieto di ritorno nel Comune di Roma.
Infine, i Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini hanno sanzionato amministrativamente 5 cittadini, tra cui 4 italiani, tutti senza fissa dimora, per la violazione del divieto di stazionamento nei pressi della stazione Termini, con contestuale notifica di ordine di allontanamento per 48 ore; a loro carico è stata elevata anche una sanzione amministrativa di 100 euro.
In totale, i Carabinieri hanno identificato 140 persone, eseguito verifiche su 50 veicoli, effettuato 16 posti controllo.



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