Stefano De Marchi, storia “paradossale” di un mutuo tra Banca Popolare del Lazio e Coopcredit all’ombra di Ampla [L’inchiesta 12 parte]

Il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso della società di mediazione Coopcredit contro l’imprenditore agricolo Stefano De Marchi, non concedendo la provvisoria esecutorietà relativa il ricorso per decreto ingiuntivo per l’importo di 39mila euro.

Una vicenda, quella in cui si è venuto a trovare l’imprenditore agricolo Stefano De Marchi, dai contorni paradossali e tutt’ora in corso con la Banca Popolare del Lazio.

Una storia che inizia nel 2018 quando l’imprenditore si rivolge alla Banca Popolare del Lazio, di cui è cliente fin dal 2017, per richiedere un mutuo.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 14/01/2021

La Banca, però, anziché valutare direttamente la richiesta del suo cliente e si sottolinea il fatto che Stefano De Marchi fosse già cliente della Banca fin dal 2017, lo indirizza presso la Coopcredit per una consulenza in materia di finanziamenti.

La Coopcredit, quindi, fa firmare a De Marchi un contratto di mediazione per consulenza finalizzato alla ricerca di un istituto bancario che possa concedere il finanziamento richiesto. E la Coopcredit individua proprio nella Banca Popolare del Lazio, contattata in prima battuta da Stefano De Marchi, l’istituto di credito al quale rivolgersi per richiedere il mutuo.

La Banca Popolare del Lazio a questo punto delibera la concessione del mutuo di 1milione e trecentomila euro a favore di Stefano De Marchi il quale si trova a dover pagare la commissione di 39mila euro alla Coopcredit, pari al 3% dell’importo deliberato, per la ricerca e mediazione effettuata.

Avete capito bene…. Stefano De Marchi si reca presso la sua Banca per chiedere un mutuo. Questa lo indirizza alla Coopcredit la quale a fronte di un contratto di mediazione lo indirizza di nuovo alla Banca Popolare del Lazio. Il tutto per un corrispettivo di 39mila euro.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 14/01/2021

Ma non finisce qui… infatti la Banca Popolare del Lazio dopo aver deliberato il mutuo a favore dell’imprenditore inspiegabilmente lo risolve. De Marchi quindi si trova a dover pagare una commissione alla Coopcredit per un mutuo non erogato dalla Banca. L’imprenditore quindi non paga la Coopcredit e questa fa decreto ingiuntivo nei suoi confronti per il quale ora il Tribunale di Roma ha negato l’esecutorietà.

Il Giudice, infatti, vuole vederci chiaro sugli effettivi rapporti intercorsi tra Coopcredit e la Banca Popolare del Lazio. Una vicenda finita tra le questioni rilevate in un verbale di Banca d’Italia e evidenziate a più riprese nell’inchiesta giornalistica  sulla Banca Popolare del Lazio portata avanti dai giornalisti del quotidiano L’Osservatore d’Italia e di Officina Stampa.

Una storia che alcuni professionisti del campo giuridico riferiscono che possa configurare anche ipotesi di rilevanza penale, anche per le connessioni che sono esistite nelle varie compagini sociali della Banca, della Coopcredit e di una società chiamata Ampla che ha come scopo sociale la istruttoria di pratiche di finanziamento e che all’epoca dei fatti vede come socio di maggioranza la sig.ra Angela Ghirga, moglie del sig. Roberto Lucidi che altri non è se non il fratello di Massimo Lucidi, fino a pochi giorni fa amministratore  delegato  della  Banca  Popolare  del  Lazio.

L’intervista di Chiara Rai all’imprenditore Stefano De Marchi e al suo legale l’Avvocato Francesco Innocenti esperto in diritto bancario



Banca Popolare del Lazio e Blu Banca: giro di poltrone ai vertici

Banca Popolare del Lazio ha reso noto che il proprio amministratore delegato, Massimo Lucidi, ha rassegnato le dimissioni dalla carica a far data dallo scorso primo gennaio, annunciando contestualmente la nomina dei nuovi vertici del gruppo.

Massimo Lucidi, pochi giorni dopo aver annunciato le dimissioni dalla Banca Popolare del Lazio, è stato nominato amministratore delegato della controllata Blu Banca in sostituzione di Massimiliano Raiola, cessato dalla carica per decorrenza del termine. Fabrizio Giallatini è il nuovo vice direttore generale.

Il presidente del consiglio di amministrazione, il notaio Edmondo Maria Capecelatro, ha infatti comunicato che, a seguito del progetto di ristrutturazione del gruppo bancario Banca Popolare del Lazio, il CdA ha nominato i nuovi dirigenti che, dal primo gennaio 2021, hanno assunto ruoli apicali della Banca Popolare del Lazio e della controllata Blu Banca Spa (già Banca Sviluppo Tuscia Spa).

Per la Banca Popolare del Lazio sono stati nominati Pietro Musatti come direttore generale e Marco Lenci come vice direttore generale.

Il Consiglio di amministrazione di Blu Banca ha eletto presidente Cesare Mirabelli, vice presidente vicario Carlo Palliccia, vice presidente Edmondo Maria Capecelatro (che è anche presidente della controllante), amministratore delegato Massimo Lucidi, segretario Claudio Iovieno.

Il CdA ha anche nominato membri del comitato degli amministratori indipendenti: Cesare Mirabelli, Claudio Iovieno e Nicola Rossi.

Oltre alle nuove nomine annunciate oggi, fanno parte del Cda di Blu Banca (in considerazione delle nomine dei consiglieri deliberate dall’assemblea dei soci del 17 dicembre) nel ruolo di consiglieri anche Nicola Rossi, Ermenegildo Caliciotti, Silvio Gentile, Ignazio Carbone e Mario Toscano.




Banca Popolare del Lazio, il 4 maggio c’è l’assemblea a Castel Gandolfo

Il prossimo sabato 4 maggio 2024, alle ore 10 presso il Centro Mariapoli Internazionale, Via
S. Giovanni Battista de la Salle a Castel Gandolfo si terrà l’assemblea dei soci della Banca Popolare del Lazio per deliberare su argomenti molto importanti.

Nello stesso giorno a Velletri si tiene la Festa della Madonna delle Grazie e processione dei Ceri nel pomeriggio. Ma sicuramente i soci interessati alle attività e assemblea della Banca troveranno comunque il modo di partecipare.

L’Articolo 6 del regolamento assembleare Bpl dice chiaramente che “gli aventi diritto possono intervenire su ciascuno degli argomenti posti in discussione una sola volta, facendo osservazioni, chiedendo informazioni e formulando eventuali proposte. La richiesta può essere avanzata fino a quando il Presidente non abbia dichiarato chiusa la discussione sull’argomento oggetto della stessa. Coloro che intervengono hanno altresì diritto di replica”.

Gli argomenti all’ordine del giorno sono, tra gli altri:

Presentazione del Bilancio di esercizio al 31.12.2023, proposta di ripartizione dell’utile e di
determinazione del valore di rimborso delle azioni per i casi di scioglimento del rapporto sociale; proposta di determinazione dell’ammontare complessivo da destinare a scopi di beneficenza, assistenza e di pubblico interesse, proposta di determinazione del compenso degli amministratori, acquisto e disposizione di azioni proprie, nomina di 3 Sindaci effettivi e 2 Sindaci supplenti e designazione del Presidente del Collegio Sindacale, fissazione degli emolumenti dei membri del Collegio Sindacale, nomina di 5 Probiviri effettivi e 2 Probiviri supplenti.

Dopo un lungo periodo dove le assemblee ancora si continuavano a tenere in remoto per via del Covid, e succedeva fino a poco tempo fa, oggi si svolgono di persona e sarà dunque un’occasione di confronto e partecipazione democratica.




Banca Popolare del Lazio, Capitani: “Cari soci vi basti la parola del Presidente!!!”

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell”imprenditore agricolo e socio della Banca Popolare del Lazio Domenico Capitani.

“Forse l’errore del Presidente di chiamarsi Banca Popolare del Lazio e non presidente del CDA, nel presentare la lista dei candidati unici al “nuovo” CDA, pur rimanendo un errore formale, sottace la vera natura dell’uomo di sentirsi “padrone” della banca.

Cosa che si rileva anche in altre occasioni, come per esempio nei comunicati stampa o pseudo interviste in cui parla di acquisizioni o scelte strategiche che avrebbero bisogno dell’approvazione della vera proprietà della banca ovvero “l’assemblea dei soci” in presenza, VERA SOVRANA , essa si, della banca, così come si sbandierano i successi, se successi fossero, come il “salvataggio” della Banca della Tuscia, banchetta con un unico sportello e non si cita il fallimento molto dispendioso della BPL dell’acquisizione più volte annunciata della Banca Val Camonica.

Così come non si parla della anch’essa annunciata, con comunicati e articoli stampa, ristrutturazione dell’Ottobre 2020 che prevedeva la collaborazione con Banca Cassinate e Popolare di Fondi (che smentiranno immediatamente).

Sembrerebbe per noi umani che andiamo a “tentoni”. Si parla dell’aumento delle filiali come fosse una conquista napoleonica. La BPL sono 30 anni che aumenta le sue filiali, loro evidentemente hanno solo il merito di averne regalate tante Banca Blu che non è di proprietà 100% BPL. Chi ci avrà guadagnato?! Per non parlare dei risultati di bilancio, si fanno percentuali sull’anno precedente che non esisteva e si ottiene un prestigioso + 80,26%.
In verità ci sarebbe molto da discutere sul risultato ottenuto, dieci filiali ottengono un utile di 7,8 milioni , 53 filiali Blu Banca ottengono un utile di 11,1 milioni. Forse era meglio tenersele.
Apprendiamo inoltre dal comunicato che la banca avrebbe acquisito una società di brokeraggio assicurativo finalità diventare banca-assicurazione.

Cari soci vi basti la parola del Presidente!!!”




Banca Popolare del Lazio, elezioni CdA: tra pareri favorevoli e conflitti di interesse. Drin drin… c’è qualcuno? [Parte 2]

Nove componenti del nuovo CdA della Banca Popolare del Lazio sono stati eletti lo scorso 4 maggio nel corso dell’Assemblea dei soci tenutasi in modalità online.

Una nota, protocollata in Banca prima delle elezioni dai soci Marco Picca e Domenico Capitani, mette a rischio di invalidazione tutta la procedura elettiva che, come evidenziato dai due soci, ha visto dapprima presentare la Lista 1 (con i 9 nominativi poi eletti) a nome della Banca quindi non ottemperando alle norme statutarie che identificano invece tra i soggetti legittimati alla presentazione della lista dei consiglieri candidati il C.d.A. visto, in quel contesto, come soggetto distinto da quello rappresentato e non invece in “nome” della Banca che rappresenta per presentare la lista dei 9 candidati e con ciò potenzialmente viziando la volontà della platea dei soci chiamati a intervenire in Assemblea per nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione. Un primo errore formale al quale si è poi messa una “pezza” attraverso una nota integrativa presentata fuori tempo.

La nota dei due soci – Picca e Capitani – evidenzia però altre criticità che vanno ben aldilà del mero errore formale, qualora così qualcuno lo voglia intendere, quello di aver presentato la lista a nome della Banca e non del CdA.

Si parla di incompatibilità di alcuni degli eletti e soprattutto degli amministratori indipendenti che ne hanno avallato la presentazione

Con nota scritta pubblicata sul sito della Banca il Presidente del C.d.A. comunicava ai soci, con informativa ex art. 12 del Regolamento Assembleare: Candidature alla carica di consigliere di amministrazione – Lista l presentata dal CdA che … il Comitato Amministratori Indipendenti ha espresso parere favorevole in ordine alla rispondenza delle candidature, alla composizione quali-quantitativa ottimale preventivamente individuata dal Consiglio di Amministrazione, affermando, pertanto, che la lista dei candidati consiglieri risponde a tutti i requisiti di candidabilità sanciti dallo Statuto Sociale.

Ora se, da un lato, la lista n. 1 appare sicuramente rispettosa della rappresentanza di genere, seppure nel limite statutario minimo che indica in due il numero minimo del genere meno rappresentato, dall’altro è assolutamente carente, quanto meno riguardo per alcuni dei 9 candidati consiglieri, dei requisiti soggettivi di candidabilità.

I due soci, hanno infatti segnalato preventivamente che alcune candidature riguardano profili che nell’ultimo triennio risultano avere ricoperto funzione di amministratore, rispettivamente, in società partecipate da enti pubblici e in enti pubblici.

Ecco dunque che il Comitato Amministratori Indipendenti, con il parere favorevole rilasciato, hanno attestato la sussistenza dei requisiti soggettivi di candidabilità alla carica di Consigliere di amministrazione di tutti i componenti della Lista n. 1 benché, come ben evidenziato da Picca e Capitani, alcuni di loro fossero palesemente incandidabili, con ciò violando i doveri del loro ufficio.

Il secondo capoverso del terzo comma dell’articolo 30 dello Statuto Sociale della Banca Popolare del Lazio vieta il contemporaneo svolgimento di incarichi politici, così come definiti al primo capoverso del richiamato terzo comma dell’articolo 30, e della carica di amministratore e che la contestuale ricorrenza degli incarichi è causa di decadenza dalla carica di amministratore.

Un parere, quello del Comitato Amministratori Indipendenti, in ordine alla rispondenza delle candidature, alla composizione quali-quantitativa ottimale preventivamente individuata dal Consiglio di Amministrazione che è stato rilasciato in una situazione di evidente conflitto di interessi.

Indipendentemente dalla effettiva composizione del suddetto Comitato, non è revocabile in dubbio, infatti, che chi lo compone si è candidato alla nomina di “nuovo” consigliere della Banca. La circostanza diviene rilevante in questo caso proprio perché il Comitato ha rilasciato il richiamato parere favorevole nonostante la sussistenza dell’evidente incandidabilità di alcuni dei nove canditati Consiglieri.

Torna il tema dei conflitti di interesse che tante volte hanno interessato le vicende di quella che una volta veniva definita la “Banca del Territorio” e chissà se “qualcuno” avrà tempo e voglia di far luce su queste singolarità, tanto per usare un eufemismo…




Banca Popolare del Lazio, elezioni CdA: denunciate irregolarità. Tutto da rifare? [Parte 1]

Le ultime elezioni del CdA della Banca Popolare del Lazio non sono state del tutto indolore. C’è stata una nota protocollata prima delle elezioni dai soci Marco Picca e Domenico Capitani.

Nella nota si evidenziano delle presunte criticità che se confermate invaliderebbero l’elezione del nuovo CdA.

Le questioni affrontate nella nota riguardano essenzialmente tre punti. In questa prima puntata parleremo della prima questione messa in evidenza.

Irregolarità nella presentazione della lista  

L’unica lista di 9 candidati alla carica di consigliere di amministrazione è stata presentata con modalità irregolare e comunque non conforme a quanto stabilito dallo Statuto dell’istituto bancario.

La lista riporta la data del 30 marzo 2023 ed è stata pubblicata sul sito della Banca entro il termine ultimo di presentazione stabilito nel 20 aprile 2023 e risulta essere stata presentata dalla “Banca” in luogo del Consiglio di Amministrazione come, al contrario, stabilisce lo Statuto della Banca Popolare del Lazio all’articolo 30. Infatti lo Statuto Sociale identifica tra i soggetti legittimati alla presentazione della lista dei consiglieri candidati il C.d.A. visto, in quel contesto, come soggetto distinto da quello rappresentato. Con la condotta assunta il C.d.A. si è “appropriato” del “nome” della Banca che rappresenta per presentare la lista dei 9 candidati con ciò potenzialmente viziando la volontà della platea dei soci chiamati a intervenire in Assemblea per nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione.

Questa irregolarità che è stata segnalata prima delle elezioni non è stata censurata dal Collegio Sindacale

Ma qualcuno deve essersi comunque accorto dell’irregolarità tanto che il Presidente del CdA, il Notaio Edmondo Maria Capecelatro, ha provveduto a far pubblicare nuovamente sul sito della Banca la Lista n. 1 con la dicitura corretta ovvero del C.d.A.

La nuova presentazione sarebbe però avvenuta dopo il termine ultimo fissato nel 20 aprile 2023 risultando di fatto un tardivo tentativo di correggere l’evidente errore in cui ci si era incappati, non essendo opponibile ai soci l’apposizione della data del 20 aprile 2023 sulla nota di deposito della Lista n.1.

Nemmeno rileva, dunque è inopponibile ai soci, l’indicazione riportata dal link rinvenibile nella sezione Assemblea dei Soci del sito internet della banca  secondo cui  il  deposito  e  la  pubblicazione  del  nuovo documento, privi di data certa, debbano ritenersi una “mera” precisazione rispetto all’originario deposito oggetto di precedente pubblicazione sempre sul sito internet della Banca avendo il successivo connotali palesemente novativi.

Si tratta di una questione meramente formale, ma in questi casi, come un notaio sa o dovrebbe sapere, la forma è sostanza!




Banca Popolare del Lazio: eletto il nuovo Consiglio d’Amministrazione

Nominati i componenti del Consiglio d’Amministrazione della Banca Popolare del Lazio.

Sono risultati eletti, durante l’Assemblea dei soci che si è tenuta lo scorso 4 maggio in modalità online, i componenti dell’unica lista che si è presentata al vaglio dell’assemblea dei soci: Capecelatro Edmondo Maria, Lucidi Massimo, Morelli Sabrina, Bologna Paolo, Capozzi Corrado, Giallatini Fabrizio, Patanè Michele, Quattrociocchi Bernardino e Romagnoli Raffaella.

Il padre di quest’ultima, Carlo Romagnoli, il 3 maggio ha rassegnato le dimissioni da Presidente del Collegio Sindacale. Fabiola Giorgi è subentrata quale presidente del Collegio Sindacale della Banca. 




Banca Popolare del Lazio, tra il “nuovo che non avanza più” e le “vecchie storie”: Orwell docet

Partito il count down per le votazioni online, che si terranno mercoledì prossimo e che decreteranno il nuovo CdA della Banca Popolare del Lazio.

Votazioni che arrivano all’indomani del clamore suscitato dalle dichiarazioni dell’imprenditore agricolo Domenico Capitani che sulle colonne di questo giornale ha caldeggiato la presentazione di una lista alternativa (lista dei Soci) a quella presentata dal Consiglio di Amministrazione. Una lista dei Soci che nelle intenzioni voleva “riportare la banca alla funzione originaria: la banca del territorio. La banca di riferimento di imprenditori e famiglie. La banca che cresce e che coinvolge l’assemblea dei soci. La Banca Popolare del Lazio dei vecchi tempi ma con uno sguardo a un futuro prosperoso.” Ma nulla è poi accaduto in quanto questa lista è stata ritirata.

Una notizia, quella della “Campagna di invasione” annunciata dall’imprenditore agricolo che con una certa dose di coraggio si è esposto in prima persona contro i “soliti noti”, che ha avuto l’effetto di suscitare nuove aspettative positive in tanti soci della banca per quello che riguarda soprattutto il valore delle azioni della banca che in questi ultimi anni sono “dimagrite”.  

Da voci di corridoio sembra che tre personaggi, additati addirittura come “traditori” per aver osato presentarsi in una lista alternativa a quella del Consiglio di Amministrazione, saranno epurati dai CdA della BPLazio e della controllata Blu Banca, nello specifico due da BPLazio e uno da Blu Banca. E sempre da voci di corridoio pare che i tre “traditori” saranno rimpiazzati da alcuni tra i promotori della seconda lista poi ritirata che doveva rappresentare una alternativa a quella del Consiglio di Amministrazione. Insomma, per dirla tutta, c’è chi ipotizza che questo sia il prezzo da pagare per la mancata presentazione della lista.

Ma vedremo nei prossimi mesi se queste voci di corridoio troveranno riscontri oggettivi. Per ora di sicuro qualche scontento in giro deve essere rimasto e sicuramente altri ne rimarranno.

Intanto vogliamo giocare al toto CDA immaginando come potrà essere composto.

Andando per esclusione, dal CdA della Blazio sono sicuri del posto i primi tre della lista, Capecelatro, Morelli e Lucidi e altrettanto sicuri sono i nuovi nomi e cioè Fabrizio Giallatini e Raffaella Romagnoli. Al primo chiediamo se intende terminare l’università oppure se ritiene che indicare nel proprio curriculum di aver sostenuto solo 13 esami universitari sia una nota di merito.

Alla dottoressa Raffaella Romagnoli chiediamo invece se si sentirà in difficoltà o quantomeno in imbarazzo a sedere nel CdA di BPLazio visto il ruolo di Presidente del Collegio sindacale ricoperto da suo padre Carlo Romagnoli. In pratica il controllore padre che controlla l’amministratrice figlia. Orbene, sarà pur vero che il dottor Carlo Romagnoli è avvezzo a ricoprire plurimi incarichi, anche in evidente conflitto di interessi, come per la vicenda della Natalizia Petroli, potendo sempre cavarsela affermando di non poter conoscere il nome di tutti i clienti che affidati dalla banca sono anche debitori delle società da lui controllate, e magari con gli affidamenti della Banca da lui controllata questi clienti pagano i debiti delle società sempre da lui controllate che a loro volta pagano il suo compenso per il lavoro professionale svolto. Ma non vogliamo credere che anche questa volta la grande mamma Banca d’Italia possa rimanere silente di fronte a un nepotismo talmente evidente da superare i confini delle opportunità.

Pensiamo, dunque, sia il caso che il dottor Carlo Romagnoli lasci il suo incarico nel Collegio sindacale della BPLazio eliminando questa a dir poco imbarazzante situazione in tutto simile alla presenza del dottor Alessandro Natalizia, che solo dopo i nostri solleciti, si è deciso infine, ad abbandonare la nave. Lasci il dottor Carlo Romagnoli il proprio posto a chi magari meglio di lui sappia essere arbitro e controllore realmente terzo, per il bene della Banca e del valore delle azioni, ormai considerate meno che carta straccia lasciata a marcire in mano ai soci, tanto ci sarà sua figlia a “coprirgli le spalle” ed evitare che qualcuno, magari uno di quelli curiosi che hanno visto la loro lista non presentata, possa andare a studiare qualche vecchio fascicolo (Millenium, Volsca, Di Giacomantonio, Protercave….).

Ma torniamo all’individuazione, per esclusione dei “traditori”, come visto cinque sono sicuri di rimanere, quindi i due che lasceranno la poltrona dovranno essere individuati tra i consiglieri Bologna, Capozzi, Patanè e Quattrociocchi. Per due di questi ultimi saranno mesi molto caldi quelli che si consumeranno prima dell’estate, forse è proprio questa logica, non condivisa, che ha indotto il bravo Professor Sambucci a dare le dimissioni non volendo essere coinvolto.

Noi almeno per uno dei quattro papabili, che ci ha gentilmente rilasciato una intervista telefonica, temiamo fortemente per la sua poltrona; del resto era già stato relegato all’ottavo posto della lista e quindi ritenuto sacrificabile dalla presentazione di una seconda lista, stiamo parlando del dottor Quattrociocchi che ha apprezzato la nostra chiamata, non condividendo l’invio di diffide da parte della Banca ad ogni nostro articolo ritenendo il diritto di cronaca un diritto costituzionalmente garantito e la disciplina a tutela delle liste di minoranza un segno di democrazia; Professor Quattrociocchi con queste sue “idee rivoluzionarie” temiamo sia destinato a lasciare il posto a chi fedelmente approva ogni attività del triumvirato, magari anche se non ha terminato l’università. A questo proposito, tra i tre componenti rimasti, solo uno è privo di titoli di studio, anche se nel suo primo curriculum ci teneva a far sapere che aveva due figli laureati e che probabilmente ha terminato la sua ragione di essere un componente del CdA. Il ragionier Paolo Bologna, dopo aver contribuito fattivamente al passaggio dal prof. Mastrostefano a quello a cui stiamo assistendo, non è più utile per la causa ed essendo riuscito a far acquistare alla Banca la società di brokeraggio nella quale sembra avesse interessi personali diretti ed indiretti, come stiamo scoprendo con altra e separata inchiesta, non potrà sottrarsi alla richiesta di alzarsi dalla poltrona.

I posteri potranno confermarci la bontà delle nostre predizioni; per ora attendiamo l’esito dell’assemblea nella certezza che non tutto è scritto, magari la Banca D’Italia deciderà di approfondire e andrà a segnalare quelle che a noi profani appaiono delle vere e proprie anomalie contenute nella Lista del Presidente (Lista Consiglio di Amministrazione), magari qualcuno dei professionisti della lista fantasma vorrà far accertare giudizialmente la legittimità delle operazioni, chissà, noi di sicuro saremo sempre vigili e presenti, anche se destinatari della ormai consueta diffida, noi di sicuro siamo coraggiosi.

Concludiamo restando fedeli a quello che è il nostro pensiero: la cultura innanzitutto. Ricordiamo quindi di leggere i grandi classici che da sempre sono faro e fondamento del sapere. Chi ricorda l’opera di George Orwell “La fattoria degli animali”? Viene descritto Napoleone, un maiale di razza berkshire antagonista principale del romanzo satirico non ha scrupoli morali, possiede delle qualità che lo hanno fatto emergere rispetto agli altri maiali, anche prima della rivoluzione. Rispetto all’idealismo del Vecchio Maggiore e di Palla di Neve (altri 2 maiali presenti nella storia), Napoleone è un opportunista e un despota, la cui crudele determinazione e capacità di persuadere gli animali meno intelligenti con l’eloquenza compensa una certa mancanza di intelligenza.

L’obiettivo di Napoleone è quello di impossessarsi della fattoria e soggiogare gli animali alla sua volontà, riesce nell’intento dopo aver partecipato alla rivolta contro il signor Jones (il fattore) e dopo aver ordinato ad alcuni cani, suoi scagnozzi, di cacciare via Palla di Neve dalla fattoria. Nel corso del suo regno Napoleone mantiene tutti i migliori vantaggi per se stesso, gli altri maiali, i cani e un gallo (suo servo) e non esita a stringere trattative con alcuni fattori per ottenere ancora più potere; alla fine mostra di essere diventato uguale agli umani che i suoi compagni della fattoria odiavano tanto, se non che peggio.




Banca Popolare del Lazio, votazioni online: ecco i nomi del “Nuovo che avanza”

“Rimettere al centro i soci della Banca Popolare del Lazio senza alcun stravolgimento rivoluzionario”. Questa la mission della “Lista N. 2″ che presenteranno oggi i soci in alternativa a quella del Consiglio di amministrazione della banca.

La Bpl si presenta all’assemblea prevista per il 2 – 3 maggio 2023 che prevede, tra l’altro, il seguente punto all’ordine del giorno: “Nomina di n. 9 componenti del Consiglio di Amministrazione, con decorrenza ed efficacia a partire dal 4 maggio 2023, in sostituzione di n. 9 amministratori”.

Ricordiamo che lo scorso 27 marzo si sono dimessi tutti e 9 i componenti del Consiglio d’amministrazione della Banca che ora si ripresentano con “Lista Presentata dal Consiglio di Amministrazione” al vaglio di un assemblea online, grazie alla normativa anti covid ancora in vigore fino al prossimo 31 luglio, per restare in carica altri tre anni.

Insomma le votazioni online vedono schierati, passateci questa blanda definizione, il vecchio e il nuovo che avanza.

Evidenziamo infine, come già scritto in precedenza, l’incongruenza tra quanto asserito dagli stessi vertici, in una nota integrativa ad un precedente comunicato, in merito al fatto che le dimissioni e le ricandidature sarebbero state motivate per rispettare il principio delle quote rosa. Peccato che abbiano inserito nella lista del Consiglio di amministrazione una sola donna tra i primi posti, lasciando la seconda figura femminile all’ultimo posto, ben sapendo che in presenza di una ulteriore seconda lista, automaticamente gli ultimi due nominativi vengono esclusi. Quindi, perché non aspettare la scadenza naturale prevista l’anno prossimo anziché dimettersi adesso in fretta e furia, visto che di fatto non si sono preoccupati di posizionare le quote rosa tra i primi posti della lista? “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina” diceva Giulio Andreotti.

I nomi della lista del Consiglio di amministrazione sono:
Capecelatro Edmondo Maria
Lucidi Massimo
Morelli Sabrina
Bologna Paolo
Capozzi Corrado
Giallatini Fabrizio
Patanè Michele
Quattrociocchi Bernardino
Romagnoli Raffaella

I nomi della lista Lista dei Soci, sono:
Gambararo Enzo
Picca Roberta
D’Erme Federica
Freddi Serena
Serra Marco Esperto
Vitale Italo Esperto
Caldiero Francesco
Di Mambro Edoardo
Ferrazza Giulio




Banca Popolare del Lazio, raccolta compulsiva di deleghe e l’idea di una terza lista: torna a parlare Domenico Capitani

A pochi giorni dalla prima intervista, torniamo a chiedere aggiornamenti all’imprenditore agricolo Domenico Capitani che sta aiutando un gruppo di professionisti a formare una lista per l’elezione del nuovo CDA della Banca Popolare del Lazio che sia contrapposta a quella promossa dai vertici della Bpl, i quali senza aspettare la scadenza naturale del loro mandato si sono dimessi in massa e usufruiranno delle elezioni “online” previste per legge dalla normativa anticovid ancora in vigore.

Come procede la corsa alla presentazione della lista dove lei per altro, lo ricordiamo, non è candidato?

Non pensavamo di scatenare tutto questo putiferio dando vita ad una lista dei soci alternativa alla lista del Cda della banca invece siamo alla “lesa maestà“.

Perché crede che un’azione così legittima sia stata vista come un affronto più che un atto di democrazia?

Senz’altro. Qualsiasi azione che possa soltanto lontanamente minare la possibilità che certe poltrone non vengano più confermate per i soliti noti è vista come un grande affronto. Vorrei invece informare che è un diritto dei soci previsto dalla legge e dallo statuto della banca cooperativa quindi non lediamo nessun diritto altrui, non ci vogliamo comprare la banca non vogliamo sistemarci, visto che non siamo candidati, la nostra lista è composta da professionisti che rappresentano un po’ tutti i territori dove è presente la banca e da esperti del settore di grande rispetto.

Qualcuno sta anche mettendo in giro la voce che volete portare la banca a Latina. È vero?

Non vogliamo assolutamente portare la banca a Latina, Velletri per noi è sacra, intendiamo fermamente dare l’opportunità ai soci di scegliere tra più nomi, com’è giusto che sia.
Non capiamo tutta questa agitazione: soci convocati a pranzo all’interno della sede centrale, ci dicono cucinava Benito, e se lo avessimo saputo saremmo venuti anche noi a gustare l’ottima cucina. Poi ci sono stati soci meno fortunati convocati nelle filiali per firmare deleghe. Per quale lista se ancora non scade il termine di presentazione?

Si dice che la banca stia preparando un’altra lista

Ne siamo felici anche se ci chiediamo: con quale scopo ne realizzano un’altra visto che ce ne hanno già una?

Invece voi continuate a raccogliere adesioni. Sembra proprio che non vi lasciate intimorire da nulla.

Siamo molto motivati. I soci che volessero sottoscrivere la nostra lista lo possono fare in piena autonomia e libertà presso il notaio Riccardelli con studio a Latina.
Tra le tante pochezze di questa vicenda c’è nè una che mi rattrista di più delle altre: l’indifferenza totale da parte di chi è preposto al controllo. Sono dinamiche che non restano indifferenti a molte persone.

Come pensa che andrà a finire?
Noi riteniamo di aver già di aver ottenuto un primo grande successo che è quello di aver insinuato un nuovo virus in Bpl, visto che i vertici si considerano ancora in pandemia per l’assemblea ma non per i pranzi tra soci privilegiati. Ormai abbiamo insinuato il virus della democrazia e innescato un percorso impossibile da interrompere.




Banca Popolare del Lazio, ci risiamo: vogliono tapparci la bocca

Il diritto di cronaca e la libertà di informazione rappresentano due capisaldi su cui si fonda la nostra Costituzione. Questo concetto lo ha condiviso e affermato anche il Professore Bernardino Quattrociocchi, consigliere di amministrazione dimissionario della Banca Popolare del Lazio e piazzato all’ottavo posto nella lista presentata dal “Consiglio di Amministrazione”.   

Ma veniamo alle solite lasciando da parte concetti troppo pieni di valori che per alcuni evidentemente valgono ben poco.

Si siamo alle solite e possiamo affermare che siamo stati buoni Profeti!

Non era difficile prevedere una reazione stizzita e fuori dal contesto da parte dei vertici della Banca Popolare del Lazio. Avevamo previsto che se avessimo citato la Vigilanza della Banca D’Italia i vertici della Banca Popolare del Lazio si sarebbero risentiti con diffide e richieste di risarcimento danni.

Nel recente articolo in cui si richiamano i “segreti di Pulcinella” e le indubbie capacità di Napoleone, avevamo scritto testualmente: “ogni volta che questo giornale nomina Banca D’Italia, immediatamente sembrano risentirsi i vertici della Popolare del Lazio, che puntualmente rinnovano la richiesta di risarcimento di presunti danni che avremmo cagionato loro con i nostri articoli.”

Puntuale come il sorgere del sole è arrivata anche stavolta la diffida della Banca Popolare del Lazio che potete leggere integralmente cliccando qui.

Ciò a dimostrazione del legame indissolubile con la Banca D’Italia che ricordiamolo rimane l’unico vero baluardo a difesa degli investitori.

Dopo aver letto il contenuto della diffida, più di qualcuno si sarà fatto una autonoma e incondizionata opinione delle metodologie adottate dagli uomini ai vertici della Banca Popolare del Lazio, senza che ci sia alcuna necessità da parte nostra di aggiungere alcun altro aggettivo che ne qualifichi le modalità operative.

Un chiaro tentativo di intimidirci per impedirci di informare i lettori.

Come anticipato il diritto di cronaca e la libertà di stampa sono tutelate dal diritto internazionale. Nessun dubbio che continueremo con coraggio a fare il nostro dovere di giornalisti, come abbiamo sempre fatto, a difesa della libertà di informazione, quella stessa informazione di cui i lettori hanno diritto usufruire. Per noi è un servizio e siamo nel pieno esercizio dei nostri diritti e doveri.

Del resto nei nostri articoli, contrariamente da quanto riportato nella diffida, alcuna oscura motivazione abbiamo adombrato dietro le dimissioni del Consiglio di Amministrazione, al contrario abbiamo avuto il coraggio, noi soli tra tutti gli organi di stampa, di informare i lettori del fatto che solo fino al mese di giugno 2023 fosse possibile tenere assemblee non in presenza e che il rispetto della parità di genere era un adempimento che sarebbe scaduto a giugno 2024 (come riportato nell’articolo 30 dello statuto) e cioè dopo la naturale scadenza del Consiglio di amministrazione, senza alcuna necessità di anticipare dimissioni di massa.

Abbiamo ricordato che la parità di genere poteva essere rispettata utilizzando l’istituto della cooptazione, da sempre utilizzato dai vertici della Popolare del Lazio, tranne che in questa occasione. Tutti fatti veri e non solo veritieri.

Abbiamo accertato, infine, e dopo gli articoli per i quali ci viene inviata la diffida, motivo per il quale attendiamo una nuova ed ulteriore diffida, che le dimissioni di massa, secondo il nostro parere, non avevano neanche l’obiettivo di garantire la parità di genere, avendo posto all’ultimo posto della lista del Presidente Capecelatro, la seconda donna, figlia del Dott. Romagnoli, Presidente del collegio sindacale, ben sapendo, i vertici dimissionari, che  la presenza di una seconda lista ne avrebbe precluso l’elezione.

Di sicuro un’assemblea non in presenza, di certo non “doverosa” come definita nella diffida, poichè la norma riserva una facoltà alla Banca e non un obbligo, di sicuro non consente la partecipazione ed il confronto con i soci/investitori, ed anche questo è un fatto e non una illazione, così come è un fatto che il valore del titolo azionario sia vertiginosamente e drasticamente crollato negli ultimi anni.

Spiace dover verificare che in nessun modo i vertici della Banca ci riconoscono il pregio di aver segnalato, primi ed unici tra tutti, la posizione del Dott. Alessandro Natalizia, socio ed amministratore della Natalizia Petroli, nonchè figlio di Giancarlo, indagato per conflitti di interesse a favore proprio della Natalizia Petroli della quale nel medesimo periodo era Presidente del Collegio Sindacale il Dott. Carlo Romagnoli, padre di Raffaella, nuova candidata al Consiglio di amministrazione della Banca e baluardo a difesa delle quote di genere e forse sacrificata unitamente al Dott. Quattrociocchi all’altare di una seconda lista.

Ci dispiace dover essere ancora una volta resistenti alle intimazioni di rimuovere tutti gli articoli ma non sarebbe giusto, non stiamo facendo altro che il nostro mestiere.

Ai vertici della Banca Popolare del Lazio rinnoviamo ancora una volta il nostro invito a contribuire all’informazione. Concedeteci una intervista o se volete intervenire su qualche tema non tiratevi indietro, il contraddittorio è il mezzo migliore per suscitare pensieri liberi.