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Ogni minuto, nel mondo, 2 bambini vengono uccisi dalla polmonite prima di aver compiuto 5 anni. Circa un milione di vite perdute ogni anno per via della malattia infettiva più mortale sul pianeta, che da sola fa più vittime di altre cause di mortalità infantile. Quattro vittime su 5 sono bambini sotto i 2 anni di età e i cui sistemi immunitari sono già indeboliti e compromessi dalla malnutrizione, una piaga che oggi, nella sua forma acuta, riguarda ben 52 milioni di minori con meno di 5 anni. A denunciarlo è Save the Children nel nuovo rapporto ‘Lottare per respirare’. Nel corso del 2015 920.000 bambini hanno perso la vita perché colpiti dalla polmonite, pari al 16% delle morti infantili a livello globale. In oltre l’80% dei casi, si tratta di bambini che non hanno ancora compiuto i 2 anni di età. La maggior parte dei decessi infantili causati dalla polmonite avviene in Asia meridionale e Africa subsahariana, con India, Nigeria, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia.
La polmonite è un processo infiammatorio che interessa i polmoni e che, generalmente, ha un decorso acuto o sub-acuto. Una polmonite può svilupparsi in una persona completamente sana, ma il più delle volte sono presenti condizioni predisponenti le infezioni (per esempio, compromissione del riflesso della tosse, alterazioni del secreto bronchiale e delle ciglia vibratili). Va infine ricordato che la compromissione del sistema immunitario conseguente a malattie croniche debilitanti o a trattamenti farmacologici (cortisonici, citostatici), nonché la degenza in ospedale sono fattori che aumentano il rischio di contrarre infezioni broncopolmonari.
Nella maggior parte dei casi l’origine della polmonite è infettiva e soltanto in una esigua minoranza è dovuta ad altre cause (per esempio inalazione di corpo estraneo, trauma al torace). Le polmoniti infettive si classificano principalmente in batteriche (contratte per via aerea, ovvero per inalazione) e polmoniti da altri agenti eziologici o “atipiche”, dovute per esempio a virus influenzale, Adenovirus, Herpes virus, Virus Respiratorio Sinciziale, Mycoplasma pneumoniae, Rickettsia e Chlamydia.
Le più comuni polmoniti batteriche sono quelle da Pneumococco (comunemente precedute da una infezione virale delle prime vie aeree), da Stafilococco aureo (che generalmente si manifestano come complicanza nel corso delle grandi epidemie di influenza), da Klebsiella pneumoniae (possono causare quadri molto gravi con mortalità che può giungere al 30% dei casi) e da Pseudomonas aeruginosa (in soggetti deboli, in bambini, o in quanti siano stati sottoposti a protratte terapie antibiotiche).
Le forme non batteriche stanno acquistando una notevole importanza epidemiologica: oggi rappresentano il 50% circa di tutte le infezioni polmonari. Un capitolo a parte è invece quello riguardante le infezioni polmonari legate a pazienti con marcata depressione del sistema immunitario per i quali i più importanti agenti patogeni sono rappresentati dal Cytomegalovirus, Pneumocystis carinii (soprattutto nei soggetti affetti da HIV) e alcuni miceti tra cui la Candida e l’Aspergillus.
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