Connect with us

Primo piano

Dossier 113: ecco come il “cittadino eroe” Candido Casella ha salvato la vita a una ragazza

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

ROMA – Una esperienza triste ma a lieto fine legata al 113. Un cittadino virtuoso, Candido Casella ha salvato una vita umana a Roma. Un giovane ha accoltellato la nonna e ha poi ferito gravemente la sorella che si trovava all’interno dell’abitazione. Per fortuna quest’ultima è riuscita a fuggire proprio grazie a chi non si è voltato dall’altra parte. La collaborazione dei cittadini è fondamentale per aiutare a risolvere i casi. Questo lo sa bene il Prefetto Francesco Tagliente, esperto di sicurezza urbana, il quale quando è stato questore di Roma aveva attivato una collaborazione stretta e di fondamentale importanza con la cittadinanza a tal punto che Tagliente stesso si è trovato più volte a premiare i cittadini che si erano contraddistinti per responsabilità civica e senso del dovere. Li invitava nel suo  Ufficio e con una stretta di  mano gli rappresentava la sua gratitudine per l’alleanza sociale e lo spirito di solidarietà  dimostrato, annotando addirittura i nomi in un registro chiamato  “albo dei cittadini virtuosi”.

Per testimoniare pubblicamente la sua gratitudine ai cittadini che grazie al loro intervento e a una telefonata al 113 erano riusciti a risolvere situazioni difficili, Tagliente organizzò  anche, nel 2012,  un concerto con la Banda musicale della Polizia di Stato, all’Auditorium della Conciliazione dedicato agli oltre 500 cittadini denominati “virtuosi” e rispettive famiglie.

L’intervento di Candido Casella, dunque, è stato di fondamentale importanza per evitare la tragedia nella tragedia.

 

Ci racconta cosa è successo?

Circa sei anni fa, nel fare rientro alla mia abitazione, avvertii grida concitate di aiuto. Credetti, soltanto per un secondo, che fosse accaduto qualche grave inconveniente ad un conoscente dirimpettaio, con problemi di salute ma la mia attenzione cadde subito su una ragazza che correva verso la mia direzione con urla di disperazione, chiedendo aiuto.

 

Perché gridava?

La ragazza era inseguita, da pochi metri di distanza, da un altro ragazzo che agitava nella mano un coltello insaguinato

 

In quel frangente cosa ha fatto?

Mi trovavo all’altezza del cancello della mia abitazione e, urlando anche io, ho fatto in tempo ad aprire il cancello e a mettere al sicuro la ragazza, scossa da tremore e ansimante, affidandola alle cure di mia sorella. Nel frattempo l’inseguitore si era fermato ed era tornato indietro.

 

Quando ha chiamato i soccorsi?

Praticamente subito! Mentre mia sorella cercava di dare un primo soccorso alla ragazza, con una ferita sanguinante sul viso e sulla schiena, telefonai al 113 avvertendoli su quanto accaduto. Io non so se altre volte ci fu altrettanta solerzia da parte della Polizia, ma posso dire che dopo pochi minuti arrivò una prima volante e contemporaneamente l’ambulanza del 118 che iniziarono, ognuno per le loro competenze, a prendersi cura del caso, rivelatosi molto grave. Il loro immediato intervento evitò conseguenze ancora più tragiche.

 

Quindi si rese conto che il suo contributo e la tempestività del soccorso contribuirono  a salvare la vita alla ragazza.

Esattamente. Qualche tempo dopo venni chiamato e ricevuto dal Questore di Roma, dott. Francesco Tagliente, che, per il gesto che avevo compiuto, si complimentò con tanto di foto ricordo, che conservo, di una stretta di mano davanti alla bandiera italiana.

 

In quei momenti concitati, ha avuto dei tentennamenti?

A dire la verità, in quei frangenti mi tremavano le gambe, ma era in pericolo una ragazza impaurita e disperata. Debbo ammettere, al di là della mia persona, che per me fu un piacere inaspettato, dimostrare, da parte del Questore la vicinanza del 113 al cittadino.

 

Fu contento di questo riconoscimento?

Molto. Il dott. Tagliente, successivamente, volle invitarmi, assieme ad altre persone che si erano distinte per fatti analoghi, ad un concerto organizzato dalla Questure di Roma all’Auditorium di via della Conciliazione, in cui pubblicamente sottolineò nel suo intervento, l’importanza della collaborazione fra cittadino e Forze di polizia, come la sola strada che può migliorare la sicurezza nella cittadinanza.

 

Oggi non va proprio in questo modo

Vorrei che tutte le istituzioni si comportassero in tale modo. Dulcis in fondo ricevetti anche un regalino per Natale. Il dotto Tagliente ci invitò alla cerimonia di scambio degli auguri insieme con i familiari delle vittime del dovere. In quella circostanza ci regalò un fermacarte con lo stemma della Questure di Roma che ad oggi ha la sua utilità e mantiene il ricordo

Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print


Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

Continua a leggere

Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print


La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

Continua a leggere

In evidenza

Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti