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Il bosco sacro è un luogo di culto caratteristico delle antiche religioni europee, ad esempio di quella romana, greca, celtica, germanica. I Romani davano ai boschi sacri il nome latino di Lucus o Nemus distinguendoli dai boschi privi di valore sacrale che venivano chiamati Silva. Nell’Italia centrale, la cittadina odierna di Nemi, in provincia di Roma nel cuore dei Castelli Romani, richiama nel nome il Nemus Aricinum (“bosco di Ariccia”), antica sede del santuario di Diana Nemorensis. Oggi la start-up di 4 giovani trae ispirazione proprio dagli antichi culti sopra citati e gli intraprendenti ragazzi, grazie al progetto “Boschi Vivi”, si propongono di offrire un’alternativa alle classiche sepolture nel cimitero a cui siamo abituati. Avviato il crowdfunding (la piattaforma per finanziare progetti creativi e innovativi rivolti alla comunità) per raccogliere 10 mila euro di fondi per questo progetto, chiunque può versare la cifra che crede per la messa in opera del Bosco Vivo.
E’ già possibile acquistare un posto per il proprio animale domestico o anche per tutta la famiglia, ed i prezzi non hanno nulla da invidiare a quelli dei classici loculi cimiteriali. L’interramento può costare dai 400 ai 3 mila euro, la cifra è resa variabile dal numero di posti per albero che vengono richiesti. Al momento la start-up sta riscuotendo molto successo, essendo stata lanciata da soli 5 giorni, si sono già raccolti quasi 3 mila euro provenienti da ogni parte del mondo.
Niente più lapidi di marmo e fiori di plastica. Per ricordare il nostro caro che non c’è più, faremo visita ad un albero ai cui piedi sono state interrate le sue ceneri. Il defunto rientrerà così a pieno nel ciclo della natura. In Italia alcune aree boschive acquisteranno una speciale sacralità, la prima a rientrare in questo progetto è proprio la Liguria, precisamente a Genova. Il bosco, spiegano i ragazzi ideatori del progetto, si configura come luogo di pace e raccoglimento per eccellenza, atto a dimostrare il fluire della vita lenendo con dolcezza il dolore della perdita: non sono previsti grossi cambiamenti all’ambiente naturale se non per le targhe commemorative. Gli interessati verranno accompagnati in una visita che porterà poi alla scelta dell’albero: l’esemplare potrà essere dedicato ad un’unica famiglia ma sono previsti anche posti “in comunità”, in coppia (albero partner) e quelli dedicati agli amici animali. Una cerimonia suggellerà l’interramento delle ceneri.
L’idea, sicuramente ben strutturata, potrebbe essere un’ancora di salvezza per i molti che desidererebbero, dopo la morte, di poter continuare a fluire nella natura, diventando vita anche nel momento il cui la vita, inevitabilmente termina.
Inoltre i vantaggi dell’idea di questa sepoltura ecologica, che già esiste come realtà all’estero, sono tanti: la cooperativa di Boschi Vivi prende in gestione da privati o amministrazioni pubbliche un’area boschiva in stato di abbandono e la ripristina, rendendola fruibile per la comunità grazie alla manutenzione dei sentieri e delle alberature, rientrando poi dei costi grazie ai proventi delle sepolture. Come indicato sul sito, “i prezzi dipendono dal diametro del tronco, dalla posizione e grado di accessibilità dell’albero.”
Giulia Ventura
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