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7 anni faon
Nell’epoca in cui viviamo si affaccia ogni tipo di frenesia e qualsiasi forma di ansia. Ci mancava lo stress visivo digitale. Ad oggi è uno dei disturbi più frequenti in particolare tra le nuove generazioni, che arrivano a posare lo sguardo sullo smartphone fino a 80 volte al giorno. Chiamata anche ‘sindrome da visione al computer’, si tratta dell’affaticamento causato dall’uso prolungato di schermi elettronici. Zeiss, gruppo tecnologico attivo nei settori dell’ottica e dell’optoelettronica, in occasione della Giornata mondiale della vista, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-Iapb, fa luce su questo nuovo fenomeno, evidenziando le cause e proponendo rimedi efficaci per affrontare al meglio lo stress visivo. Per salvaguardare la vista si consigliano dunque una buona notte di sonno, impacchi refrigeranti e ginnastica oculare.
Le piccole pause sono il rimedio migliore per far riposare gli occhi. Gli esperti suggeriscono la ‘regola del 20-20-20’: osserva un oggetto a 20 metri per 20 secondi ogni 20 minuti. Inoltre è importante seguire uno stile di vita sano, trascorrendo del tempo all’aria aperta. Fra gli alleati della vista c’è il succo di mirtillo, ricco di antiossidanti. Mentre le cattive abitudini alimentari, con scarso apporto di calcio, vitamine e minerali, possono favorire la progressione di problematiche oculari.
Non va sottovalutata la luce solare: con le giuste precauzioni e protezioni, aiuta a sviluppare meglio il bulbo oculare.Lo stress visivo digitale coinvolge spesso chi trascorre più di 7-8 ore al giorno davanti a uno schermo e, solitamente, i primi sintomi si manifestano da uno a 3 anni dopo l’esposizione. I nostri occhi oggi devono imparare a gestire nuovi intervalli di spazi per abituarsi alla distanza alla quale teniamo i dispositivi digitali, che è inferiore rispetto a quella di un giornale o un libro. Sono sempre più costretti a mettere a fuoco diverse distanze e questo mette in grande difficoltà il muscolo ciliare e il cristallino, che devono continuamente adattarsi per assicurare una visione nitida.
A partire dai 30 anni questi sforzi possono provocare la sindrome da visione al computer, come la chiamano gli esperti. E’ importante quindi conoscerne i sintomi per proteggere la vista. Nella scelta delle lenti, delle montature e dei trattamenti, proseguono gli esperti, è sicuramente fondamentale una consulenza approfondita da parte dell’ottico. Per limitare lo stress visivo provocato da dispositivi digitali e bloccare la luce blu che ne deriva, Zeiss ha sviluppato lenti in grado di assicurare una visione confortevole in linea con il ‘comportamento visivo digitale’, in grado di supportare gli occhi durante l’utilizzo di smartphone e altri device elettronici. Per identificare la migliore soluzione possibile, è fondamentale avere cura dei propri occhi non solo nella Giornata mondiale della vista, ma durante tutto l’anno. Visite oculistiche periodiche in centri specializzati, abbinate all’utilizzo di soluzioni adeguate e uno stile di vita sano, vengono proposte come la ricetta ideale per assicurare un benessere visivo duraturo.
Da non sottovalutare un altro fondamentale fattore quello legato alle onde elettromagnetiche. Le onde elettromagnetiche della telefonia mobile e del Wi-Fi sono una struttura composta da microonde e da radiofrequenze. Sono stati misurati livelli allarmanti di radiazioni nelle vicinanze di router Wi-Fi, dei punti di accesso Wi-Fi e di computer portatili connessi al Wi-Fi: ad esempio a 2 metri di distanza sono stati riportati livelli fino a 3.000 μW/m², a 0,2 metri di distanza da un router Wi-Fi invece 8,8 V/m = 205,000 μW/m², mentre da un punto di accesso Wi-Fi sono stati misurati 7,5 V/m = 149,000 μW / m². Un accreditato studio internazionale ha poi misurato 27,000 μW/m² a 0,5 metri di distanza da un computer portatile. Secondo ‘Le Linee Guida della Building Biology Evaluation’, questi livelli (oltre 1.000 μW/m²) sono classificati come una “estrema preoccupazione. Perché? Ciascuna di queste frequenze comporta una tossicità perché stimola la produzione di radicali liberi, interferisce con i geni responsabili della vitalità cellulare e interferisce con il corretto funzionamento di diversi organi, come il sistema nervoso centrale e quello riproduttivo. L’interazione di queste frequenze con i sistemi viventi è grave quando avviene a basse dosi a causa della loro pulsazione, causa di un costante cambiamento di potenziale elettrico a livello cellulare. Sulla presenza ubiquitaria del segnale Wi-Fi va chiarito che, anche se non lo si utilizza, essendo un segnale sempre attivo, continua ad irradiare continuamente coloro che i quali, ignari o meno, si trovano sul suo raggio d’azione, indipendentemente da una connessione in Internet o di una trasmissioni dati attraverso telefonini cellulari, smartphone, computer collegati senza fili o tablet.
Marco Staffiero
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