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Cronaca

Caso Bruno Contrada, Boncoraglio: “La squadra Mobile di Palermo era una macchina da guerra”

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Tempo di lettura 4 minuti Boncoraglio: “Quattordici sono stati i funzionari che per 14 anni si sono avvicendati alla Squadra mobile. Quattordici sono state le ore di lavoro ininterrotte, ogni giorno, che all’epoca non davano possibilità di riposo settimanale, ne di rientri e neppure di festivi perché il criminale non aspetta certo il rientro delle pattuglie per agire.”

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Boncoraglio: “È umano pensare, ma che cosa abbiamo fatto allora? La cosa più importante che era quella di eliminare il tarlo, non l’abbiamo saputa fare e allora tutti a casa!”.

Il Prefetto Vincenzo Boncoraglio

Ospite in studio nella puntata di giovedì 12 ottobre di Officina Stampa, per commentare il terzo episodio dedicato al caso di Bruno Contrada, è stato il Prefetto Vincenzo Boncoraglio, un uomo dello Stato che ha ricoperto le più alte cariche e che ha iniziato la sua carriera nella Polizia di Stato nel ’73. Un inizio non certo passato in sordina perché Boncoraglio è entrato subito alla Questura di Palermo ed assegnato alla Squadra Mobile con il grado di Commissario. Poi la promozione a vice questore aggiunto e ancora alla direzione di commissariati quali Mondello e Zisa. Insomma dal ’73 all’85 è stata la lunga permanenza di Boncoraglio a Palermo in un periodo storico dove a capo della squadra mobile ci sono stati due grandi uomini: Boris Giuliano e Bruno Contrada. “Noi all’epoca giovani funzionari, eravamo animati dall’amore per la polizia giudiziaria – ha detto Boncoraglio – dalla volontà di dedicarsi a questa meravigliosa attività che presenta tanti rischi ma il nostro sogno era di fare un salto in quella che si presentava come una vera e propria palestra dove si praticava lo sport della polizia giudiziaria. Perché – prosegue il Prefetto –  o si è appassionati sino a sacrificare i valori più importanti della propria vita coinvolgendo anche la famiglia o si può continuare a esser funzionari di polizia dedicati ad altre attività importanti e fondamentali ma che non rientrano nella “Polizia giudiziaria Doc”. E noi, abbiamo avuto la fortuna di essere guidati da due pilastri della polizia giudiziaria italiana con risvolti internazionali: Contrada e Giuliano. Per noi quattordici funzionari che lavoravamo tante ore al giorno loro erano dei fari”.

 

Boncoraglio cita ancora il numero 14, ricordato anche da Contrada nell’intervista realizzata a Palermo da Chiara Rai: “Quattordici sono stati i funzionari che per 14 anni si sono avvicendati  alla Squadra mobile. Quattordici sono state le ore di lavoro ininterrotte, ogni giorno, che all’epoca non davano possibilità di riposo settimanale, ne di rientri e neppure di festivi perché il criminale non aspetta certo il rientro delle pattuglie per agire. Dopo i fatti che hanno colpito il nostro capo Bruno mi chiedo ma come abbiamo fatto noi funzionari sia di primo pelo che di grande esperienza, i sottufficiali, la squadra Mobile che contava quasi 300 unità, in tutte quelle ore di lavoro e convivenza a non aver percepito un rumor, un qualcosa che potesse parlare negativamente di Bruno perché magari un po’ troppo stretto all’uno o all’altro clan. Siamo stati ciechi e sordi noi che per quattordici lunghi anni non abbiamo saputo vedere o sentire se davvero qualcosa non andava? Io mi rifiuto categoricamente di pensare che quattordici sbirri , il termine lo cito in maniera esaltativa, non abbiano percepito neppure una flebile indiscrezione sulla presunta corruzione o contiguità del nostro capo agli ambienti mafiosi. È la prima volta che mi capita e sono contento di fare questa considerazione. Allora è umano pensare, ma che cosa abbiamo fatto allora? La cosa più importante che era quella di eliminare il tarlo, non l’abbiamo saputa fare e allora tutti a casa!”.

 

Erano anni difficili quelli vissuti da Boncoraglio e gli altri funzionari di Polizia a Palermo: “Lo ha detto anche Bruno – Contrada Ndr. – nell’intervista – prosegue Boncoraglio –  noi i pentiti non li avevamo in quel tempo, non esistevano uffici informatici o pilastri legislativi che consentissero il sequestro di beni, una consegna controllata di stupefacente, degli arresti simulati. Avevamo armi spuntate, era già grasso che colava se un confidente ci diceva qualcosa in cambio di avere fatto un favore, una raccomandazione all’ufficio patenti che gli dessero al più presto possibile il permesso di guida. Insomma, non c’erano ne quattrini ne soldi ma c’era un ufficio che Boris Giuliano e Bruno Contrada seppero lanciare al livello europeo, quella squadra Mobile di Palermo era una macchina da guerra e tutti i giornalisti erano interessati a far emergere come operava questa macchina”.

 

Emozionante l’episodio che ricorda Boncoraglio legato alla data del 6 ottobre del ’79: “Io – racconta il Prefetto – in qualsiasi parte mi trovo, ogni 6 ottobre, faccio gli auguri a Bruno Contrada per San Bruno. Anche il 6 ottobre del ’79 lo chiamai, era un modo per esorcizzare un episodio cruento successo a Palermo in una gioielleria: sventai una rapina facendo fuori uno dei rapinatori e recuperando il bottino. Sparai un colpo che uscendo dalla zona occipitale del cranio del malvivente colpì anche il secondo rapinatore al braccio. Io fortunatamente rimasi illeso e c’erano invece tantissime condizioni che hanno messo a serio rischio la mia vita. Ebbene,  devo a Bruno Contrada se con una grafia e un contenuto di una lettera che io conservo gelosamente riuscì a informare e a raccontare in maniera dettagliata i fatti che mi portarono ad avere una promozione al merito straordinario. Devo tanto a Bruno e con me tanti altri funzionari che hanno avuto questa vicinanza affettuosa del ‘nostro capo’ che non era soltanto giustificata da lavoro, pattuglie, ma soprattutto l’amalgama che teneva noi altri era il rispetto reciproco, il coinvolgimento e la condivisione di sacrifici con tutti i nostri colleghi e la certezza di avere questo punto di riferimento che prima per noi era Bruno Contrada e successivamente Boris Giuliano. Bruno Contrada se eventualmente si fosse sporcato o mascariato le mani, come si dice in gergo, per il suo lavoro non è minimamente imputabile di nulla e io essendo stato un testimone della difesa insieme ad altri 300 funzionari dello Stato ho sempre ritenuto che l’episodio potesse capitare a chiunque di noi. Bruno Contrada è un uomo dello Stato, un grande amico e un grande insegnante”.

Chiara Rai

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2 Comments

2 Comments

  1. gianfranco

    14 Ottobre 2017 at 7:58

    I giudici non sono dei folli e tocca a loro fare i processi. Le responsabilità di Contrada sono state accertate al di la del fatto che fosse imputabile di un reato non esistente all’epoca.

    • L'Osservatore d'Italia

      15 Ottobre 2017 at 10:32

      Forse è rimasto un po’ indietro. Il Prefetto Gabrielli ha reintegrato Contrada a seguito della sentenza di Strasburgo recepita anche dalla Cassazione che ha annullato i precedenti effetti della condanna

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Macabro ritrovamento a Vignale: Il mistero dei resti di neonati in una villetta di Parma

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A Vignale di Traversetolo, Parma, la scoperta dei resti di un neonato e forse di un altro bambino ha sconvolto la tranquilla comunità. I corpi, rinvenuti in un giardino di una villetta abbandonata, hanno portato all’accusa di omicidio e occultamento di cadavere per una ragazza di 22 anni. L’autopsia sul primo neonato ha confermato che il piccolo era nato vivo, ma le cause del decesso restano ignote. Le indagini proseguono sotto il massimo riserbo, con i RIS sul posto e la villetta sotto sequestro.

A dare l’allarme è stato un vicino, e i resti sono stati ritrovati a distanza di un mese l’uno dall’altro. La comunità di Traversetolo, circa 10mila abitanti, è sotto shock, e i dettagli emersi non fanno che aumentare l’angoscia. Il sindaco Simone Dall’Orto ha descritto il quartiere come un’area benestante e tranquilla, dove nessuno si sarebbe aspettato una tragedia del genere.

Gli inquirenti stanno interrogando la giovane e il suo fidanzato, cercando di capire se la ragazza abbia agito da sola o se ci siano stati complici. Il fidanzato, che ha dichiarato di non sapere nulla della gravidanza, ha affermato che la loro relazione si era raffreddata negli ultimi tempi. Un dettaglio significativo è che la giovane era appena tornata da un viaggio in America, postando foto sui social mentre emergevano le notizie sul ritrovamento del cadavere.

La vicenda è ancora avvolta nel mistero, e si attendono ulteriori sviluppi dalle indagini, che potrebbero portare alla scoperta di altri corpi e chiarire le dinamiche di questo oscuro dramma.

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Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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