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Cronaca

Delitti di mafia: 34 anni anni fa moriva Franco Imposimato

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Moriva 34 anni fa, sotto i colpi sparati da sicari Franco Imposimato, sindacalista e fratello dell’allora giudice istruttore di Roma Ferdinando Imposimato. Era l’11 ottobre del 1983, quando all’uscita dalla fabbrica Franco Imposimato si trovava in macchina con la moglie ed il cane per recarsi a casa dopo il lavoro quando a trecento metri dallo stabilimento, la vettura si trovò la strada sbarrata da una Fiat Ritmo 105 con a bordo i tre killer. Due di questi scesero e aprirono il fuoco. Il sindacalista, colpito da 11 proiettili, morì sul colpo. Nell’agguato riuscì a salvarsi sua moglie, benché gravemente ferita da due proiettili sparati da Antonio Abbate, il killer riconosciuto dalla donna anni dopo in sede processuale. In un primo momento si parlò di omicidio di terrorismo, eventualmente da ascriversi alle Brigate Rosse; il giorno successivo al delitto nella sede napoletana dell’ANSA giunse una telefonata anonima: “È stato ucciso il fratello del giudice boia”, ma ben presto si rese chiara la matrice mafiosa e camorristica del delitto, anche se per le sentenze definitive si è dovuto attendere fino al 2000 e il processo Spartacus.

 

Ferdinando Imposimato, oggi Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione nel giorno della 34ma ricorrenza dall’efferato omicidio ricorda quelle che furono le motivazioni che portarono all’uccisione del fratello: motivazioni che avevano uno scopo intimidatorio per cercare di fermare le indagini, sulla banda della Magliana, sul caso Moro e sul complotto politico retrostante.

Scrive Ferdinando Imposimato: “Ringrazio Luca Tescaroli, Vincenzo Panico e quanti ricordano il sacrificio di mio fratello Franco Imposimato per la loro sensibilità e amicizia.

 

Luca Tescaroli è un magistrato che indagò su Capaci e via D’Amelio. Continuò Roma le mie indagini su Banda Magliana. Oggi su mafia capitale. Riprendo le sue parole “Francesco era uomo tranquillo, dedito all’ambiente e al Gruppo Archeologico. Ma per gli assassini aveva una colpa: era il fratello del giudice istruttore di Roma, Ferdinando”. “Due sicari andati sul luogo di lavoro, chiesero di Francesco. Il giudice si preoccupò. Ottenne una scorta . Francesco non volle lasciare la famiglia e rinunciò a scorta”. “Il giudice ne parlò con Michele Aiello, CSM, che fu incredulo”. “Il perché del delitto fu intimidire il giudice”. “Ricordare Francesco è dovere; il dolore collettivo onora la memoria. Nessuno dimentichi le vittime di mafia”.

Vincenzo Panico è commissario al Viminale per solidarietà alle vittime di mafia. Dice “Francesco Imposimato -43 anni- giovanissimo emigrò in Africa, ove frequentò una scuola artistica. Tornato in Italia lavorò a FACE Standard . Da Maria Luisa Rossi ebbe Giuseppe e Filiberto. Suo fratello Ferdi-nando, nel 1983 concluse la prima indagine su via Fani e sull’omicidio di Aldo Moro. Scoprì la prigione. Indagò su Magliana e legami con politici. Stava per scoprire l’identità di Mario: Pippo Calò cassiere di Totò Riina, latitante per Giovanni Falcone. Movente: fermare le inchieste del giudice. E l’impegno di Franco contro cave di camorra. Franco era in auto con la moglie. E il cane Puffi. Tre sicari spararono 11 proiettili. Puffi scese dall’auto. Andò all’ingresso della Face. Abbaiò. Per chiedere aiuto”. Panico ricorda di Filiberto “A papà fu data la scorta. Poi Papà rinunciò: “se mi uccidono non colpiscono i Carabinieri di scorta” “C’era chi non ci frequentava. Non faceva giocare i figli con noi, togliendoci il saluto Tutto ciò non andrà mai più via.” Giuseppe “Ero curioso di vedere gli assassini”.“li immaginavo come mostri. Solo dei mostri potevano uccidere una persona dolce come il mio papà. Quando li ho incontrati, non provai rancore.”

La Corte di Cassazione ha confermato nella sentenza 30 maggio 2002 “L’uccisione di Francesco Imposimato doveva essere riguardata come un’azione trasversale nei confronti del fratello, Ferdinando Imposimato, che espresse fin dal marzo 1983, dopo attività di osservazione di ignoti su abitudini di vita di Franco, preoccupazione e allarme, per l’istruttoria che il magistrato conduceva sull’omicidio di un pregiudicato della Magliana. Che Pippo Calò, siciliano, capo della famiglia di porta nuova, voleva bloccare a tutti i costi, temendo che attraverso essa venisse scoperta la rete di affari illeciti intrecciata a Roma e in Sardegna, sotto il nome di “Mario Aglialoro“ e “Salamandra”. “Per colpire il giudice si era dovuto ripiegare sull’uccisione del fratello Francesco”. Aggiunge la Cassazione “Ferdinando Imposimato: per primo capì e confidò ai colleghi magistrati – Domenico Sica e Michele Aiello- che quelle attenzioni non potevano che collegarsi alla sua multiforme attività professionale : il magistrato curava all’epoca numerose e delicate inchieste di terrorismo e di mafia… (caso Moro e Magliana). Imposimato indagò, con Falcone , su investimenti in Sardegna di ”Romano Comincioli”. “Che curava gli interessi di Berlusconi” (Corte AssiseSMCV 2000).

Ancora oggi la maggioranza degli italiani ignora che mio fratello Franco fu ucciso l’11 ottobre 1983, e la moglie ferita, per fermare le mie indagini sulla banda della Magliana , sul caso Moro e sul complotto politico retrostante. Un barbaro assassinio, con caratteristiche diverse dagli altri delitti di mafia: fu colpito un familiare del nemico da distruggere. Anche Aldo Moro, padre della Costituzione, è stato rimosso dalla coscienza civile del Paese. Senza memoria non c’è futuro”

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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